7
luglio

LE INCHIESTE DELL’ISPETTORE ZEN: UN’OTTIMA SERIE TV MA IL PUBBLICO DI CANALE 5 APPREZZERA’?

Le inchieste dell'Ispettore Zen

Il termine Zen non si riferisce all’insieme di scuole buddhiste giapponesi, ma è il cognome di origine veneziana dell’ispettore Aurelio, protagonista giustappunto de Le inchieste de l’ispettore Zen. Attenzione però, se leggendo il titolo vi sembrerà di ritrovarvi di fronte all’ennesimo detective della tv, vi sbagliate di grosso. Basta, infatti, seguire i primi minuti della nuova serie di Canale 5 per rendersi immediatamente conto che la fiction in questione ha ben poco da spartire con altre fiction nostrane, e non solo quelle di stampo investigativo.

La cura della fotografia, un sapiente intreccio tra storie verticali e orizzontali, la dinamicità della regia e la caratterizzazione dei personaggi, fanno trasparire da subito la natura internazionale del progetto. La serie è, infatti, prodotta dalla BBC in collaborazione con la ZTF tedesca  e con la RTI del gruppo Mediaset. Protagonista delle vicende, nei panni di Aurelio Zen, è un più che convincente Rufus Sewell, in grado di regalare all’ispettore quel giusto mix di fascino e ironia, e un’ambiguità tale che al termine del primo episodio ancora non ci permette di inquadrarlo perfettamente. Al suo fianco l’amico ispettore, Gilberto, interpretato da Francesco Quinn (a cui la serie è stata dedicata in seguito alla prematura scomparsa), e la bella Tania Moretti, cui dà il volto Caterina Murino, quasi sconosciuta al pubblico televisivo italiano, ma da tempo apprezzata dai più lungimiranti produttori stranieri.

Come nei romanzi di Michael Dibdin, da cui la serie è tratta, la storia si svolge a Roma. Una Capitale irriconoscibile, nella quale l’immagine da cartolina si arricchisce di ambientazioni cupe e cariche di mistero. E’ qui che si muovono intrighi politici e sette segrete, la cui evoluzione animerà i due restanti episodi. Un prodotto dunque più curato e ricercato rispetto alla media delle fiction Mediaset, che proprio per questo motivo potrebbe non trovare il pieno consenso del pubblico di Canale 5, abituato a prodotti dallo stile narrativo ma anche visivo, decisamente più elementare, come dimostrato dal successo della recente e a dir poco dozzinale miniserie Pupetta – Il coraggio e la passione.

In attesa di capire quale sarà il responso dei telespettatori, vediamo insieme le anticipazioni del secondo appuntamento in onda sempre su Canale 5, domenica 14 luglio alle 21.30.

Nel secondo film tv intitolato La Cripta, il noto personaggio Umberto Ruspanti è trovato morto sotto un ponte vicino al Tevere. La sua morte sembra avere tutte le caratteristiche di un suicidio. In realtà c’è chi nutre dubbi in proposito e richiede i servizi dell’ispettore Zen per investigare a fondo. L’ispettore Zen però è un cane sciolto e si forma ben presto una sua opinione al di là delle pressioni: Ruspanti è stato spinto giù dal ponte. Il signor Garruso, amico e avvocato di Ruspanti, lo informa che il suo assistito teneva una cassetta di sicurezza ed era in procinto di vendere informazioni a qualcuno. Zen è quindi avvertito che potrebbe essere coinvolta un’organizzazione criminale segreta, di cui però nessuno sembra voler parlare, tranne Arianna, una escort amica della vittima. Nel frattempo, la vita privata di Zen è sempre piu’ complicata. Tania Moretti ha deciso di lasciare il marito e trovare un proprio appartamento e sembra anche flirtare con uno degli altri detective colleghi di Zen, perché’? La moglie di Zen chiede il divorzio mentre una p.m. molto attraente ha chiaramente messo gli occhi su di lui.



