Un altro scandalo colpisce il mondo del calcio. Nel mirino dei pm Roberto Pellicano, Giovanni Polizzi e Paolo Filippini l’esito dell’assegnazione dei diritti tv per la Serie A 2015/2018. La pesante accusa è rivolta ad Infront (società leader in Italia nella gestione dei diritti televisivi e degli sponsor) e a Mediaset: l’advisor della Lega Calcio, secondo l’inchiesta di Milano, avrebbe truccato l’asta (che in un primo momento assegnava il campionato in esclusiva a Sky) per favorire la tv del Biscione.
L’assegnazione dei diritti tv per il triennio 2015/2018 prevede tutte le partite del campionato di Serie A su Sky, mentre su Mediaset la messa in onda delle migliori otto squadre. Ma facciamo un passo indietro. Era maggio 2014 quando Sky, battuta a sorpresa da Mediaset nell’asta per la Champions League, tentò la “vendetta” assicurandosi in esclusiva la Serie A. Un tentativo di “scacco matto” che, di fatto, si concretizzò pure: la tv di Rupert Murdoch, infatti, fece l’offerta più alta (1 miliardo e 200 milioni di euro) e, almeno in teoria, vinse entrambi i pacchetti A e B (ovvero le partite delle migliori otto squadre sia sul satellite che sul digitale). D’altronde, si sa, l’asta va a chi offre di più. Ma in questo caso non andò così.
Il paradosso è che negli ambienti della Lega Calcio l’eventuale incasso-record da Sky non portò entusiasmo, anzi. Possibile? Sì, se per Lega Calcio si fa riferimento al suo vicepresidente Adriano Galliani, notoriamente vicino al mondo berlusconiano. E i più maliziosi fecero notare la forte amicizia dello stesso Galliani con Marco Bogarelli, numero 1 di Infront Italia con trascorsi in Fininvest. I due si mobilitarono al fine di modificare l’esito dell’asta, in virtù della Legge Melandri che esclude la possibilità che tutti i diritti siano garantiti da un unico operatore.
Da qui scatta una vera e propria querelle, con Sky che diffida la Lega e Mediaset che – spaventata dallo scenario che la vedeva fuori dai giochi per le partite della Serie A – rispondeva lanciando a sua volta una controdiffida. Il rischio dell’annullamento dell’asta era dietro l’angolo, scongiurato poi dall’accordo finale che ha portato nelle casse della Lega circa 940 milioni di euro (572 da Sky e 373 da Mediaset). A perderci sono stati la stessa Sky, che puntava sull’esclusiva della Serie A per “ripagare” i propri abbonati dell’assenza della Champions, e il calcio italiano, che va ad incassare circa 150 milioni di euro in meno. Ad esultare, in sostanza, è stata soltanto l’accontentata Mediaset.
Com’è riuscita la tv del Biscione a “ribaltare” l’esito dell’assegnazione dei diritti tv? Come sono stati convinti i presidenti di Serie A a votare un accordo che fa perdere loro dei soldi? Sospetti che hanno aperto l’inchiesta e che, al momento, vede tra gli indagati per “turbativa d’asta” proprio Marco Bogarelli di Infront Italia e i due top manager Rti Giorgio Giovetti e Marco Giordani. Infront, per il momento, si solleva da ogni responsabilità, precisando che ad essere indagati sono solo alcuni esponenti italiani e non la società tutta, mentre da Mediaset fanno sapere che loro “hanno sempre operato nel rispetto delle regole”. L’inchiesta, intanto, procede.
1. Drew ha scritto:
14 ottobre 2015 alle 15:23