La tentazione di non recensire Lucky Ladies, ed evitare così di dare ulteriore immeritata visibilità alle sei protagoniste, è così forte da risultare micidiale. Ma non cederemo, perchè il programma in onda il mercoledì sera su Fox Life alle 21:50 ha il (de?)merito di aver fatto parlare molto di sé – benchè quasi unanimamente male – e soprattutto è riuscito a far rimpiangere il trash puro, meritandosi almeno un’analisi.
Lucky Ladies: un racconto decontestualizzato ed artificiale
Bisogna però partire da un dato di fatto incontrovertibile: Napoli con questo programma non c’entra niente. Gli scorci della città sono usati solo come cornice, piazzati un po’ a caso nel corso delle puntate, per rasserenare la vista e dare al telespettatore un attimo di bellezza naturale nel bailamme artificiale che acceca. Ma per il resto le lucky ladies potrebbero essere ovunque dal momento che le vediamo sempre chiuse in negozi, locali, ristoranti, case o all’aperto in lussuosi maneggi o su barche da mille e una notte del tutto decontestualizzate.
Il programma sembra più che altro l’appendice televisiva de La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, con questi ricchi annoiati da tutto che cercano un modo per sentirsi ancora giovani, per imporsi all’attenzione degli altri e forse sconfiggere un’insicurezza latente. Solo che rispetto al film non siamo in odore di Premio Oscar, perchè in Lucky Ladies non c’è nessun messaggio subliminale che deve arrivare al telespettatore: c’è solo la fiera dell’ostentazione e del nulla che, rispetto al ruspante e sano trash a cui siamo abituati, non fa neanche ridere.
Lucky Ladies: l’irreale realtà delle protagoniste
Alessandra, Flora, Francesca, Annalaura, Gabrielle e Carla sono donne ed oltre le gambe (e i soldi) c’è di più: sono professioniste, hanno attività di successo e in alcuni casi anche dei figli di cui occuparsi. Ma la loro principale ambizione sembra sia quella di emulare le amiche di Sex and The City, non consce del fatto che loro glamour lo erano indipendentemente dai lustrini o dal conto in banca. E certo non le aiuta l’essere circondate da queste figure maschili così “scritte”, quasi irreali, come l’artista che corteggia alla vecchia maniera pensando di poter diventare il nuovo Mr Big e invece ci fa rimpiangere il buon vecchio e spontaneo Steve Brady, o il cameriere che offre bollicine manco fosse Enzo Miccio.
La domanda che ci si pone in realtà poi è una sola: la vita di queste donne è davvero così come la vediamo? Difficile crederlo. Perchè sì, sono lucky ad avere soldi da spendere, ma alla fine sono donne come le altre ed avranno di sicuro anche loro delle difficoltà da superare nella vita, benché sembrano non prenderne atto. Una poi ce l’hanno di sicuro: quella di non aver capito che a metterci la faccia e il nome in questo triste palcoscenico non ci hanno fatto una bella figura.
1. grendizer70 ha scritto:
17 giugno 2015 alle 14:06