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RAI: 11 GIUGNO SCIOPERO E MANIFESTAZIONE CONTRO I TAGLI. PER M5S E FI “SCIOPERO GIUSTIFICATO”, PER RENZI “UMILIANTE”

Rai - Viale Mazzini

Rai - Viale Mazzini

I dipendenti Rai scendono in piazza contro il taglio di 150 milioni di euro imposto dal decreto IRPEF del governo, che mostrerebbe “evidenti profili di incostituzionalità“. Lo sciopero e la manifestazione, previsti per il prossimo 11 Giugno, saranno illustrati martedì prossimo in conferenza stampa dai leader di CGL, CISL e UIL Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Per ora si ipotizza una forte riduzione dell’informazione e il blocco delle trasmissioni in diretta, proprio alla vigilia della partenza dei mondiali di calcio, prevista per il 12 Giugno.

Sciopero Rai: le motivazioni

Secondo una nota diffusa dai sindacati: “I tagli imposti non colpirebbero gli sprechi, per la riduzione dei quali siamo disponibili al confronto, ma i posti di lavoro, creando le condizioni per lo smantellamento delle sedi regionali e per la svendita di RaiWay alla vigilia del 2016, data in cui dovrà essere rinnovata la concessione per il servizio pubblico, lasciando intravedere inquietanti ritorni a un passato fatto di conflitti di interessi e invasione di campo dei partiti e dei Governi“.”Indicare in Raiway e nelle sedi regionali – si legge ancora - i luoghi verso cui operare vendite o riduzioni significa infatti far morire la Rai e compromettere seriamente il rinnovo della concessione per il servizio pubblico. L’affermazione condivisibile secondo cui ‘anche la Rai deve contribuire al risanamento del Paese‘, nasconde un’operazione poco trasparente che rischia di mettere in ginocchio il servizio pubblico e la tenuta occupazionale della più grande azienda culturale del Paese, che non deve essere usata per fare cassa“.

Sciopero Rai: il dibattito politico

Tale dibattito si presenta come un campo privilegiato per l’opposizione politica: Roberto Fico, presidente della commissione di vigilanza Rai e deputato del M5S, intervistato dal Fatto Quotidiano, ha definito lo sciopero “legittimo nel metodo e assolutamente motivato” e non esclude la partecipazione di una delegazione del M5S alla protesta. Per lui quella di vendere una parte di Rai Way è la “soluzione peggiore che il governo potesse suggerire!”. E per risparmiare auspica in Rai “la riduzione degli appalti esterni in favore delle risorse interne“, un ripensamento di RaiNews che “realizza uno share bassissimo” e una riduzione delle testate giornalistiche a tre: regionale, nazionale e internazionale. Anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri crede che lo sciopero dei dipendenti Rai sia “Più che giustificato” e definisce la vendita di Rai Way “una strategia rozza, che costringe a svendere pezzi pregiati come le torri di trasmissione.”

Il governo, dal canto suo, difende le proprie scelte: a margine del Festival dell’economia di Trento il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan ha dichiarato: “La Rai come altri enti è sottoposta alle richieste della spending review e queste implicano che ci debba essere uno sforzo di efficientamento. La possibilità di utilizzo di una parte di Raiway – ha spiegato – rientra nel processo di riduzione dei costi“. Ed il presidente del consiglio Matteo Renzi, affonda il coltello affermando:«Si tratta di uno sciopero umiliante quando qui tutte le famiglie, nel Paese reale tirano la cinghia. Facciano e poi confrontiamo i numeri e quanto costano sedi regionali». Con o senza proteste insomma, il governo non sembra essere intenzionato a tornare sui suoi passi.



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