21
ottobre

TV SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI: SORCI VERDI DALL’ANALISTA!

Sorci Verdi

Sorci Verdi

-        Terapeuta: EccoLa, benvenuto.

-        Paziente: Buongiorno. Ma lei sa già chi sono?

-        T: Ho qualche sospetto, si presenti.

-        P: Sono Sorci Verdi, il programma di seconda serata di RaiDue con J-Ax.

-        T: Sì, avevo intuito bene. La stavo aspettando. Benvenuto signor Sorci Verdi.

-        P: Ma quale “signor”, mi chiami Zio.

-        T: Zio? Facciamo che la chiamo Sorci Verdi. Allora, mi dica, cosa la porta da me?

-        P: Sì, certo, allora, niente. Sono qui più che altro per avere un confronto. Insomma il programma è iniziato e sta anche andando piuttosto bene, fortunatamente mi hanno riempito di critiche e quindi tutto è ottimo così.

-        T: Mi scusi, come sarebbe “fortunatamente mi hanno riempito di critiche”? Cosa intende?

-        P: Eh, intendo che per fortuna non sono piaciuto a nessuno di quegli intellettualoidi che si credono degli analisti televisivi. Ma meglio così, cioè se fossi piaciuto a loro mi spaventerei.

-        T: In che senso “si spaventerebbe”?

-        P: Beh nel senso che se io fossi piaciuto a quelli a cui piacciono Barbara d’Urso o Benedetta Parodi, penserei delle brutte cose di me! Semplicemente io sono diverso, se ti piacciono loro è del tutto naturale che non ti piaccia io.

-        T: Mmm non le sembra un discorso un po’ superficiale? Mi lasci dire che anche la D’Urso e la Parodi hanno parecchi detrattori. Insomma non faccia il banale errore di fare di tutta l’erba un fascio!

-        P: No. No. Certo, so benissimo che la critica è divisa. Poi sa, in quanto ad erba non faccio mai errori.

-        T: Fa dell’ironia in terapia?

-        P: Non si può?

-        T: Mmm. Allora, quali sono i punti su cui viene più attaccato?

-        P: Beh, i punti su cui vengo più criticato sono i contenuti. Io parlo di cose che in Rai non ha mai detto nessuno. Cioè il pubblico della Rai è tradizionalista ed è abituato a figure rassicuranti, si figuri come posso apparire io che ho i tatuaggi e faccio il rap.

-        T: E quali sarebbero queste cose “che in Rai non dice nessuno”?

-        P: Beh, allora. Io parlo un linguaggio da giovani, che poi non penso che la giovinezza sia una questione anagrafica, infatti alcuni sono vecchi anche a 20 anni ed altri sono giovani anche a 60. Mi riferisco al fatto che nelle mie puntate io dico cose nuove,  porto una nuova voce in Rai.

-        T: Certo questo l’ho capito, me l’ha spiegato molto bene. Ora le chiedo di fare un passo in più e di provare a dirmi cosa sono esattamente le cose nuove che lei dice. Mi faccia degli esempi.

-        P: Ok, allora per esempio io prendo in giro la fiction Rai, quella camomilla in cui va tutto bene. Ogni puntata propongo uno sketch in cui prendo in giro la dirigenza Rai, che riconduce ogni idea nuova alle solite trame scontate e buoniste. Parlo di legalizzazione delle droghe leggere, c’è un pupazzo parlate che fa domande scomode agli ospiti, presento un ragazzo che parla ironicamente delle differenza fra Roma e Milano. Poi, per esempio, nella prima puntata ho anche proposto una parodia di Breaking Bad. Capisce, cose che in Rai…

-        T: Ok, ok. Quindi la sua innovazione starebbe nel fare la parodia dell’azienda in cui lavora?

-        P: Sì, anche.

-        T: Credo che la parodia della Rai la facesse già Grillo a Fantastico negli anni ’80.

-        P: Cosa? A proposito di Grillo, il politico, io ho anche nel programma della battle di freestyle a tema per l’ospite di puntata. Nella seconda puntata, a Travaglio, ho proposto la battle fra Grillo e Renzi.

-        T: Ho capito, cosa mi dice invece degli ospiti? Come interagiscono con lei?

-        P: Ma fanno delle cose divertentissime! Lei l’avrebbe mai detto che Maria de Filippi una sera su RaiDue avrebbe cantato Maria Salvador? E si fosse dichiarata favorevole alla Maria?

-        T: Ed è accaduto veramente? E sono sopravvissuti tutti?

-        P: Ahhh. Si poi agli ospiti faccio delle interviste, brevi ma non banali. Non chiedo loro le solite cose, ma mostro anche foto imbarazzanti, esco dai soliti schemi.

-        T: Mi può fare un esempio?

-        P: Di cosa?

-        T: Dei soliti schemi da cui esce.

-        P: Beh non so, non chiedo le solite cose. Per esempio a Travaglio ho fatto presentare il suo libro, ma non è che tutta l’intervista è ruotata attorno al libro.

-        T: Mmm, insomma questi soliti schemi non me li sa definire. Però sa di averli rotti.

-        P: Ma sì, sono le solite cose da Rai, la tv di Stato. Sempre bon ton, che non tratta i temi scomodi, in cui nessuno va contro la propria poltrona, io invece ho esordito criticando la poltrona del talent da cui provenivo, The Voice, ma non per principio, perché è la verità. La vecchia Rai fatta anche delle solite raccomandazioni. Ecco.

-        T: Ok, credo di aver capito Sorci Verdi. Lei è venuto qui per un confronto, e lasci che le dica sinceramente ciò che penso. Noto che ha delle posizioni molto nette sulla Rai, sul pubblico della Rai e su come lei crede che funzionino le cose in Rai. Credo che queste sue posizioni siano legittime e maturate nel tempo. Credo però che le posizioni di lunga data finiscano sempre per diventare stereotipi e quel che lei sta cercando di proporre è solo lo stereotipo del controstereotipo.

-        P: Lo stereotipo del controstereotipo? Sarebbe? La rivoluzione?

-        T: No! Credo che la sua sia la rivoluzione più tradizionalista che c’è. I tatuaggi non spaventano più nessuno, il rap è ormai mainstream, e lei critica le solite raccomandazioni e poi fa fare il consulente artistico al fratello del conduttore. Se ne faccia una ragione, Sorci Verdi lei non rappresenta più la minoranza.

-        P: Ma cosa dice? No, no, lei non ha capito. Poi cosa c’entra Weedo?

-        T: Non la sto criticando, le sto cercando di far capire che non è poi così diverso dalle persone che critica. Siamo tutti più umani di quel che piacerebbe credere.

-        P: Si va beh!

-        T: Ci pensi su, ne possiamo riparlare quando sarà pronto.

-        P: Mah, non so.



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2 Commenti dei lettori »

1. makeit ha scritto:

21 ottobre 2015 alle 14:00

L’articolo ha colto un pensiero che ho sempre avuto: J-Ax pensa e finge di essere uno contro-corrente, quando è uno dei personaggi più conformisti e stereotipati che si possa avere (tanto è vero che si è ridotto a fare il giudice in un talent e piagnucola davanti all’esibizione di una suora)



2. Giovanni ha scritto:

21 ottobre 2015 alle 14:36

Avete perfettamente colto nel segno il problema di Sorci Verdi (e del suo conduttore)!



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