Non è un segreto né, tantomeno, un delitto: Quarto Grado ha fatto tesoro della propria esperienza e ieri sera, al debutto di una nuova stagione, si è presentato al pubblico con una veste rinnovata, perfezionata ed attinta dal proprio spin off estivo. L’analisi del dna televisivo ha confermato tale contaminazione: lo storico corredo genetico del programma non è cambiato e, anzi, ne è risultato potenziato. L’approfondimento di Rete4, condotto per il secondo anno da Gianluigi Nuzzi ed Alessandra Viero, ha infatti integrato alcuni elementi appartenuti a Segreti e Delitti, apportando delle variazioni che hanno rafforzato l’identità del programma. Un antidoto all’effetto déjà vu.
Quarto Grado: lo studio rinnovato
Prima tra le novità, l’ampliamento dello studio. Quest’anno Quarto Grado ha avuto a disposizione due spazi, che hanno meglio distinto – anche visivamente – le componenti di informazione ed approfondimento scientifico. A fronte di un esordio, quello della passata stagione, piuttosto formale, stavolta Gianluigi Nuzzi è apparso sin da subito a suo agio, capace di attribuire il giusto ritmo alla narrazione e al confronto tra gli opinionisti. Degno di nota, il garbo con cui il conduttore ha sostenuto le interviste alla madre di Federica Mangiapelo, la giovane trovata morta nel lago di Bracciano, e a quella della piccola Kicca Loffredo, gettata da un balcone dopo aver subito violenze. Un commovente e rispettoso faccia a faccia con due ergastolane del dolore, irrorato da lacrime e sospiri.
Quarto Grado: le docu fiction
Sul fronte dell’approfondimento, apprezzabile l’apporto puntuale di Alessandra Viero, in tandem con il Generale Luciano Garofano. Tra le novità introdotte ed attinte da Segreti e Delitti, l’unica a lasciarci perplessi è stata la necessità di ricostruire i principali casi di cronaca con docu-fiction che riportano i dialoghi e le gesta dei loro protagonisti. Tale scelta, di indiscutibile impatto televisivo, da una parte incuriosisce il pubblico ma dall’altra rischia di contaminare quello stile giornalistico asciutto e rigoroso che caratterizza il nuovo corso del programma.
Per intenderci, di Massimo Bossetti bastava l’originale, ormai sbattuto sugli schermi a tutte le ore: era proprio indispensabile arruolare un attore suo sosia per ricostruirne le deposizioni?
1. lorenzo ha scritto:
6 settembre 2014 alle 20:38