3
aprile

BARABBA, UN EROE AMERICANO

Billy Zane

Nei Vangeli, l’odiata figura di Barabba viene citata esclusivamente al momento della sua scelta da parte del popolo di Gerusalemme, istigata dai sacerdoti del Sinedrio, al posto di Gesù di Nazareth, nell’espediente organizzato dal governatore Ponzio Pilato per “lavarsi le mani” dell’intera faccenda. Sessant’anni fa, lo scrittore Par Lagerkvist vinse il Nobel per la letteratura con un romanzo dedicato a Barabba e, proprio da quest’ultimo, prende il via la fiction in due puntate diretta da Roger Young e andata in onda sulla prima rete Rai lunedì e martedì in prima serata.

Certo non ci vuole un cinefilo incallito per ravvedere un inconfondibile stile a stelle e strisce dietro tutta la co-produzione italo-americana: dagli inseguimenti a cavallo eredi della migliore tradizione western ai duelli con le armi tanto cari agli epic-movie e ai thriller più vivaci. Nel ruolo di un “protagonista scomodo”, non potevamo non trovare un personaggio estremamente “odioso” come il Caledon Hockley di Titanic, l’arrogante promesso sposo di una giovanissima Kate Winslet che, alla fine, gli preferisce lo squattrinato (e prossimo alla morte) Di Caprio. Barbuto, dallo sguardo languido e con la classica faccia da duro da bounty-killer, Billy Zane rende epico e interessante un malfattore, un “partigiano” ansioso di riscattare il proprio popolo da anni di schiavitù e, alla fine, investito dall’amore e dall’incontro con la Provvidenza in persona.

Le vite del Figlio di Dio e del bruto zelota, così come avvenne anche nella fiction Jesus diretta dallo stesso Young, si incrociano per ben due volte: prima, quando Barabba conta sulla collaborazione di Cristo nella lotta armata contro i Romani e incontra la sua ostilità da “politicante”; poi, al momento della scelta che decreterà l’inizio del sacrificio divino per  redimere l’umanità peccatrice. A differenza dei parametri rispettati dalle precedenti produzioni targate Lux Vide, notiamo come Barabba se ne discosti abilmente, tradendo la verità assoluta delle Sacre Scritture per imboccare strade nuove e inedite come quella dell’epica e dell’avventura tanto cara all’America e alla sua tradizione.

Neanche la partecipazione di alcuni attori italiani come Cristiana Capotondi nel ruolo di Ester, Anna Valle nel ruolo di Claudia e Mattia Branciamore nel ruolo di Pietro rassicurano il pubblico sulla genuinità e semplicità di un prodotto che sembra avere tutto fuorché quell’aura mistica e gloriosa tipica di tutte le fiction a sfondo religioso tramandate dal Belpaese. In questo senso Barabba è la perfetta allegoria dell’uomo reso cieco dai limiti della sua natura e che riesce, in extremis, a salvarsi. E vissero tutti felici e contenti.

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3 Commenti dei lettori »

1. Alessandro ha scritto:

3 aprile 2013 alle 17:52

Matteo Branciamore nel ruolo di Giuda. Franco Castellano in quello di Pietro. :-)



2. dumurin ha scritto:

4 aprile 2013 alle 10:50

c’è un errore nell’articolo. Barabba non è prodotto dalla Lux Vide.



3. Mario Manca ha scritto:

4 aprile 2013 alle 11:09

Si parlava delle differenze fra Barabba e i canoni portati avanti nelle produzioni Lux Vide ;)



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