Da colei che fa ancora confusione sul concetto di factual, non ti aspetteresti frasi come: “facciamo televisione, incominciamo a imparare bene i termini“. Eppure questa volta Caterina Balivo ci tiene a mettere i puntini sulle “i”: Il Più Grande Pasticcere - da martedì 25 novembre su Rai2, qui tutte le info – non è un programma di cucina ma un talent show. “C’è bisogno che la gente arrivi al prodotto – ci spiega la conduttrice – affinchè possa rimanere incollata”. D’altro canto una fuorviante definizione potrebbe essere un ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo del 7.5% di share dichiarato, nel corso della conferenza stampa di presentazione, dal direttore di Rai2 Angelo Teodoli.
Ma vediamo e ascoltiamo cosa ha da dire Caterina Balivo:
Intervista a Caterina Balivo
Torni in prime time. Si chiama Il Più Grande Pasticcere ma è un programma di cucina?!
No, è alta pasticceria.
L’alta pasticceria non è cucina?
No, se poi dici che cucina è il posto dove si crea il dolce assolutamente sì. Ma per me cucina è un’altra cosa; è un primo, un secondo, un antipasto, fare una pizza. Non chiamate i nostri pasticceri “cuochi” chè si arrabbiano (nel frattempo è arrivato il giudice Roberto Rinaldini a consegnarle il suo libro, ndDM). La cosa bella di questo programma è essere stata coccolata da 14 uomini.
Sul fronte ascolti, il direttore ha parlato di un 7,5% di share. Sei ottimista?
Nè ottimista, nè pessimista. Quello è il dato che ha detto il direttore e il direttore ha sempre ragione. Penso che sia un programma nuovo, le persone devono capire che si tratta di un talent. Secondo me, però, se una persona a casa intercetta il programma non lo molla più. Però ci deve arrivare.
Bake Off l’hai visto?
Ti dico la verità: no. Ho visto delle cose su internet, perchè mi piace Benedetta Parodi, è veramente deliziosa. Se non sbaglio lì ci sono dieci persone comuni che hanno la passione per la pasticceria; quindi è proprio un altro mondo. Tra l’altro, a parte Knam, la giuria è composta da una giornalista e da Benedetta Parodi (non è giudice del programma, ndDM). Non ci sono giudici internazionali. Mi sembra di vedere delle differenze, anche nel mio ruolo di vigilessa del programma. Non giudico niente.
Non credi però che l’alta pasticceria possa rendere più difficile il processo d’immedesimazione.
Dipende. Hai ragione: quando io vedo un croquembouche, io dico non ce la farò mai ma noi non vogliamo che tu lo rifaccia a casa, ma che ti appassioni ai dieci ragazzi, che possa capire quanta fatica c’è dietro un dolce, che possa vedere le eccellenze italiane. Non vogliamo insegnarti niente, ci sono già altri programmi che lo fanno. Compreso Detto Fatto.
Ci saranno interazioni con Detto Fatto?
Ci divertiremo molto a fare degli spot divertenti “giù il cappello, su il cappello”, poi capirete il perchè. I giudici appena si libereranno verranno in trasmissione, sarebbe un onore averli come guest per qualche tutorial. Ma comunque sono due mondi differenti: Detto Fatto è un programma di tutorial che è diventato un contenitore per la generalista, questo è un talent. Facciamo televisione, incominciamo a imparare bene i termini. A me hanno fatto un corso a parte, tutto agosto per farmi capire cosa saremmo andati a fare e abbiamo fatto.
1. kalinda ha scritto:
20 novembre 2014 alle 15:24