Esterna, RVM, tronista; sono soltanto tre dei nuovi vocaboli della lingua italiani, entrati con prepotenza nei modi di dire, e non solo, di italica fattura. Colpevole dei nuovi ingressi, superflueo dirlo, la televisione.
E se la tv crea, la stessa tv distrugge, linguisticamente parlando. Il logorio costante e crudele della nostra bellissima lingua si consuma tanto nei reality quanto nei salotti del tubo catodico, in cui la dizione è un optional e la grammatica soltanto un lontano ricordo. Capita, infatti, che a Uomini e Donne ci si prodighi molto spesso in disquisizioni filosofiche sulle arti amatorie ma si ignori del tutto l’esistenza e l’uso del congiuntivo, che trova spazio soltanto nei pochi e misurati interventi della conduttrice. Perchè, come se servissero scusanti, l’indicativo è pronto all’uso, comodo e senza troppi “fronzoli“. E il fan club del modo indicativo, che nemmeno a dirlo raccoglie i detrattori del tanto temuto congiuntivo, vanta fra le sue fila gran parte dei prezzemolini tv, concorrenti dei reality e quella gggente vera che non ha bisogno di copione, perchè in tv ci è andata per essere nient’altro che se stessa. E la spontaneità è una delle prime tesi tirate in ballo da chi non possiede enormi doti oratorie: da Federico Mastrostefano alla nuova tronista Monica, la musica è sempre la stessa, “non saprò parlare ma almeno sono una persona vera“. E tanto basta.
D’altra parte a rappresentare la bellezza delle donne italiane quest’anno è stata chiamata Maria Perrusi, eletta miss del bel paese ma a quanto pare non del suo idioma; ancor prima di ricevere la corona, la statuaria Maria ha chiesto a tutti di non “essere scherzata” per la sua altezza, che a suo dire è rea di averla messa diverse volte “in disagio“. Stessa storia fra i banchi di Amici: se Alessandra Amoroso si dimostra dalle pagine di Vanity Fair piuttosto ignorantella su politica e costume, non sono da meno i suoi predecessori del talent di Canale 5, più volte colti in fallo dalla severa Mari, costretta, fra un errore di dizione e un altro, a rabbrividire per eventuali crimini grammaticali commessi nei confronti dei nostri verbi. E allora lode al ritorno in tv della teatralissima Franca Leosini, che su Raitre è tornata a raccontare le sue Storie Maledette ogni sabato alle 23:45.
I racconti della Leosini, così come le sue domande, sono come una continua sfida al baratro in cui sembra cadere inesorabilmente l’Italiano del piccolo schermo. A sentire la professionalissima giornalista, sembra quasi che la consecutio temporum, il congiuntivo e le irregolarità più ostiche vantate dalla nostra grammatica riescano a prendere una boccata d’aria fresca. E allora viene spontaneo tifare per Franca Leosini, che non svolge soltanto il compito di informare, ma anche quello di ricordare ai telespettatori che la sintassi è viva, anche se versa in grave condizioni.
E pensare che la televisione italiana si è, giustamente, presa il merito di aver insegnato a leggere e a scrivere milioni di spettatori grazie alle storiche lezioni di Alberto Manzi in “Non è mai Troppo Tardi“. E senza tirare in ballo il placito capuano, ma citando semplicemente chi l’italiano lo ha diffuso proprio attraverso il piccolo schermo, vogliamo lanciare l’appello per la salvaguardia della dignità della nostra lingua. Quel titolo diceva già tutto: non è mai troppo tardi!
1. Peppe ha scritto:
15 ottobre 2009 alle 18:46