- Terapeuta: Salve. Benvenuto, lei è?
– Paziente: Salve. Grazie, io sono il Kilimangiaro Summer Nights.
- T: Bene, come mai è qui?
– P: Ho continui sbalzi di personalità. Vede, non so bene come spiegarlo ma ultimamente mi sento abitato da più anime, un po’ come Dottor Jekyll e Mr Hide.
- T: Mmm, mi faccia capire meglio, quali sintomi la portano a credere di avere questo disturbo?
– P: Da tutta l’estate mi capitano episodi improvvisi in cui un momento sono me stesso ma poi, un secondo dopo, mi accorgo di essere qualcun altro!
- T: Quindi, lei è cosciente quando le capitano questi passaggi di personalità? Cioè mentre è Mr Hide è consapevole di essere anche Dottor Jekyll?
– P: Diciamo che ne rimango consapevole. Le personalità compaiono improvvisamente ed io rimango impotente mentre queste si alternano in me. Un attimo prima sono un programma di viaggi ed un attimo dopo divento un documentario o un people show e non riesco a fare nulla per impedirlo.
- T: Ho capito. Quante personalità diverse la abitano in tutto?
– P: Almeno 3, a volte compare anche la quarta, ma è meno invadente.
- T: Allora proviamo ad analizzarle una per una. La sua personalità originale qual è?
– P: Sì, la mia personalità originale è quella storica: io sono un programma di viaggi. Vede, io sono un professionista della domenica pomeriggio, ma in questi tempi di crisi ho dovuto re-inventarmi realizzando una versione estiva. Vado in onda la domenica su Rai3 dagli studi Rai di Napoli e sono un programma di prima serata. Mi conducono Camila Raznovich e Dario Vergassola, che tra l’altro sono gli stessi con cui collaboro per la canonica versione invernale.
- T: E mi dica Kilimangiaro Summer Nights, perché dice che la sua prima personalità è quella del programma di viaggi?
– P: Perché da sempre presento molti servizi che parlano dei fantastici luoghi del mondo.
- T: Ok, giusto, non fa una piega. E mi dica, come avvengono le alterazioni di personalità?
– P: Allora, una avviene durante i servizi dei viaggi. Le clip che mostrano i luoghi del mondo sono di due tipi: uno breve di 60 secondi ed uno che prevede lunghi servizi con voce narrante di sottofondo. Ecco, proprio in quelli più lunghi compare il primo Mr Hide.
– T: Cosa le succede?
– P: Tutto avviene con estrema naturalezza, quasi nessuno se ne accorge. Camila annuncia l’arrivo di un servizio che dovrebbe narrare le storie di un luogo e poi, tutto in un colpo, divento un documentario. Succede così, senza che io me ne accorga.
- T: Come si accorge di essere un documentario?
– P: Vede, io credo che la differenza di fondo tra i servizi di un programma di viaggi e quelli di un documentario consista nel racconto. Il programma di viaggi dovrebbe raccontare storie di viaggi, storie di persone che si muovono, esplorano luoghi ed incontrano stili di vita diversi dai propri. Il viaggio è scambio, è incontro, è contatto. Il documentario invece è divulgazione di nozioni, spiega le caratteristiche di un posto e fornisce dati ed informazioni. Capisce?! I miei servizi non raccontano viaggi di viaggiatori ma descrivono luoghi con una fredda voce narrante che snocciola conoscenze paesaggistiche. Questo è ciò che fa un documentario. Quindi in quel momento io sono un documentario.
- T: Capisco. E come torna alla normalità?
– P: Non dipende da me! Per fortuna appena il servizio termina anche io torno me stesso.
- T: La narrazione manca completamente in lei?
– P: Nei servizi sì. Ma in realtà una dimensione narrante compare con la mia terza personalità.
– T: Ovvero?
– P: Avviene anche in questo caso all’improvviso. Sono un normale programma di viaggi ma nel bel mezzo della puntata, come se nulla fosse, divento un people show.
– T: Addirittura un people show?
- P: Sì, questo avviene quando accolgo gli ospiti. Camila li annuncia dopo la presentazione di indizi con la sabbia e d’amblèe mi ritrovo a raccontare le storie umane degli ospiti in studio. Storie approfondite, che parlano delle difficoltà delle loro vite e dei grandi traguardi raggiunti con fatica e impegno. Per dare dinamismo al racconto la narrazione viene effettuata a due voci, quella di Camila e quella di un attore ospite. Il racconto inoltre viene accompagnato da un sottofondo musicale live e da luci soffuse. In quei momenti il patos è tale che sento lo spirito di C’è posta per te impossessarsi di me.
- T: E poi, come ne esce?
– P: In questo caso il ritorno alla normalità è più complesso. Dopo il termine della storia umana dell’ospite, gradualmente torno ad essere un programma di viaggi attraverso una fase di passaggio: l’intervista. All’ospite vengono fatte domande a metà strada fra vita privata e racconti di viaggi, poi parte un servizio breve, uno di quelli da 60 secondi, che mostra i luoghi di un posto caro all’ospite ed infine torno in me.
- T: Capisco. All’inizio ha parlato anche di una quarta personalità, meno intensa. Qual è?
– P: Sì, il gran galà. Sente già dal nome che mi hanno dato: Kilimangiaro Summer Nights? È un nome che richiama la serata evento, la notte delle premiazioni. L’apertura della serata con la tripletta ad effetto: camminata d’ingresso, citazione e via al programma, così come la cantante della sigla vestita vintage, mi fanno sentire la versione Rai3 del Premio Barocco. Per fortuna però si ferma qui, subito dopo la sigla la personalità del galà scompare.
- T: Non c’è che dire, la abitano molte personalità. Lei ne soffre?
– P: No, non mi causano dolore ma confusione. Mi sento instabile ed ho il terrore che nuove personalità possano comparire da un momento all’altro.
- T: Le sue paure sono legittime. Anche la confusione è del tutto normale. Vede Kilimangiaro Summer Nights, ho come l’impressione che tutte queste personalità non siano altro che il risultato di tentativi malriusciti di un cambiamento più profondo. Lei sta cercando di cambiare?
- P: Sì, sto rincorrendo la tanto bramata contemporaneità. Ma è difficile ed è faticoso. Il fatto è che a me piacevo anche come ero prima, la contemporaneità è bella ma io non volevo perdere del tutto ciò che ero. Io volevo salvarmi qualcosa, volevo tenermi alcuni pezzi ed invece non ne è rimasto nulla. Insomma non si può far rinascere qualcuno che non è ancora morto!
- T: Forse lei avrebbe desiderato un passaggio più graduale ed invece è cambiato di netto, come in una sorta di Extreme Makeover – Kilimangiaro Edition. Rincorrere la contemporaneità va bene, ma non se il prezzo è perdere sé stesso.
– P: Ha ragione, dovrei rallentare. Dovrei recuperare le dimensioni più profonde della mia vera personalità. I viaggi senza il racconto non sono viaggi. Devo tornare a raccontare. La contemporaneità starà nel farlo attraverso i nuovi strumenti. (Se poi le mie pagine social andassero d’accordo e si chiamassero tutte con lo stesso nome non sarebbe male!).
– T: Vedo che ha capito. La diagnosi è chiara: alterazione quantitativa delle personalità da fretta di cambiamento.
– P: Mi aiuterà a rallentare, da solo non credo di farcela?
– T: Certo, ci vediamo alla prossima seduta.
– P: Arrivederci, a presto allora!
– T: Arrivederci.
1. Pasquale ha scritto:
25 agosto 2015 alle 16:08