5
settembre

FEDERICO NOVELLA A DM: CI SCANNEREMO PER TROVARE OSPITI QUEST’ANNO, CI SONO TROPPI TALK. ECCO IL NUOVO STUDIO DI MATTINO CINQUE

Federico Novella

Federico Novella

Ronciglionese, 33enne, inizia giovanissimo a fare il giornalista per… protesta! Grazie ad una lettera inviata a Il Foglio (e poi pubblicata) per segnalare un errore del suo testo di storia, fu notato da Maurizio Belpietro che, a soli 19 anni, lo volle a Il Giornale per scrivere analisi politiche. Arrivano, poi, Studio Aperto e TgCom24 sino alla chiamata più importante, quella per affiancare Federica Panicucci alla conduzione di Mattino Cinque.

Federico Novella è ora pronto a guidare la seconda edizione del morning show di Canale 5 e, per l’occasione, arriva su DavideMaggio.it per tracciare un primo bilancio, lanciare una nota polemica e dedicarci un’anteprima: Federico ci mostrerà, infatti, il nuovo studio di Mattino Cinque.

Federico Novella: la video intervista di davidemaggio.it

Buongiorno! Dove ti trovi?

Buongiorno a te. Io sono in una località amena, si chiama Cologno Monzese, non so se la conosci. Siamo tornati a lavoro, siamo nel pieno della preparazione.

E’ tutto pronto o mancano ancora gli ultimi preparativi?

Tutto pronto, tenendo presente che c’è una parte che non puoi prevedere con 3 giorni d’anticipo. Noi partiamo lunedì, e ci sono alcune scelte che dobbiamo ancora fare. Ci sono degli eventi in divenire. Domenica pomeriggio chiuderemo perfettamente  la puntata. Tra l’altro io ho fatto alcune foto che poi ti mando per mostrarti in anteprima una delle novità di quest’anno a Mattino Cinque. Ci sarà un gran bello studio, rinnovato, fresco, dinamico, con dei nuovi colori.

Ma è un restyling alla Pomeriggio Cinque, ovvero soltanto il pavimento, oppure ci sono delle novità?

Le scene non no sono state rivoluzionate, sono state rinnovate,  mettiamola così. Uno studio più tecnologico, con dei titoli nuovi, delle grafiche nuove…

La conduttrice è sempre la stessa?

La conduttrice è sempre la stessa, lei non ha bisogno di essere restaurata, e neanche il conduttore ne ha bisogno.

Il conduttore immaginavo, visto che c’è l’ho davanti. La conduttrice non si sa mai. E’ tornata da Forte dei marmi, o sta ancora “svacanzando” da quelle parti?

E’ tornata, bellissima e sorridente. Sta proprio bene.

A me di te colpiscono due cose. La prima riguarda i tuoi esordi professionali di qualche anno fa…

Hai un provino in costume da bagno?

No, mi riferivo ai tuoi inizi. Diciamo che hai avuto una buona dose di fortuna, sintomo, però, di un po’ d’intelligenza. Sbaglio?

Io ho cominciato come molti giornalisti, non solo della mia generazione, molto giovane, a diciotto anni, scrivendo. Poi  per caso sono capitato in televisione.

Io parlavo proprio degli esordi da giornalista.

Giornalista televisivo intendi?

No, mi riferisco a quella famosa lettera che tu hai mandato ad un giornale per segnalare un errore…

Si, diciamo che quella è stata la scintilla. A scuola lessi una cosa che non mi piaceva sul mio libro di storia. Pensa che adolescenza che ho avuto…

Un po’ nerd…

Un po’ nerd si, e lo sono anche rimasto. Scrissi appunto questa lettera di protesta ad un giornale, in cui mi lamentavo perché il mio libro di testo di storia diceva delle cose che secondo me erano inesatte. Venne pubblicata, e da lì cominciai a scrivere, mentre continuavo a studiare. Poi ho finito di studiare e mi sono dedicato al mestiere. E’ stato un inizio un po’ particolare.

La seconda cosa che mi piace è una frase che hai detto in un’intervista rilasciata alla brava e simpatica Chiara Maffioletti del Corriere: ‘i giovani devono crederci fino in fondo ma capire anche quando è il momento di cambiare mestiere’.

Esatto, anche se dirlo a parole è semplice. Nei fatti quando arriva il momento di cambiare mestiere è un po’ più difficile. Si rischia di parcheggiarsi, di fissarsi su un sogno che magari non è esattamente la cosa che fa per te.

