12
agosto

MISSION: REALITY O SOCIAL SHOW? E SULLA PUNTATA ZERO QUALCOSA NON TORNA

Giancarlo Leone

Non chiamatelo reality, per carità. Sennò poi qualcuno si indigna di nuovo, e se riparte la polemica buona notte ai suonatori: non ne usciamo più. Su Mission si è ormai detto tutto e il contrario di tutto, ma le critiche più aspre si sono scatenate in modo particolare attorno alla definizione da attribuire al format di Rai1 (roba da ridere ormai!). Non a caso, il direttore della rete ammiraglia, Giancarlo Leone, si è sentito in dovere di intervenire sulla querelle, nel tentativo di gettare acqua sul fuoco e di replicare alle accuse ricevute.

Si è montato un dibattito su una parola, reality, che non esiste nei fatti: la presenza dei personaggi sarà documentata in loco e successivamente oggetto di montaggio

ha detto il direttore, precisando che non ci saranno né diretta, né eliminazioni, né giochi, ma soltanto un racconto rispettoso delle drammatiche realtà documentate. Dunque, bandita la definizione di reality. Eppure, in una recente video intervista concessa a DM, Leone descriveva Mission come un “reality umanitario” e incasellava il format senza fare troppe precisazioni sul vituperato genere televisivo. Oggi, invece, il termine da lui usato per identificare la trasmissione è quello di “social show“. Cosa è cambiato?

Il direttore faceva inoltre riferimento ad una disavventura capitata in Congo a Michele Cucuzza e Barbara De Rossi (“li mandammo allo sbaraglio, hanno rischiato l’ebola“), aggiungendo che “quello era un numero zero da cui poi è partito il vero programma“. Tuttavia, in un comunicato dei giorni scorsi, la Rai ha fatto sapere che “non esiste al momento alcun numero zero. C’è soltanto una piccola parte video girata l’estate scorsa che non costituisce una puntata pilota”. A quale versione credere?

In un’intervista rilasciata all’Espresso nel settembre 2012, infatti, il direttore aveva annunciato la messa in onda didue puntate pilota a dicembre, il sabato sera“, a dimostrazione del fatto che una parte del girato fosse già pronta a finire in tv. E allora, forse, qualcosa non torna. Quanto poi ai dettagli del programma, Leone aveva detto a DM di non poter ancora svelare il nome del conduttore, riconoscendo però la presenza di questa figura nello show.

Alla luce delle recenti precisazioni, viene dunque da chiedersi quale sarà nello specifico il compito affidato al conduttore. Ma forse è troppo presto per rispondere, perché – a quanto pare – Mission è uno show che sta ancora prendendo forma, che si sta evolvendo in tempo reality. Pardon, reale.

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3 Commenti dei lettori »

1. Sanfrank ha scritto:

12 agosto 2013 alle 13:00

Credo che questo Sig. Leone sia di un’ignoranza televisiva di bibliche proporzioni.
Capisco la difficoltà di ritrovarsi un bel cerino acceso tra le dita, ma cercare tante scuse per “indorare la pillola” come il fatto di aver tentato di spettacolarizzare le missioni umanitarie, lascia alquanto basiti.
Non conosco il programma, ma vorrei ricordare che il termine reality rivolto ad un genere televisivo non vuole assolutamente significare eliminazioni, nomination, televoto … e quant’altro, ma semplicemente la trasposizione televisiva di un contesto REALE. Tra l’altro se io dovessi definire un programma simile, scegliendo tra le definizioni Reality e Social Show, considerando che la traduzione letterale, che spero tanto il Signor Leone abbia avuto il tempo di fare, mi troverei le seguenti definizioni Realtà e Spettacolo Sociale. Tra le due definizioni trovo assolutamente vergognosa la seconda, perché vorrebbe significare proprio quello che vogliono tenere taciuto, ossia il fatto che avrebbero (il condizionale è d’obbligo, solo per il fatto che ancora non ho visto il programma) spettacolarizzato (Show=Spettacolo, al peasello mio) le missioni umanitarie!!!



2. Francesco ha scritto:

12 agosto 2013 alle 13:04

Lo chiamino pure come gli pare,non sono incuriosito e pertanto non sono affatto invogliato nemmeno dalle polemiche a guardare uno show sui campi profughi con vip in versione Madre Teresa di Calcutta.Casualmente ho guardato ieri su Rai5 un ottimo documentario inglese sulla realtà della Somalia e i rifugiati ed è quella la strada seria da seguire per informare e sensibilizzare. Nel trattare questi temi occorre credibilità e le sceneggiate con i vip lasciamole ai programmi trash di intrattenimento.



3. pier ha scritto:

12 agosto 2013 alle 19:21

Signorini definì LA FATTORIA un TALENT ! Quindi….

Ma perchè vergognarsi a dire che MISSION è un reality io nn lo so..
Rai 1 con i reality mi sembra il cavaliere Silvio cn i comusti :-)



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