20
ottobre

FRATELLI D’ITALIA, I TG IN DIALETTO SON DESTI: IL MANCATO PRIMATO PADANO

TG in dialetto

Strano ma vero, nel mondo delle logiche globali risorgono le culture territoriali e l’informazione si tinge dei colori lingustici più tipici di ogni zona. La Lega mette il primo tassello al mosaico della sua rivoluzione culturale cominciando proprio dai telegiornali il restyling economico e sociale del nostro paese.

Bona serada a toc, con questo saluto bergamasco Tg Nord Nazione, testata giornalistica di TelePadania, ha deciso di lanciare la nuova tendenza, o per lo meno rilanciare quel prototipo del cambiamento vagheggiato per il Nord dalle camicie verdi, proponendosi come vessillo del dialetto nella tv, dando realizzazione concreta ai desideri dei ministri Zaia e Castelli (leggi qui per ricordare i particolari del loro intervento nel dibattito politico-culturale a propositò dell’identità veicolata dalla lingua).

Il progetto, iniziato a metà settembre, ha basi serie e prevede il finanziamento di tale rilancio culturale attraverso la destinazione di parte del fondo regionale a sostegno delle industrie della comunicazione. I modelli di riferimento, espliciti anche nel discorso del giornalista pioniere dell’innovazione presso i cittadini, sono i tg in lingua cimbra e mochena delle valli trentine ma anche le produzioni sovvenzionate dagli enti locali di Sicilia e Sardegna.

Non è però la solita esclusiva trovata padana perché il paese è pieno di esempi di tg locali dialettali ed è proprio nel segno della rivendicazione che i tarantini hanno chiesto di riconoscere il loro primato nella messa in onda di un telegiornale interamente in una lingua diversa dall’italiano. Sette anni or sono da quando Tg Nuestre ha iniziato a trasmettere il notiziario seguendo completamente le intonazioni linguistiche del proprio territorio.

Basti guardare i video dei servizi del tg pugliese per comprendere quanto ormai sia entrato nell’orizzonte culturale, tanto che la gente non fa assolutamente fatica a essere intervistata in tarantino e rispondere in italiano, raramente a controbattere in dialetto stesso per il pregiudizio sociale che attribuisce poco prestigio alle varietà non standard della lingua. Peculiarissimo il servizio-reportage sulla notte di Santa Cecilia che racconta, rigorosamente in dialetto, tutto il folklore: dalle pettole ai presepi.

Sulla stessa lunghezza d’onda linguistica, e dunque pronti a smentire il primato nordico anche Tg Montaguto e le gag di una rete veneta nel Tg Bronse.

Regione che vai, tg dialettale che trovi insomma…

  • Video TG Nuestre (Taranto)

 

  • Video Tele Padania

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13 Commenti dei lettori »

1. giulia ha scritto:

20 ottobre 2009 alle 13:05

Non ho parole! :(



2. roberto ha scritto:

20 ottobre 2009 alle 13:12

Morto Mike, gli italiani dimenticheranno l’Italiano e torneremo indietro di 55 anni!!!



3. luigino ha scritto:

20 ottobre 2009 alle 13:28

iniziativa degradante dai connotati palesemente separatisti e dediti all’incitamento razziale (che in italia c’è e in primis tra i connazionali). si studia l’inglese, si creano lingue artificiali (come l’esperanto) per promuovere un linguaggio comune nel mondo e, qualcuno cosa fa? promuove i dilattismi e i campanlismi dediti a promuovere prurito per chiunque parli diversamente. Per me iniziativa bocciata. E’ un modo negativo di conservare i dialetti.



4. giulia ha scritto:

20 ottobre 2009 alle 13:38

Immagino già i giornalisti del Tg Campania ( che non sono bellissimi da vedere, peraltro ) che ci saluteranno con un : ” Statv’ bbuon ! “.

Tanto vale, far leggere le notizie a Gigio D’Alessio ( a proposito, ho letto che la moglie Cammela , frequenterebbe un tronista … ) ! :(



5. roberto ha scritto:

20 ottobre 2009 alle 13:42

Il figlio invece fa lo stilista per Valeria Marini e sta con una delle 4 nuove
“professoresse” dell’Eredità.



