Solo un anno fa le sirene dell’antipolitica, vera o presunta, lo avevano ammaliato: no a ospiti politici in studio, si a reportage e servizi. Inutile dire che fu un gran bel vedere, e non fu così difficile fare a meno del cicaleccio in studio tra parti che, spesso, si fronteggiavano solo per il gusto di avere l’ultima parola. Ma, a un anno di distanza, il vento sembra cambiato. E adesso, anche Michele Santoro pare tornato sui suoi passi.
Sebbene il successo di pubblico ottenuto nell’esordio di Servizio Pubblico su La7 lo metta al riparo da critiche e appunti vari, non si può fare a meno di notare come il formato dell’anno scorso sia già invecchiato. A parte gli opinabili inseguimenti -qui apprezzati- a politici inquisiti (Bertazzoni) e ministri sfuggenti (Innocenzi), i politici in studio (Matteo Renzi e Gianfranco Fini) hanno recitato la parte del leone, come invece non succedeva affatto l’anno scorso. Solo l’irruenza delle domande di Santoro, e la verve dell’intervento di Marco Travaglio -più conciso che in passato- hanno spezzato i trascurabili battibecchi in studio.
A fare la differenza, invece, sono state le testimonianze “da fuori”, come quella raccolta da Claudio Pappaianni, che ha intervistato i genitori di Lino Romano, innocente bersaglio della camorra. Anche l’intervista a Ruby, al netto delle evidenti contraddizioni di cui la ragazza è sempre rimasta vittima, ha fatto emergere la sincera innocenza con cui Ruby negherebbe alla futura figlia di partecipare ad una delle feste cui lei, invece, ha preso parte.
Resta così da chiedersi perché non continuare, sulla scorta dell’esperienza dello scorso anno, a privilegiare servizi, reportage e testimonianze, che hanno fatto la fortuna di spin-off di Annozero come Piazzapulita di Formigli. Nonostante tutto, gli ascolti raccolti nella prima puntata sembrano dare ragione al nuovo Servizio Pubblico, che è stato per quasi un’ora il programma più visto di giovedì sera, con il 13% di share e 3 milioni circa di telespettatori, e punte a lungo sui livelli di Annozero, attorno al 20%. Medie e picchi difficilmente raggiungibili – sino ad ora – da La7.
Merito, forse, anche delle innovazioni introdotte nello spazio dedicato a Giulia Innocenzi. Se l’adozione della piattaforma Liquid Feedback ha riscosso l’apprezzamento del pubblico, che potrà adoperarla sul web per discutere e proporre i punti nodali di una sorta di manifesto elettorale delle priorità degli italiani, lo stesso non si può dire per il discusso televoto sulla scelta del leader.
Il voto da casa espresso dagli spettatori tramite sms, per eliminare il leader politico considerato meno adatto a governare il Paese tra quelli proposti, ha suscitato l’ilarità di molti che, su Twitter, non si sono lasciati sfuggire l’occasione per ricordare le assonanze con i sistemi di televoto utilizzati in altre trasmissioni lontanissime dal target di Servizio Pubblico. E, sebbene abbia trionfato il segretario del Pdl Alfano, a giudicare dalle reazioni del pubblico di Santoro non è stato un gran bel vedere.
1. Valerio ha scritto:
29 ottobre 2012 alle 10:26