Paolo Sorrentino ha vinto l’Oscar per il Miglior film straniero con La Grande Bellezza, ed è inevitabile che ora tutti salgano sul carro del vincitore. E c’è chi, alla vigilia dell’Oscar, ha anche rivendicato le origini del regista, come Tinny Andreatta, Direttore di Rai Fiction, che a Tv Talk non ha mancato di precisare che sì, anche nel Belpaese esiste una contiguità tra cinema e televisione, come dimostrato proprio dal regista napoletano, che è nato nelle fila Rai con La Squadra. Per l’azienda pubblica, nonostante il film Premio Oscar sia prodotto dal diretto concorrente, non può che essere motivo d’orgoglio.
Lo stesso però non si può dire per Paolo Sorrentino che invece, in una recente intervista a Wired, ha preso decisamente le distanze da viale Mazzini e da Rai Fiction, criticando senza se e senza ma il modello produttivo italiano. Al regista non dispiacerebbe affatto occuparsi di una serie tv perché “ci sono temi complessi che sarebbe semplificatorio contenere in un film” e le serie invece “permettono una narrazione complessa”. Peccato che tutto ciò non sia fattibile perché solo Sky è ad oggi “l’unico interlocutore possibile per la produzione”. Non proprio un bel biglietto da visita per la direzione guidata dalla Andreatta.
Il regista peraltro ha pressoché rinnegato il suo passato, quella Squadra in cui è nato ma che era solo “frustrante. C’erano condizionamenti sui contenuti, condizionamenti economici, e c’erano tanti paletti che tutto ti spingeva a un appiattimento, a un prodotto senza vere ambizioni”. Quindi sì alle serie tv, ma no se queste sono le condizioni di Rai ma anche di Mediaset, che peraltro è produttore proprio de La Grande Bellezza, perché sono “ancora legati a una televisione melodramma, con schemi obsoleti” mentre “gli americani sono più avanzati per quanto riguarda la libertà di chi fa, libertà nella scelta delle cose da raccontare e nel modo di raccontarle”.
E sono anche i migliori nell’uso del digitale che, però, per Sorrentino deve essere “detonante all’interno della narrazione, come ad esempio riesce a fare Martin Scorsese”, quello stesso Scorsese che il regista non ha mancato di ringraziare durante la proclamazione. Insomma, la tecnologia al servizio della narrazione, all’interno di un modello produttivo moderno, che superi quello sceneggiato che magari fa anche ascolti ma che è veramente troppo obsoleto al giorno d’oggi. Come dargli torto?
1. Alessandro ha scritto:
3 marzo 2014 alle 16:42