13
settembre

STORIE MALEDETTE: FRANCA LEOSINI RIPARTE DAL CASO DI STEFANIA ALBERTANI

Franca Leosini

Pino Pelosi, l’assassino di Pasolini, Angelo Izzo, uno dei “mostri” del Circeo, Immacolata Cutolo, moglie del boss della camorra Fabio Savi (quello della Uno Bianca), Patrizia Gucci, sono solo alcuni dei protagonisti di vicende giudiziarie che hanno maggiormente segnato l’opinione pubblica, intervistati negli ultimi vent’anni da Franca Leosini. La giornalista, autrice e conduttrice di Storie Maledette, inaugurerà, questa sera alle 23,45 su Rai3, la quattordicesima edizione del programma, un vero cult per gli appassionati del giallo.

La trasmissione, nata nel 1994, ha ben poco da spartire con la tv del dolore e la spettacolarizzazione del crimine, molto di moda in queste ultime stagioni televisive. Al contrario, in Storie Maledette, proprio grazie alla professionalità della Leosini, pungente e acuta conoscitrice dell’animo umano, le trame costruite ad arte lasciano il posto ad un racconto asciutto ma allo stesso tempo incalzante del male, narrato da chi questo male lo ha inflitto. In ogni puntata la giornalista ricostruisce il percorso psicologico e l’iter giudiziario di chi ha commesso un crimine, offrendo puntualmente agli spettatori uno spaccato della società che, in quei delitti e in quei crimini, rispecchia il malessere che li hanno generati.

Storie Maledette – Franca Leosini riparte dal caso di Stefania Albertani

Al centro della prima puntata ci sarà la storia a dir poco clamorosa di Stefania Albertani, una vicenda umana e giudiziaria che non ha precedenti, destinata a fare storia, per due motivi. E’, infatti, la prima volta che in Italia in un processo entrano, con peso decisivo per la definizione della pena, le Neuroscienze. Vale a dire, quelle tecniche di accertamento che consentono di studiare aree del cervello che regolano funzioni specifiche del comportamento: nel caso in questione, aree del cervello preposte a istinti aggressivi e criminosi. Ma soprattutto per la prima volta, chi si è reso protagonista di una “maledetta storia” rivela in una trasmissione televisiva quello che nel corso del Processo aveva taciuto, dichiarando di non ricordare e non sapere i delitti commessi, la loro modalità e il movente.

Ventisei anni nel 2009 all’epoca dei fatti, famiglia d’imprenditori del comasco, Stefania Albertani, geometra, anche lei imprenditrice, ragazza di straordinaria intelligenza, è sinistramente abitata da una doppia identità. Un alter ego in incognito che la possiede, la domina, a sua insaputa determina e guida le sue azioni. Anche le più feroci e le più scellerate. Condannata a venti anni di reclusione più tre di Ospedale Psichiatrico Giudiziario, Stefania Albertani - che attualmente sconta la pena nell’OPG di Castiglione delle Stiviere (Mn) -  rivela a Franca Leosini come e perché ha ucciso la sorella e ne ha incendiato il corpo; come e perché ha tentato di uccidere i genitori dando fuoco alla loro macchina; come e perché ha strangolato la madre che – in extremis – è stata salvata, malgrado Stefania ne avesse già affidato al fuoco il corpo straziato. Il fuoco ricorre dunque come una maledizione in questa vicenda e nell’intervista rilasciata da Stefania Albertani davanti agli occhi dell’impassibile Leosini.



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