31
luglio

LA TV PAKISTANA METTE IN PALIO…BAMBINI

Aamir Liaquat Hussain

Un copioso premio in denaro? Una decappottabile rossa fiammante? Un week-end ai Tropici per tenere lontana la suocera? Sono molte le ricompense che un quiz televisivo può elargire ai suoi vincitori, ma mai ci saremmo aspettati che uno di questi sarebbe potuto essere…una neonata abbandonata. E’ successo – come racconta La Stampa – in un programma pakistano stile Ok, il prezzo è giusto, quando una coppia incredula si è vista consegnare fra le braccia un infante per essersi aggiudicata la puntata.

Fermo restando che mettere in palio un bambino probabilmente attirerebbe senz’altro l’attenzione di coppie sterili o gay, finalmente libere da staminali e contratti di adozione, la scelta del programma ha sollevato un polverone di polemiche beatamente ignorate dallo show e dai suoi organizzatori. Lo stesso conduttore Aamir Liaquat Hussain, fedelissimo ai precetti dell’Islam, ma anche star tv e perfino un sex symbol, difende la scelta e zittisce le critiche. “I bimbi abbandonati sono condannati a crescere per strada per poi essere magari arruolati dai terroristi e concludere la loro esistenza come attentatori kamikaze. Noi stiamo solo cercando di offrire loro un’alternativa, che cosa c’è di sbagliato?“. Certo magari, a distanza di anni, quando il bambino chiederà lumi sulla sua nascita, mamma e papà potranno dirgli di aver azzeccato il prezzo di un frigorifero ed esserselo aggiudicato in diretta tv, ma questa è un’altra storia.

D’altronde il programma di Hussain, trasmesso in diretta per 7 ore al giorno durante il mese di Ramadan, sta registrando un boom di ascolti e non sono pochi quelli che sospettano che l’insolito premio sia solo un escamotage per fare impennare l’audience. L’Ong che ha preso in carico la piccola, la Chhipa Welfare Association spiega che ogni mese, nella loro sede, trovano rifugio fino a 15 piccoli. “Troviamo queste piccole creature negli angoli delle strade, nei cesti dell’immondizia, alcuni morti, altri con il corpicino devastato dai morsi di animali randagi. Perché impedire che qualcuno provi a regalare loro un futuro diverso?. Ma possibile che non ci siano altri modi di salvare questi piccoli che non sia il ruolo di ricompensa in un quiz televisivo?Malgrado l’intento sia (apparentemente) nobile, c’è qualcosa che non quadra. Un bambino, oltre a essere il classico bambolotto da strapazzare di coccole a mo’ di Topo Gigio, è anche un’enorme responsabilità. Cosa accadrebbe se finisse nelle mani di concorrenti scampanati e superficiali? Come affronterebbe la verità il piccolo una volta cresciuto? E, soprattutto, come poter pensare di paragonare un essere umano a un qualsivoglia microonde, vacanza per due o scooter ad alta velocità?

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1 Commento dei lettori »

1. Sanfrank ha scritto:

31 luglio 2013 alle 16:56

Già il fatto che anche in Pakistan ci siano state polemiche per questo programma (considerando che non stiamo parlando di un paese così liberale e dove i diritti umani spesso vengono calpestati dalla dura realtà) fa ben sperare. L’idea di trarre profitto da una bimba abbandonata tra i rifiuti da i brividi, a maggior ragione considerando che lo fanno (dicono loro) per una giusta causa.
Nota di colore: ma è proprio sicuro che il tizio della foto, nel suo paese, sia considerato un sex symbol? Se così fosse credo che non sia molto fotogenico!!



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