Partenza dall’antica sede della Società Geografica Italiana a Villa Celimontana a Roma, e spostamenti in giro per l’Italia esclusivamente con mezzi pubblici, sono questi due dei tratti distintivi di Fuori Luogo, il programma di divulgazione scientifica a cura di Mario Tozzi, che tornerà, dopo l’esperimento della scorsa estate, martedì 21 luglio alle 23.30 su Rai1. Forte dei buoni riscontri ottenuti le due puntate speciali dedicate alle città di Matera e L’Aquila, il noto geologo torna sulla prima rete Rai con un nuovo ciclo, composto questa volta da 6 appuntamenti, in onda sino al 25 agosto.
In ogni puntata di Fuori Luogo la storia della terra e la storia degli uomini saranno unite in un solo racconto. Mario Tozzi viaggerà nei luoghi chiave del nostro Paese per scovare e capire questo incontro e per spiegare come i mutamenti millenari del pianeta hanno determinato anche cambiamenti fondamentali nel nostro modo di vivere. In particolare si analizzerà il cruciale passaggio dalla società tradizionale agricolo-pastorale a quella moderna industriale e manifatturiera. Uno snodo avvenuto in diverse epoche, che si è declinato diversamente a seconda, appunto, della storia della Terra in quella regione o in quella città.
Tra gli argomenti trattati nel corso degli appuntamenti ci saranno gli sventramenti del Fascismo a Roma, le bonifiche delle paludi, l’interramento dei fiumi cittadini, la fine delle miniere sarde, le tracce degli arabi in Sicilia, e l’influenza del clima sulla Grande Guerra. Il racconto sarà arricchito da effetti speciali, e da immagini aeree girate dai droni. In ogni puntata, inoltre, Tozzi realizzerà degli esperimenti scientifici in strade e piazze. Gli esperimenti saranno semplici e rigorosamente analogici, effettuati con quanto si può trovare in casa.
Fuori Luogo – Si parte da Palermo
La prima puntata, in onda martedì 21 luglio 2015, sarà dedicata alla storia araba della Sicilia. Tre secoli di dominazione che hanno lasciato cultura, opere e cibo, come le Camere dello scirocco, stanze dove la sapienza antica riusciva a creare ambienti freschi, per sopravvivere al caldo micidiale dello scirocco siciliano. Panchine di pietra disposte a semicerchio, tavole di marmo e scale intagliate nella roccia viva, dove in un canale scavato nel pavimento, scorre la fresca acqua di sorgente, convogliata dalla rete di canali, sempre di origine araba, chiamata Qanat. La rete dei Qanat garantiva acqua fresca ai giardini della città attraverso canali e pozzi sotterranei che si diramavano fino dalle sorgenti. Questa geniale idea di condizionamento ante litteram è stata trapiantata da Oriente – in particolare dalla Persia del IX secolo.
1. ellen ha scritto:
20 luglio 2015 alle 17:11