Articoli che potrebbero interessarti


Pechino Express 2015 - seconda puntata
PECHINO EXPRESS 2015, SECONDA PUNTATA: COSTANTINO CEDE LA CONDUZIONE A MAGALLI. VINCONO ANCORA GLI ANTIPODI


Hell's Kitchen Italia - Carlo Cracco
HELL’S KITCHEN ITALIA: CRACCO CHE IMITA RAMSAY NON CONVINCE. MA IL CAST E’ AZZECCATO


Per Amore del Mio Popolo - Don Diana
PER AMORE DEL MIO POPOLO – DON DIANA: ANTICIPAZIONI SECONDA PUNTATA


Alessandro D'Agate - MAPV11
Matrimonio a Prima Vista 11: ecco che cosa succederà nella seconda puntata

11 Commenti dei lettori »

1. Luigi ha scritto:

7 luglio 2013 alle 23:32

Che porcheria! La “cura della fotografia” sarebbe il colore cianotico dato dall’inizio alla fine stile giornata nuvolosa attraverso gli occhiali da sole? Menomale che non ho letto il libro. Indagine praticamente assente stile don Matteo, finale che più ambiguo non si può, recitazione senza sangue e tematiche (polizia corrotta) importate dai telefilm americani senza alcuna contestualizzazione. Meglio Pupetta di questa porcheria. Almeno è più verace (e lo dice uno che non l’ha vista Pupetta).



2. Pippi ha scritto:

8 luglio 2013 alle 02:29

Ero molto curiosa per questa mini serie, quindi stasera mi sono posizionata davanti alla tv.
Sicuramente non tanto disastrosa come sostiene Luigi, sempre molto meglio di molte fiction italiane, Don Mattei e Pupette compresi. Buon prodotto di taglio Inglese.
Il titolo italiano è fuorviante, perchè al centro dei libri, e come si capisce dal titolo originale della miniserie, non sono e non devono essere le inchieste, ma Aurelio Zen. La recitazione asciutta rende molto bene il personaggio per come è descritto nei libri. Direi che mi ha incuriosita abbastanza da voler vedere il secondo episodio.



3. Markos ha scritto:

8 luglio 2013 alle 07:50

Ho seguito questa serie e l’ho trovata buona. Intrigante e coinvolgente fino all’ultimo. Concordo con l’articolo: il pubblico di Canale5 non è abituato a questi tipi di fiction dallo stampo british (che si nota alla grande!)…



4. Luigi ha scritto:

8 luglio 2013 alle 08:52

Se mi dite che il paragone va fatto con Don Matteo e Il medico in famiglia, siamo d’accordo. Se mi dite che il soggetto è il personaggio e non le indagini, siamo d’accordo. Se invece mi dite che il paragone è Montalbano, non ci siamo proprio. Ma poi, mi spiegate perché quel colore spento? E che c’entra la polizia corrotta che non è un tema italiano? E il “ministro” che chiede ad un ispettore qualunque di truccare le prove?



5. Pippi ha scritto:

8 luglio 2013 alle 10:53

Ha molto piu’ a che fare con un Montalbano che con Don Matteo. I colori sono giusti secondo me per rendere il clima emotivo di Zen. Se chiedi che c’entra la corruzione con l’Italia allora ti mancano pezzi di storia



6. Luigi ha scritto:

8 luglio 2013 alle 11:05

Montalbano è 10 spanne sopra.
Ti sei chiesta perché la luce del sole è al centro dello spettro visibile o, se preferisci, lo spettro visibile è a cavallo della luce del sole? Perché l’occhio umano è fatto per vedere bene con quella luce. Un filtro si può usare per cinque minuti, ma non per tutto un film. Sembra una serie girata in Lapponia d’inverno. Che c’entrano quei colori con l’Italia? Se si ricorre ai colori per descrivere lo stato d’animo di un personaggio, vuol dire che non si sa fare a parole.
Quanto alla corruzione, nessuno la nega, ma in questo telefilm sembra che i poliziotti italiani siano tutti ladri e corrotti e che questo sia un fatto acclarato (lo dice lei rivolgendosi a lui a proposito dei collegi), mentre non è così. Se lo pensi anche tu, si vede che vivi in Inghilterra come l’autore e non conosci l’Italia (come l’autore).