Immagino che tu abbia fatto un bilancio della tua prima stagione a Mattino Cinque. Come definiresti questo primo anno?

E’ stato un anno sperimentale. Io sono stato preso dal telegiornale, che è il prodotto su cui lavoravo da dieci anni, e mi sono ritrovato a ricoprire un ruolo per certi aspetti molto diverso. Perché  condurre un programma così popolare, così importante, con un pubblico così vasto, e anche abbastanza pretenzioso, è stato un bel salto. Per quanto mi riguarda il bilancio è stato positivo. Si può migliorare, si deve migliorare. Ci sono state sicuramente mancanze da parte mia, qualcuna ho già previsto di colmarla il prossimo anno.

Io ti ho visto un po’ rigido. Sembrava che tu andassi in punta di piedi, per evitare di pestare qualche piede che magari non si doveva pestare…

Rigido si, perché quando apri la diretta di Canale5, specialmente i primi giorni, ti senti una certa responsabilità. Uno può far finta di nulla, caricarsi, auto-motivarsi, però ti trovi davanti il pubblico per la prima volta, ed è tutto un po’ diverso. E questo ti irrigidisce un po’.  Col tempo devo cercare di sciogliermi. Devo dire che però non c’è stato il timore di pestare i piedi. Ho avuto la massima liberà. E da un lato è una cosa bella, dall’altro ti prendi tutta la responsabilità di quello che dici, non avendo limiti.

Tu sei uno dei pochi voltoi nuovi in un periodo in cui si parla tanto di rinnovazione, cambiamento…

Sono un rottamatore (sorride, ndDM). Ci sono dei volti nuovi. Io ho visto dei bei prodotti, dei buonissimi conduttori. Non mi posso permettere di dare giudizi, però da Giulia Innocenzi su La7, a Mia Ceran su Rai3, è bello che ci sia una nuova generazione di giornalisti freschi, dinamici. Ed è auspicabile che determinati maestri da cui abbiamo imparato moltissimo, ad un certo punto lascino il posto agli allievi.

A proposito di maestri, usciamo da Cologno monzese, e andiamo a Roma. Che ne pensi dell’arrivo di Giannini a Ballarò?

Sai, è un personaggio autorevolissimo, sono curioso. Il vicedirettore de La Repubblica non è esattamente un personaggio che porta avanti una linea popolare. Oggi si dice che i talk politici non possono esistere se non si popolarizzano. Sono curioso di vedere cosa farà. E’ un giornalista politico a tutto tondo, dovrà sciogliersi un po’. Vedremo quale sarà la sua strategia. Tu non sei curioso?

Sicuramente curioso, ma secondo me c’è il rischio che con Giannini si vada troppo sul tecnico.

Penso la stessa cosa. E’ un rischio che sta sempre dietro l’angolo.

Che rapporto hai con l’infotainment? A te che vieni dalla politica, piacerebbe a Mattino Cinque puntare più sulla politica, magari rendendola più accessibile al telespettatore medio, oppure virare più sulla cronaca?

Io sono un cronista politico. La politica fatta lasciando raccontare i politici è una cosa del passato che non interessa più nessuno. La politica, specialmente al mattino, devi farla arrivare con le parole e gli stimoli giusti. Spesso la politica è infotainment. Specialmente in Italia, non è chiaro quando finisce la politica e quando inizia lo spettacolo. Il prossimo anno punteremo ad avere esponenti importanti, da Renzi in giù. Poi su Renzi se vuoi ti dico una cosa…

Dilla subito…

Matteo Renzi ti aspettiamo a braccia aperte a Mattino Cinque… Io in redazione ho un pacco di fogli che sono le domande che i signori e le signore che guardano il nostro programma spediscono a Matteo Renzi, chiamandolo anche per nome. Ho un sacco di domande da farti caro Matteo… ti aspettiamo a braccia aperte!

Un invito formale c’è già stato?

Si, l’invito c’è già stato, lo aspettiamo. Non vorrei che ci venisse il sospetto, anzi, in realtà è più di un sospetto, che Renzi tenda a parlare con giornalisti a lui molto vicini.

Quindi nel tuo caso non verrebbe?

Io non sono un nemico di Renzi. Sono uno che però le domande se le fa. Renzi dice che quelli che criticano il governo sono gufi. Io non mi reputo un gufo. Meglio essere gufo che un  gatto sornione da accarezzare.

Politicamente dove ti collochi?

Oltre.