6. giulia ha scritto:

20 ottobre 2009 alle 13:50

Una famiglia prestigiosa… ;)



7. Taichi ha scritto:

20 ottobre 2009 alle 14:18

trovo veramente assurdo questo fatto del dialetto nei tg, sono d’accordo sul fatto che i dialetti si devono salvaguardare e non devono perdersi, ma come ha detto roberto qui si rischia di ritornare indietro nel tempo quando più della metà della popolazione era “ignorante” e si esprimeva solo in dialetto, siamo nel 2010 cavolo, la lingua del nostro paese è l’italiano e non il padano(termine che odio l’italia è una sola e non come vorrebbe bossi dividerla in padania ed italia) il romano, il napoletato o il siciliano



8. Mari 611 ha scritto:

20 ottobre 2009 alle 14:49

Io non avvertirò la differenza rispetto agli anni passati. Le mie figlie hanno avuto nell’ordine maestre siciliane, calabresi e napoletane ed ora pugliesi che intercalano continuamente modi di dire dialettali ad un italiano privo di “gl” scandita e di passato prossimo nonchè totalmente orfano di ogni qualsivoglia modo verbale che non sia l’indicativo. Tra parenti padani e insegnanti italiani non avranno nessun problema a capire i TG :)

Una cosa non mi torna però: come mai in Puglia ho trovato insegnanti pugliesi che parlavano e scrivevano un italiano assolutamente corretto, mentre a Milano non ne ho trovato uno che sia uno che conoscesse la consecutio temporum? Mistero…



9. TRCC ha scritto:

20 ottobre 2009 alle 14:55

gli unici dialetti dell’italiano sono il laziale e il toscano…gli altri sono lingue autonome e (come dichiara l’unesco) tutte le lingue locali dovrebbero essere salvaguardate… per esempio in spagna Tutte le regioni sono bilingue, come da noi il friuli , il sudtirolo e il sardo. giusto l’insegnamento scolastico… la spagna è uno stato unito da secoli ma in ogni provincia si insegna a scuola la lingua locale…non c’è niente di male. Mi dispiace che l’unico partito a promuovere questa battaglia sia il partito della lega, il quale non mi sta molto simpatico.



10. Ciro ha scritto:

20 ottobre 2009 alle 15:01

Non reputo giusto che un tg sia fatto in dialetto, nonostante penso che i dialetti fanno parte della nostra cultura e della nostra religione.
Comunque, televisivamente parlando, faccio presente che qui a Napoli, su un emittente privata, TELE AKERY, va in onda (forse ora non va piu’) già dalla fine degli anni novanta una sorta di TG nazionale, chiamato A’ NUTIZIA!



11. Mari 611 ha scritto:

20 ottobre 2009 alle 17:16

Bello…A’nutizia! A me piacerebbe che il tg regionale fosse veramente regionale…in ogni regione il proprio dialetto parlato da un nativo del posto però. Chessò mi trovo a Napoli e seguo la nutizia data alla “Luciano De Crescenzo”…che meraviglia!E’ questo il problema…a me piace tantissimo il napoletano, così come il romagnolo, e altri…li capisco ma non li so parlare…parlo il mio anzi i miei che ascolto da sempre e li tramando ai posteri. Giusto anche l’insegnamento nelle scuole secondo me…un’ora alla settimana per mantenere il proprio dialetto e le proprie tradizioni…e perchè no anche la conoscenza di balli e costumi locali. Però…c’è un però…il piemontese parlato da un insegnante calabrese non si può sentire e altresì il siciliano parlato da un bergamasco e allora…a ciascuno il suo. Allora sì, tutti d’accordo.



12. sirio ha scritto:

20 ottobre 2009 alle 18:12

TRCC,
non è vero che solo quelli sono dialetti. Ci sono in linguistica delle categorie ben specifiche per distinguere dialetto e lingua. Fattelo dire da me: il siciliano è un dialetto, non una lingua…almeno allo stato attuale…perché lo statuto delle lingue è mutevole



13. sirio ha scritto:

20 ottobre 2009 alle 18:14

Fate bene distinzione fra dialetti e italiano parlato con inflessioni regionali però…i confini sono labili ma la distinzione è importante



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