11
aprile

THE VOICE E I DUETTI TRAVESTITI DA DUELLI

The Voice - battles - seconda puntata

The Voice - battles - seconda puntata

Avete presente il classico duello dei film western? Quello in cui, nella classica strada assolata di una sperduta città di frontiera, due cowboy si affrontano, con mano calata sul calcio della pistola, pronti a sparare un unico colpo che ucciderà uno dei due? Bene, se state guardando le Battles di The Voice, vi renderete immediatamente conto che il duello all’ultima nota finisce, inevitabilmente, con l’assumere le sembianze di un comunissimo duetto protetto dalla solita, rincuorante stella bonaria tipica del programma. Ma andiamo per ordine.

Mentre i coach si forniscono di nuovi abiti, fra cui la tenuta da gitana sfoggiata da Noemi e probabilmente presa in prestito dall’Esmeralda del collega Cocciante, Fabio Troiano si sforza di interpretare il “padrino” perfetto di un duello canoro lento, sia nei tempi che nell’esecuzione. Nemmeno il monito della leonessa sul fatto che “ci saranno delle battaglie all’ultimo sangue” e il classico tintinnio udìto prima di salire sul ring riescono a condire lo show di quel pathos e di quell’energia in più che lo renderebbe una gara molto più competitiva e meno legata alle solite “eliminazioni sofferte”e alle solite lacrime dei concorrenti rincuorati, come sempre, dal giudice di turno come Raffaella Carrà che promette, alla mancata scelta, di rivederla fuori. Poco importa che sia in fila alla posta o in mezzo al traffico del Raccordo Anulare, se la Raffa (qui il suo team) lo ha detto, evidentemente sarà vero. I ragazzi ci credono, si esercitano fino allo stremo e i coach, complice la durata di tre ore della puntata, prendono tempo. Sì, perché nel tempo impiegato da Noemi nella scelta di Nausicaa, il giovane Santiago De Martino ha imparato a camminare, a mangiare, a vestirsi e a pronunciare le parole “schiena” e “farfallina” in men che non si dica.

..:: LE FOTO DI TUTTI I DUELLI DELLA PUNTATA ::..

La formula è sempre la stessa, i duetti (pardon, i duelli) si ripetono a ritmo serrato, ma i giudici affrontano a modo loro la scelta del proprio pupillo. Se la Raffa non può fare a meno di abbracciare il perdente e giustificare ripetutamente la scelta, Riccardo Cocciante, sempre pacato e riservato, sceglie la via meno battuta del tecnicismo, del pathos trasmesso dalla performance e del sapiente dosaggio di parole e consigli. L’aria buonista e accomodante del programma trova, però, un decisivo smorzamento in Piero Pelù (qui il suo team), il personaggio più bohémienne e controverso di quest’edizione che, all’ipovedente Jasmine e la sua versione di “Ti sento”, in grado di spedire un quarto dei telespettatori in un centro Assistenza Amplifon, le preferisce la più grintosa Cristina. Segno che, in presenza di un vero talento, anche il “politicamente corretto” può sacrificarsi per una volta.

Esattamente come le Blind Auditions, le Battle scorrono ma non entusiasmano troppo. Assenti particolari sorprese se non la scelta di Noemi (qui il suo team) di appioppare “Baby” di Justin Bieber alle giovani Chiara e Martina o le sporadiche apparizioni di Fabio Troiano. Certo, per un treno partito a cento all’ora e con tutti gli auspici per crescere e accattivare sempre più, un po’ delude che le Battles non siano riuscite a tener viva la tensione e la melodia permeante della prima fase. Ma solo un’altra Battle ci separa dall’atteso Live che, libero dal lavoro di post-produzione e dall’eccessivo indugio su particolari trascurabili, si spera regali emozioni e brividi ben più forti e suggestivi di quelli condivisi precedentemente. Dopotutto, “This is the Voice!”.