7. Pippi ha scritto:

8 luglio 2013 alle 12:57

E’ paragonabile a Montalbano come tipo di qualita’ rispetto al resto delle fiction italiane, non come immaginario.
Questo tipo di fotografia rispecchia esattamente le atmosfere dei libri, quindi direi che e’ perfetta. Anche perche’ normalmente la fotografia italiana fa abbastanza pena.
Ho visto ben di peggio di questi accenni sulla corruzione italiana in fiction italiane e in film tv su vicini periodi storici italiani fatte da noi, questa mi pare proprio acqua di rose.
E stiamo sempre parlando di fiction cmq, non di fatti storici. Anche se a ben pensarci gli ultimi 50 anni di storia italiana hanno dimostrato ben peggio riguardo al marcio e alla corruzione. Molto peggio. E vivo qui.
Ma tu sei sempre quello che non capisce nemmeno Crossing Lines se non sbaglio, quindi direi che non mi stupisco delle tue affermazioni.



8. Luigi ha scritto:

8 luglio 2013 alle 13:15

Non credo di essere lo stesso di Crossing Lines (non lo conoscevo proprio prima che lo nominassi oppure l’ho dimenticato). Comunque la serie mi sembra che non abbia avuto successo in GB e non lo stia avendo qua, quindi forse non sono io che sbaglio.



9. Mattia Buonocore ha scritto:

8 luglio 2013 alle 13:19

La serie non ha avuto grande successo in Inghilterra ma non è stato un flop ed ha ricevuto una serie di critiche positive.



10. Pippi ha scritto:

8 luglio 2013 alle 13:24

@Luigi, scusa allora, ma stai facendo delle osservazioni simili a quelle di qualcuno che parlava dell’altra coproduzione internazionale in cui è coinvolta l’italia, quindi mi sono confusa.
Il mancato successo in Italia non credo sia dovuto ai motivi da te sottolineati, in inghilterra invece male non è andata.
I motivi piuttosto li attribuirei a quello detto in questo articolo, il pubblico italiano è stato abituato male e preferisce roba in cui non deve pensare troppo, più dozzinali ed elementari, specie quello di canale5 ultimamente



11. Simona ha scritto:

28 luglio 2013 alle 21:07

io ho visto la prima puntata e di sicuro non sprecherò tempo a guardare le prossime
dal punto di vista cinematografico sarà anche un prodotto diverso e forse anche migliore ma trama e sceneggiatura sono davvero penosi

si vede chiaramente che l’autore non conosce affatto l’Italia e gli italiani .E’ per questo che NON c’è paragone con Montalbano dove con poche battute l’autore rende la psicologia dei personaggi anche di quelli minori e sia i “tipi” che le storie sono radicatissimi nel luogo dove si svolge la storia (sia inteso come Sicilia che come Italia). Invece nell’ispettore Zen c’è un Italia vista da un inglese (ma c’è mai stato??): la polizia e la politica sono corrotte? e chi lo nega? ma nella fiction pare di stare in una dittatura sudamericana anni ‘70 … e poi il paese dove va Zen e che sembra una cittadina del far-west senza legge? e la ragazza che vive allo stato selvaggio? ma vi sembra realistico?



RSS feed per i commenti di questo post

Lascia un commento


Se sei registrato fai il login oppure Connetti con Facebook

Per commentare non è necessaria la registrazione, tuttavia per riservare il tuo nickname e per non inserire i dati per ciascun commento è possibile registrarsi o identificarsi con il proprio account di Facebook.