Che paraculo. Parlando di cose serie, con Flavia Vento come è andata a finire?

Con Flavia Vento ci sentiamo ogni tanto, no sto scherzando. In un brillante curriculum uno si ricorda sempre di Flavia Vento.

E’ stata carina, dai…

Forse devi  riassumere la storia ai tuoi lettori.

Si è vero, ricordiamolo: qualche tempo fa, quando eri a TgCom24, fosti oggetto da parte di Flavia Vento su Twitter di una delle sue tante manifestazioni…

…di ebrezza!

Ha manifestato degli apprezzamenti nei tuoi confronti. Apprezzamenti che alla fine ti hanno portato anche bene…

Si, si. C’è stato anche un bel siparietto. Sono andato da Barbara D’Urso e ci siamo anche incontrati. Dico la verità, non mi ricordo neanche cosa ci siamo detti, credo niente d’importante. Però è stata una parentesi carina.

Chissà se ci è o ci fa.

Non è un insulto, non è neanche un complimento, ma secondo me ci è.

Cosa spinge un giornalista come te, che si occupa di politica e che ha esordi importanti, ad accettare di lavorare a Studio Aperto, che probabilmente tra i tg è quello con un linguaggio più giovane e, per questo, tratta di politica in maniera differente?

La mia palestra per Mattino Cinque è stata Studio Aperto. Se riesco a fare Mattino Cinque senza eccessive difficoltà è  grazie a Studio Aperto. Lì ho imparato da subito ad usare un linguaggio semplice, vicino ai giovani. Ho iniziato ad affrontare la politica in maniera spettacolare, che anche l’unico modo per affrontarla, perché se no la gente cambia canale.

Il confine tra politica e spettacolo è sempre più sottile…

Sarà una stagione terribile, perché ci sono troppi talk. Sono nauseato, ma non per come sono fatti, ma per quanti sono. Non possiamo pensare che il pubblico tutte le sere si senta la messa cantata dei politici. Ci scanneremo per trovare gli ospiti quest’anno.

Il problema credo che sia tutto dei politici. Fino a quando continueranno a fare gli showman e le showgirl si farà spettacolo e non politica…

Però se non sei un po’ intrattenitore i voti non li prendi. I grandi leader di partito sono tutti un po’ intrattenitori.

Qual è l’ospite che ti piacerebbe avere a Mattino Cinque, quello che ti renderebbe più orgoglioso?

Se devo sparare alto, dico quello che dicono tutti: Papa Francesco. Basta telefonare. Di solito è lui che telefona.

Sino ad ora è stato solo Papa Giovanni Paolo II a telefonare ad un programma televisivo. Papa Francesco non lo ha mai fatto. Una telefonata del Papa è una medaglia da appuntare all’uniforme?

Se parli con il Papa in diretta entri nella storia. Se ti chiama il Papa qualche merito ce l’avrai. Bravo Bruno Vespa, si conferma un maestro.

Tre motivi perché i telespettatori debbano sintonizzarsi lunedì su Canale5 alle 8.40?

Per  sapere le ultime notizie,  per divertirsi,  e perché vi vogliamo tanto bene.

Mattino Cinque: il nuovo studio / foto



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7 Commenti dei lettori »

1. Miki ha scritto:

5 settembre 2014 alle 17:50

Nuovo studio? Dove?!



2. iki ha scritto:

5 settembre 2014 alle 18:26

È di un’antipatia incredibile come d’altronde tutti i giornalisti di infotaitment Mediaset( Del Debbio,Toti,Liguori,Giordano)



3. Gigrusso ha scritto:

5 settembre 2014 alle 18:48

Certo perché Floris, Fazio e la Durso sono vicinissimi a Renzi eh



4. Angelo-tizzoli ha scritto:

5 settembre 2014 alle 20:22

Ammazza e che figo! ;)) è single??



5. Candy ha scritto:

6 settembre 2014 alle 09:41

L’ironia è altissima quando uno come lui dice “Renzi parla solo coi giornalisti a lui vicini”.
Ma ’sta gente si rende conto di quello che è, di quello che dice, per chi ha lavorato e per chi lavora?



6. Luca ha scritto:

6 settembre 2014 alle 14:30

lo studio è praticamente identico…aspetto di vederlo con le luci e gli schermi…



7. Esabac ha scritto:

7 settembre 2014 alle 13:27

Sbaglio o hanno ridotto il pubblico?

Comunque sulla pagina twitter di Matt 5 si vede illuminato e con i nuovi schermi



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