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6 Commenti dei lettori »

1. Fafo1970 ha scritto:

12 aprile 2013 alle 09:15

purtroppo molti spettatori sono assuefatti ad anni di aggressività maleducazione e presunzioni inutili di certi programmi (amici in primis)e quando si assiste ad un prodotto ben confezionato e tranquillo si parla di buonismo imperante…



2. milly ha scritto:

12 aprile 2013 alle 12:12

Sono daccordo con Fafo1970…Non se ne può più dei litigi e ipocrisie sul regolamento che cambia ogni tre secondi stile Maria di Filippi di Amici…Della volgare Ventura di X Factor. Finalmente c’è un talent pacato, che ha una formula nuova (che ogni tanto è da rodare e correggere sicuramente, ma almeno è nuova) e i blogger di tv subito a lamentarsi, fare le pulci…accusare di buonismo, come se essere Buoni sia diventato in Italia una cosa negativa: giusto essere cattivi e velenosi come la Ventura? Ipocriti come la De Filippis? Arroganti come Morgan? Beceri e corrotti come i nostri politici??…Che pretendete da una signora come la Carrà, che si “sputtani” anni e anni di gloriosa carriera creando la solita inutile polemica contro un giudice o un cantante solo per portare più phatos o ascolto al programma?? La Carrà è sempre stata così, educata, diplomatica…anche se poi come dimostra nel programma quando decide, decide anche sorprendendo e spiazzando molto di più rispetto agli altri giudici in gara, dimostrandosi molto più “moderna” in certi casi. Preferisco i battibecchi scherzosi tra Pelù e Carrà. La sorniona Noemi…preferisco questi duetti con musica dal vivo, alcuni eccellenti altri molto meno riusciti (è una gara…non tutti possono essere ottimi). Magari si potrebbero rivedere le scelte degli aiuto-coach: I Modà e l’altro tipo del quale ignoro il nome del team Pelù sono del tutto inutili, non sanno parlare, non danno alcun consiglio…Meglio Morandi e Biondi che si sforzano di essere più tecnici e dare supporto. Insomma The Voice ha come tanti altri programmi i suoi difetti, ma è anche alla prima edizione e può migliorare, rodarsi, capire cosa funziona e cosa no…ma rispetto agli altri talent è una boccata di aria fresca, senza i veleni, litigi e gli insulti, ma con tanta musica live e leggerezza…



3. Luigi ha scritto:

12 aprile 2013 alle 12:32

Ho visto solo dalle 23 in poi, ma ho l’impressione che questi duetti siano solo un modo per allungare il brodo. In realtà non è necessario essere esperti di musica per capire, già dalle prime note, chi sarà scelto e chi tornerà a casa. Anche perché spesso i duetti mi sembrano sbilanciati in partenza. Prendiamo ad esempio il duetto di Tina Turner, coach Piero Pelù, della settimana scorsa. Una cantante aveva la voce graffiante, l’altra cristallina. Chi sarebbe stata scelta? Allora diciamo che le battaglie servono solo per aumentare il numero di puntate e che si potevano restringere in partenza le squadre dei coach. Un altro appunto lo faccio a Cocciante (perché è uno dei pochi che ho visto). Non si può assegnare alla cieca un brano senza tenere conto delle abilità canore dei concorrenti.



4. Luigi ha scritto:

12 aprile 2013 alle 12:41

Concordo con @milly sugli aiuto coach Modà e Godano. O hanno detto qualcosa di interessante ed è stata tagliata, oppure non hanno detto niente e sono andati solo a fare una gita.



5. Marco89 ha scritto:

12 aprile 2013 alle 13:36

@ Milly: però essere buoni è un conto, buonisti è un altro. A volte alcune cose possono essere dette senza arroganza…se scegli un nome automaticamente uno lo tieni fuori e senza essere aggressiva un pizzico di sana critica ci vuole.
Non concordo sui coach, anzi…il meno vivo è quello dei Marlene ma non mi sembra che Morandi dia tanto contributo!



6. Nina ha scritto:

12 aprile 2013 alle 15:21

I Modà fanno ridere, arriva il leader con gli altri due al seguito che non dicono una parola.



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