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febbraio

SANREMO 2015, TESTI CANZONI: KALIGOLA – OLTRE IL GIARDINO

Kaligola

Kaligola

Kaligola, all’anagrafe Gabriele Rosciglione, ha 17 anni e frequenta il quarto anno del liceo scientifico. Il suo nome d’arte è nato per caso grazie al successo ottenuto su Youtube con il brano “Ego sum Kaligola” (2012), scritto quando aveva solo 14 anni e apprezzato dai media anche per l’insolito uso del latino nel testo (ha 7 in latino al liceo).

Arriva sul palco del Festival di Sanremo 2015 nella categoria Nuove Proposte con la canzone “Oltre il giardino” per la quale non solo ha curato il testo e le musiche ma anche la regia del videoclip ufficiale già disponibile online. A tal proposito dice:

Questo video è stato girato nel mio quartiere e l’attore che fa la parte del protagonista Giovanni è un artigiano – Fabiano Luigi Barberini – che abita lì vicino. L’ho scelto perché trovo il suo volto scavato molto interessante e, tra l’altro, ha proprio 64 anni come il protagonista della mia storia. Quando gli ho chiesto se avessi potuto riprenderlo ha accettato subito“.

A dirigere l’orchestra del Festival di Sanremo per Kaligola sarà il nonno Giorgio Rosciglione.

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Testi Sanremo 2015, Kaligola: Oltre Il Giardino

Oltre il giardino
di G. Rosciglione

Questa è la storia di un uomo senza pi catene
Da dove sia venuto nessuno lo sa bene
Lui conosce il dolore ma lo tiene lontano
Stringe solo ciò che regge il palmo di una mano

Ha affermato la sua mente all’altezza del suo cuore
E dipinge ogni gesto coi colori dell’amore
Ogni grigio mattone è caduto tempo fa
Ora è un uomo diverso senza più necessità

Il suo nome è Giovani ha 64 anni, sorride ogni giorno sin dal primo mattino
Passa il tempo rovistando in un cestino
Qui nel parco lo conosce ogni bambino
Ma nessun vuol sapere o guardare oltre il giardino
La distanza e proiezione di quello che in realtà
Ci è più vicino
Così ciascuno passa avanti e riprende il suo cammino

E non cerca domani
E non sente più ieri
Tra le mani di sabbia
Non trattiene i pensieri
Solo il 10 novembre
Puoi sentirlo gridare

Lo si può trovare sempre al parco comunale
Un angelo barbone che fa guardia contro il male
Per i grandi è solamente un matto da evitare
Ma lui veglia sui bambini perché l’orco può tornare
Come un santo protettore
Scappato dall’inferno
Cammina a piedi nudi
Sia d’estate che di inverno

Ogni falsa speranza è caduta tempo fa
Ora è un uomo diverso senza più necessità
Come un santo mendicante ora non possiede niente
S’è spogliato del passato
Ha lasciato alle sue spalle
La sua forma più arrogante
Si trascina per la strada fischiettando dolcemente
Il dolore pesa meno se disciolto in ogni istante
E la sola melodia che adesso sente
È l’eternità illusoria del pensiero

E non cerca domani
E non sente più ieri
Tra le mani di sabbia
Non trattiene i pensieri
Solo il 10 novembre
Puoi sentirlo gridare

Per la gente del quartiere è un povero demente
Che cammina senza meta
con uno sguardo assente, non ricordano che un tempo
Controllava la sua vita ma
che quella di suo figlio dalle dita gli è sfuggita

Il tempo è denaro e non si può sempre giocare
Ti ho portato anche ai giardini, fammi lavorare
Questo sempre diceva, ma è stato tempo fa
Ora il figlio non chiama, non cerca il suo papà

Il suo nome è Giovanni, ha 64 anni
Ha inventato un calendario senza affanni
Solo il 10 di novembre
nella nebbia del mattino
puoi sentirlo urlare il nome di un bambino

È il passato che ritorna e lascia senza fiato
Una crepa che si apre nel suo viso ormai strappato
E guardando oltre quel muro puoi vedere il suo destino
Stilla il sangue delle rose sulla neve del giardino

E non cerca domani
E non sente più ieri
Tra le mani di sabbia
Non trattiene i pensieri
Solo il 10 novembre
Puoi sentirlo gridare

Una voce nel vuoto
E un nome che ormai
Non sa più pronunciare

[Testi Sanremo 2015: tutte le canzoni del Festival]



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