Il colpo grosso della puntata di Domenica Cinque, trasmissione almodovoriana come poche secondo Rupert Everett, dopo le zequilate e il Corona contro tutti della scorsa settimana, si chiama oggi Loredana Bertè Show. Invitare l’istrionica cantante è ormai garanzia di destabilizzazione della scaletta, ma va bene così: è il miracolo della tv che se ne frega delle forme della tv, è il rituale dell’eccentrica che punta i piedi e ottiene regolarmente quello che vuole.
Bizze straordinarie anche oggi per l’artista mattacchiona, capace di mettere in subbuglio tutta la produzione con i suoi capricci pieni di invettive (e francesismi aulici, come crediamo immaginiate). Ha praticamente bloccato un’intera trasmissione fino a quando non le hanno portato il ‘maledetto’ foglio che pretendeva per concedersi alle telecamere.
La ‘grande Loredana’ si piazza al microfono e chiede suggerimenti per l’attacco di Sei bellissima, di cui non ricorda minimamente l’incipit… e via così ad una serie di pezzi con le interpretazioni sui generis di chi può permettersi di stonare, saltare pezzi o storpiare come vuole ciò che vuole. Il suo è il potere dell’incontrollabile, dell’automatismo psichico, quasi il sogno del surrealismo di Breton: nessun filtro al pensiero dissacrante.
Sprazzi di angosciante disagio e dolore emergono invece dalla chiacchierata che la Bertè fa tutta abbracciata alla D’Urso sulla poltroncina. Dal rinnovo delle accuse per la morte di Mia Martini alle saghe dei suoi sfratti e delle vicissitudini che contraddistinguono ormai la sua strampalata quotidianità (leggi qui solo per un esempio).
E poi l’amicizia con Renato Zero, i piccoli ricordi dei budini dell’amata sorella, rievocata soprattutto per i suoi tristi viaggi verso la Calabria per sciogliere i nodi del male di vivere. Gli occhi di Loredana sono sempre cupi, la tristezza esistenziale è costante e anche la luce diventa un nemico pericoloso per la cantante, sempre più chiusa in sè per paura del mondo che l’ha ferita intimamente da sempre ma in virtù del quale ha sviluppato una personalità artistica ineguagliabile.
E’ sempre comunque divertente seguirla in tutto il suo straordinario bisogno di attenzione. Perché non metterla nel cast fisso. Forse troppo pericoloso tenere a piede libero per lo studio la massacratrice della burocrazia televisiva?
1. il bislacco riky ha scritto:
12 ottobre 2009 alle 08:16