5
marzo

UN MEDICO IN FAMIGLIA 8: LA RICETTA DEI BUONI SENTIMENTI

Un Medico in Famiglia 8

Abbiamo guardato la prima puntata dell’ottava stagione di Un Medico in Famiglia! Diamo per assodato che siamo sulla rete ammiraglia della Rai, di domenica sera, in prima serata e con un pubblico di riferimento che, sottratti i tifosi di calcio che guardano il posticipo, quelli che la tirano lunga all’aperitivo e quelli che anagraficamente su Rai 1 non ci possono stare perché Rai 2 e Italia 1 sono le reti giovani, resta composto da donne adulte, anche molto adulte, e di bambini. Le categorie che nei momenti di pericolo devono essere tutelate e salvaguardate. Ecco, deve essere questo il principio ispiratore del “c’era un volta un medico in famiglia”. Proteggere donne e bambini dai mali esterni chiudendoli nel fantastico mondo di Poggio Fiorito e in particolare nella villetta dei Martini, dove la densità di abitanti per metro quadrato è più alta di quella della Cina.

Il fatto di estraniare lo spettatore dalla realtà non è di per sé cosa negativa e non lo è nemmeno rivolgersi al pubblico in modo semplice. Ma con Un Medico in Famiglia siamo a un livello davvero elementare, troppo elementare: l’assenza di strutturazione e articolazione nei dialoghi fanno apparire le conversazioni come uno scambio di pensierini a tema libero; tutto ha un po’ il sapore della favoletta: ci sono i buoni e i cattivi, lo “scontro”, la vittoria finale del bene sul male e il vissero tutti felici e contenti. Almeno fino ai nuovi episodi.

Non che manchino spunti di riflessione sociale. Il concetto di famiglia allargata ne è il primo esempio, il medico omosessuale un altro, la vecchiaia un altro ancora, ma tutto rimane trattato in maniera superficiale e, ammettiamolo, anche un pò democristiana. I personaggi non prendono mai posizioni nette, se non quelle buoniste e scontate che potremmo definire “del buon padre di famiglia”. O del medico, che dir si voglia.

Nella prima puntata, la famiglia Martini ha un problema con la banca. Sono loro i dittatori dello spread è la frase di Lele (Giulio Scarpati) che fa entrare la crisi economica nella serie. Il pericolo di perdere la casa per una truffa, che, di per sé, è un problema serio, viene mitizzato dalla figura dell’avvocato che sta ai suoi clienti come Gargamella ai Puffi, dalla solidarietà della famiglia e dal “volemose bene”, suggellato dalla parata di Albano lungo il viale di Poggio Fiorito con il premio di Sanremo tra le mani mentre canta Nel Sole amplificato con la sola imposizione del diaframma. Chiamateci pure snob, ma dobbiamo confessarlo, a questa scena abbiamo riso fino alle lacrime.

Sottolineate le criticità, non possiamo ignorare il successo di una fiction, che, tra più alti che bassi, dura ormai da otto stagioni. La dichiarazione d’amore di Lele ad Alice (Claudia Pandolfi) ha fatto presa sul grande pubblico quanto quella di Costantino Vitagliano ad Alessandra in Uomini e Donne. E alla fine, la domenica sera, quasi per tradizione e per una sorta di familiarità con la serie, lo spettatore ogni tanto passa su Rai 1 per dare un’occhiata a come vanno le cose a casa di Nonno Libero. Fosse solo per notare  che Ciccio non ha più l’acne giovanile, Annuccia dovrà presto comprare una crema antirughe e che a breve Maria diventerà la nonna della serie. Attenzione solo alla sigla. Se la ascoltate, vi sarà impossibile smettere di canticchiare “Mon Amour, je t’aime, tout le jour, je t’aime” almeno per 12 ore. Se il canticchiare persiste consultare il medico.

Per quanto ci riguarda, vogliamo farci un complimento. Abbiamo parlato di Un Medico in Famiglia senza scrivere nemmeno una volta nazionale-popolare.

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4 Commenti dei lettori »

1. Marco89 ha scritto:

5 marzo 2013 alle 12:56

Ahah sei grande Valeria! In effetti di nazional popolare in giro se ne sentono tanti, troppi.
Mah, io non è che trovo tutta questa democristianicità. Io più che altro trovo che sia diventato tutto forzato ed irreale. Poi si ride, con Libero e Melina, ma nell’ insieme ormai ci sono tanti elementi che cozzano. Quella casa è peggio di un porto di mare, ok le famiglia allargate ma questa è extralarge! Per la gente però è un appuntamento fisso e la serie va bene così nel complesso. Non mi sento di criticarla.
Di certo io preferisco ” Tutti pazzi per amore”, ma questa è un’ altra storia.



2. Andrew ha scritto:

5 marzo 2013 alle 13:57

Ho visto la prima puntata di un Medico in Famiglia più per abitudine che per curiosità… E infatti non mi si è scatenata la curiosità nemmeno un pò! Della serie sono proprio in apprensione di sapere se i Martini perderanno la casa……
Tralasciando la trama un pò fantasiosa sul perchè dovrebbero perdere la casa, diciamo che non ci sono troppi sussulti! Insomma c’è un tasso di bontà in quella fiction che stenderebbe anche La D’urso!
Per esempio il momento in cui i bambini scoprono della truffa e corrono in processione da Lele a dirgli ti vogliamo bene…. Nessuno che si incavola, reagisce male? Mah….



3. Curiosity ha scritto:

5 marzo 2013 alle 22:05

Camomilla per anziani…



4. Salvo ha scritto:

6 marzo 2013 alle 13:47

Un medico in famiglia ormai è un cult della televisione italiana e questa trama abbastanza semplice mi piace molto perchè almeno ti fa passare 2 ore in allegria e allo stesso tempo ti fa riflettere sui problemi reali.



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