Questa sera accorreranno in tanti al richiamo della premiere di Grande Fratello 10 ma sulla concorrenza, precisamente sulle frequenze di Raitre, c’è quanto di più reale, di più crudemente, normalmente reale la televisione ci possa attualmente offrire.
Se di tv-reality dobbiamo parlare, infatti, non possiamo non mettere in luce la lenta, ma incisiva trasformazione che, anno dopo anno, Chi l’Ha Visto? sta mettendo in atto. E non ci riferiamo, ovviamente, a tutte le novità di questa stagione: grafica e studio nuovi, corti d’autore e maggiore interattività col pubblico. Ci riferiamo alle storie, solo a quelle.
Le storie – le uniche, vere, grandi protagoniste della trasmissione - si avvicendano senza interruzioni e ritornano come vecchi fantasmi. Nella stessa puntata, tra una puntata e un’altra, di edizione in edizione. Chi l’Ha Visto? ha l’indubbia capacità di saper fidelizzare il proprio pubblico, crearsi uno zoccolo d’uro e ripartire, con serietà e risolutezza, per la soluzione di un caso o, strenuamente, verso la ricerca di essa. Tra casi recenti e altri archiviati, di provincia o internazionali.
Non è un azzardo paragonare Chi l’Ha Visto? ad un grande romanzo. Sia esso un giallo di Agatha Christie, quando dopo una serie di trasmissioni arriva la polizia britannica in Italia per compiere interrogazioni a tappeto su uno strano tagliatore di ciocche di capelli, che unisce nel tempo e nello spazio la sparizione di Elisa Claps, nel lontano 1993, e l’efferato omicio di Heather Barnett, nella lontana Inghilterra. Sia esso un thriller di Stephen King, laddove l’uccisione del Mago di Tobruck unisce insieme le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, un identikit dell’assassino e l’ombra tangibile della mafia che colpisce anche dentro la propria famiglia. E questo solo a citare due fra i misteri della puntata di lunedì scorso.
Dietro tutto ciò c’è la sapienza del racconto, che non lascia spazio a pietismi e dibattiti. Solo noi, immagini recenti o di repertorio, qualche intervista e qualche appello e, poi, Federica Sciarelli e tutta la redazione del programma a saper mediare il tutto. E a saper tenerci incollati al teleschermo.
Effettivamente, il nero domina su tutti gli altri colori della cronaca e le morti hanno preso il sopravvento sulle sparizioni. Prima del nero, però, c’è il giallo, il noir e quant’altro possa connotare la ricerca della verità. Che non è mai trionfalmente esibita, però. Quanto, piuttosto, offerta. Anche quando non è stata ancora scritta. E, allora, si riparte a rileggere le vecchie pagine, nella speranza di cogliere un nuovo, importante dettaglio che prima era sfuggito. Anche quando non corrisponde al finale che ci saremmo aspettati. Ed in questo è più reale di qualunque reality e di qualunque “e vissero felici e contenti” il piccolo schermo sia capace di propinarci.
1. simo ha scritto:
26 ottobre 2009 alle 09:55