La riforma della Rai non spetti a Renzi. Il Presidente della Commissione di Vigilanza Roberto Fico non ha usato giri di parole e, proprio nei (cento) giorni in cui il Governo si appresta a cambiare il servizio pubblico, ha lanciato la propria idea. “La riforma della governance Rai deve discendere dal Parlamento. Più che un ddl del governo, servirebbe un’iniziativa parlamentare” ha dichiarato l’esponente grillino nell’ambito di un convegno cui ha partecipato anche la Presidente di Viale Mazzini Anna Maria Tarantola (qui il suo intervento).
Fico, in particolare, ha chiesto ai gruppi parlamentari di “lavorare insieme ad una proposta di legge” e, con un pronunciamento dal retrogusto politico, ha auspicato che sia l’Aula- con i suoi tempi – a definire le trasformazioni alla governance di Viale Mazzini.
Roberto Fico: riforma è materia del Parlamento
“La riforma della governance è assolutamente materia del Parlamento ed è il Parlamento che deve affrontarla anche in tempi non velocissimi per riformare il servizio pubblico da qui a 10 o 20 anni. Nella riforma dovremo far comprendere perché vengono eletti i consiglieri e quali meriti hanno. Se la tv è il quarto potere, deve essere trattato come tale, garantendo una netta divisione rispetto agli altri poteri“
ha detto Fico. Dal fronte governativo, intanto, il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, ha ribadito l’intenzione dell’esecutivo di intervenire.
Rai, Giacomelli: pronti a scuotere il servizio pubblico
“Il nostro primo obiettivo è scuotere il servizio pubblico del nostro Paese da questo immobilismo quasi ventennale. Non si tratta di cercare colpe o retroscena. Diciamo che una fase si è chiusa ed è necessario aprirne una nuova che dia una nuova legittimazione e nella quale il servizio pubblico conquisti una nuova centralità nel Paese, capace di guardare alle dinamiche del futuro“
ha dichiarato Giacomelli intervenendo al convegno organizzato dalla Rai. Il Sottosegretario ha inoltre informato che il governo è al lavoro per predisporre proposte di riforma da sottoporre al Parlamento in tre punti chiave. Eccoli:
“una riforma radicale del canone, che introduca equità, certezza di risorse e che lo renda meno odioso ai cittadini. Avanzeremo rapidamente una proposta su questo. Secondo, bisogna intervenire su una riforma della governance che restituisca alla Rai il suo ruolo di azienda in una diminuita invasività della politica, ma non delle istituzioni. Terzo, il rinnovo per la convenzione per la concessione del servizio pubblico che abbia chiarezza nel mandato e nelle risorse, oltre a modalità innovative“
Secondo i ben informati, al di là degli annunci occasionali e di circostanza, le prime proposte potrebbero arrivare a breve, anche su sollecitazione degli stessi vertici Rai.