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luglio

RIFORMA RAI: VIA LIBERA DA COMMISSIONE SENATO. “IN AULA ENTRO LA PAUSA ESTIVA”

Rai

La riforma della Rai ingrana la marcia e riprende la sua corsa. Ieri la commissione Lavori Pubblici del Senato ha concluso l’esame del Ddl su Viale Mazzini, votando il mandato ai relatori Enrico Buemi (Psi) e Raffaele Ranucci (Pd). Superate le sabbie mobili, ora il provvedimento passerà all’esame dell’Aula, in una vera e propria corsa contro il tempo: infatti, qualora la manovra non venisse approvata entro l’estate (come auspicato dal governo), il CdA del servizio pubblico sarà rinnovato con la Legge Gasparri attualmente in vigore.

Riforma Rai, corsa contro il tempo

Anche alla luce di questa scadenza, non è escluso che il Ddl possa essere inserito già nel calendario della prossima settimana. In ogni caso, la tempistica sarà decisa dalla Conferenza dei capigruppo. “Il via libera di Palazzo Madama arriverà entro la pausa estiva” ha assicurato il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, dando voce alle intenzioni dello stesso premier Matteo Renzi. Quest’ultimo, secondo i retroscenisti, avrebbe già trovato un’intesa con Forza Italia per garantire una corsia preferenziale al Ddl e ottenere una convergenza sui candidati alla guida della futura Rai.

Riforma Rai, i poteri dell’AD e del CdA

Tra le poltrone più prestigiose da occupare c’è sicuramente quella di Amministratore Delegato, figura cui verranno attribuiti poteri di nomina per tutti i dirigenti e i direttori di testate. Secondo una modifica approvata in commissione, però, il CdA potrà bloccare tali nomine con la maggioranza dei due terzi (ovvero di cinque membri su sette). Su tutte le altre nomine al vertice (comprese quelle dei direttori di rete) il parere sarà obbligatorio ma non vincolante. Inoltre, in Aula verranno riesaminati alcuni emendamenti sui criteri per la scelta dei consiglieri di amministrazione.

Finanziamento del servizio pubblico alle tv locali di qualità

Raggiunto anche un accordo sul funzionamento del comitato per la cultura, che avrà fra le altre cose il compito di vigilare sul rispetto della mission aziendale. A guidarlo saranno due consiglieri appositamente delegati che insieme al presidente stileranno una relazione semestrale sui temi di competenza. Come stabilito dalla Commissione, il finanziamento del servizio pubblico si estenderà anche alle emittenti locali di qualità (individuate in base ai criteri della legge 177 del 2005), riconoscendo a queste ultime funzioni di “pubblico interesse”. Stralciato, invece, il tema delle piattaforme tecnologiche, che troverà spazio in un provvedimento ad hoc.

L’obiettivo di svincolare la Rai dai partiti sembra essere passato in secondo piano. Intanto, proprio grazie ad accordo tra le principali forze politiche (Forza Italia non farà ostruzionismo), la riforma ha ripreso la sua strada verso l’approvazione.

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1 Commento dei lettori »

1. Giuseppe ha scritto:

10 luglio 2015 alle 16:12

Riforma che in parole povere consiste solo in più potere all’AD. Dubito che servirà a qualcosa se non a un maggior controllo della Rai da parte del governo in carica.

Quello del finanziamento alle emittenti locali di qualità è una cosa tutta da vedere. Soprattutto quando si preferisce tagliare i fondi alle sedi locali della RAI, se non addirittura si passa alla soppressione delle stesse mascherata con gli accorpamenti.



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