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luglio
GO BACK TO WHERE YOU CAME FROM: IN AUSTRALIA TRE CONCORRENTI DI UN REALITY SHOW FINISCONO NEL MIRINO DELL’ISIS RISCHIANDO LA VITA

Go back to where you came from
Avete mai sentito parlare del format tv “Go back to where you came from“? Si tratta di un reality show, in onda in Australia sulla Sbs e giunto alla terza edizione. In italiano si traduce “Torna da dove sei venuto“: un programma in cui sei australiani sono chiamati a mettere in gioco le proprie convinzioni sui delicati temi dell’integrazione e dell’immigrazione, in un viaggio che ripercorre in prima persona il difficile cammino di coloro che chiedono rifugio in Australia partendo anche da luoghi e situazioni di pericolo.
Mai, però, Andrew, Kim e Nicole – tre dei sei concorrenti protagonisti della terza edizione in corso – si sarebbero immaginati di finire nella “tana” dell’Isis, nel mirino dei tagliagole, che non hanno avuto pietà e timore nell’aprire il fuoco per eliminare il nemico. I tre, grazie anche ai giubbotti anti-proiettili, sono riusciti a scappare in tempo e portare in salvo le proprie vite.
“Ci hanno detto che ogni sibilo percepito poteva essere il colpo di un mortaio e che avevamo trenta secondi per fare cento metri e spostarci”, ha spiegato a news.com.au la concorrente Nicole, un’attivista per i diritti umani.
Questa (dis)avventura a “Go back to where you came from” per Andrew, Kim e la stessa Nicole è partita dall’Asia, con la copertura dell’YPG (si tratta dell’Unità di Protezione Popolare, l’esercito nazionale del Kurdistan siriano). Dalla Siria, quindi, ha avuto inizio il tribolato viaggio dei tre concorrenti, che prevedeva il loro ingresso dall’Iraq e la tappa in un campo di rifugiati per filmare, raccogliere e documentare per il reality show le storie dei sopravvissuti. Ma il viaggio – è proprio il caso di dire – ha preso una brutta strada:
“Dopo quattro ore di auto ci siamo ritrovati in un villaggio conteso tra peshmerga e Isis“, ha raccontato ancora Nicole.
Da qui il tentativo, per fortuna riuscito, di scappare da una tragedia annunciata. E passata (più o meno) la paura, resta l’adrenalina (forse eccessiva):
“Se non avessi avuto famiglia e legami in Australia sarei rimasta volentieri a combattere con i peshmerga“, ha dichiarato l’altra concorrente Kim.
Tutto questo per fare un reality. Per fare show.


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1 Commento dei lettori »

L’idea del programma in generale sembra interessante, ma così mi sembra un po esagerato. Non si può far rischiare di morire delle persone per un reality

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1. xxxxx ha scritto:
22 luglio 2015 alle 20:09