23
settembre

MYRTA MERLINO A DM: RACCONTERO’ IL PAESE REALE SENZA GLI SLOGAN DELLA PIAZZA SANTORIANA. LA7 E’ IL VERO SERVIZIO PUBBLICO

Myrta Merlino

L’economia raccontata dalla parte dei cittadini e delle loro tasche. La sfida di Myrta Merlino riparte da qui, dalle storie della gente comune che ogni giorno ha a che fare con la crisi e con le sue conseguenze dirette. Perché sembrerà strano, ma quando sale lo spread i primi a rimetterci siamo proprio noi. “Daremo voce a chi non ce l’ha” spiega a DM la conduttrice e giornalista economica di La7, che domattina alle 11 tornerà in onda con il programma d’approfondimento L’Aria che tira. Anche quest’anno, la trasmissione affronterà i principali temi d’attualità economica attraverso le vicende dei suoi protagonisti, che saranno “la gente normale, non le folle da programma santoriano“. Dunque bando al populismo, per raccontare il Paese reale in diretta e senza rifrazioni.

Myrta, che aria tira oggi in Italia?

Pesante, molto pesante. Il nostro è un Paese in cui ormai fanno tutti fatica: i giovani precari, ma anche i cinquantenni esodati e gli imprenditori. Andando in onda tutte le mattine ci siamo accorti che esisteva un mondo fatto di persone normali, le quali soffrono la crisi ma non sanno a chi chiedere aiuto. Perciò abbiamo aperto questo grande sportello grazie al quale portiamo in studio le storie della gente comune, raccontate dai diretti protagonisti. Ogni puntata ha un tema rispetto al quale chiediamo delle risposte concrete alle Istituzioni e ai politici. Mi rendo conto che per questi ultimi non sia facile venirci a trovare, perché un conto è insultarsi tra pari in un talk show, un altro è dare risposte vere a problemi veri.

In questa edizione ci saranno novità?

Al centro ci saranno le storie. Inoltre avremo in studio un pubblico parlante e ben preparato sugli argomenti, composto da persone delle quali già conosciamo le vicende e che sono diventate un po’ la nostra famiglia. L’ultima parte della trasmissione sarà dedicata alla denuncia di ciò che non funziona nella Casta o nella burocrazia, e a seguire ci sarà sempre un vademecum per evitare di essere maciullati da meccanismi che non riusciamo a controllare.

Insomma, fate quello che tecnicamente si definirebbe “servizio pubblico”. Eppure andate in onda su un’emittente privata…

Ormai La7 è il vero servizio pubblico in Italia. Quello che facciamo noi credo sia la risposta alle esigenze più profonde delle persone, in un momento in cui il Servizio Pubblico ha rinunciato ad essere un punto di riferimento su tante cose. Io sono cresciuta in Rai ed è stato bello arrivare a La7 e trovare lo stesso spirito che avevo lasciato a Rai3.

Informare i telespettatori è meritorio, ma non ti sembra che La7 stia facendo il pieno di programmi d’attualità, con il rischio che si cannibalizzino?

La scommessa della rete è di rimanere accesa sempre e comunque. Il rischio c’è, ma sta alla bravura di chi fa televisione saper cucinare il racconto della realtà nelle sue diverse facce. Noi, ad esempio, andiamo in onda dopo Omnibus e Coffee Break che sono dei talk show classici, quindi parliamo di attualità con una chiave diversa rispetto a chi ci precede: teniamo l’orecchio incollato a terra per sentire il Paese.

L’ultima tendenza televisiva è quella di aprire i microfoni alle piazze, per ascoltare la voce alla gente. Ma così non c’è il pericolo di dare voce anche al populismo chiassoso?

Il populismo è esattamente quello da cui noi fuggiamo! Non ospitiamo mai la piazza ed i cori organizzati, ma storie di vita vera raccontate da singole persone. Le vicende che portiamo in onda sono stra verificate, non c’è nessuno che viene a urlare slogan da bar. La cosa meravigliosa è che queste storie ci permettono di capire sfaccettature del reale che possono sfuggire alla lettura dei giornali o al confronto con un economista.

Eppure l’indignazione della piazza ha dimostrato di pagare, soprattutto in termini di ascolti. Da Santoro in giù, in molti le hanno dato spazio…

Ma quello è anche giusto: in una prima serata c’è bisogno delle grandi emozioni. Noi invece facciamo un altro lavoro, cerchiamo le persone che individuano e mettono in luce i problemi.

Di recente Gad Lerner ha constatato che “il racconto degli economisti al capezzale dell’Eurozona è stato demoralizzante” per gli ascolti dei talk show. Anche tu hai riscontrato questo fenomeno?

Per quanto mi riguarda, l’anno scorso sono partita con una missione impossibile: facevo economia alle 11, quando sulle altre reti parlavano di uncinetto. Sembrava una follia, invece siamo cresciuti proprio per quello, perché la gente andava al bar alla mattina e si chiedeva a che punto fosse lo spread. Senza quel traino un esperimento difficile come il nostro non avrebbe avuto spazio. In generale, quello che non deve più succedere è che l’economia venga trattata con un linguaggio per pochi iniziati, come sui giornali. La tv deve fare uno sforzo per riuscire a spiegare come la Borsa di Hong Kong possa influenzare la ricerca di lavoro di mio figlio.

Ma secondo te i cittadini hanno veramente capito quanto (e se) lo spread incide sulle loro tasche?

Secondo me sì, lo hanno capito anche se ci sono ancora delle cose da spiegare. L’economia la subiamo tutti, la crisi è arrivata nel tinello di casa nostra, quindi tanto vale capirci qualcosa perché almeno possiamo trovare il modo per difenderci. Sennò restiamo soltanto vittime.

Quest’anno il vostro diretto competitor, Codice a barre su Rai3, parlerà di economia e società. Quanto si fa sentire la concorrenza con la conduttrice Elsa Di Gati?

Io non so bene cosa faranno loro, però so quello che faremo noi: una grande raccolta di storie attorno alla quale fare divulgazione. Il cuore della nostra trasmissione è il parlare della vita vera, dopodiché la concorrenza va bene, più siamo meglio stiamo.

Quali consigli ti sentiresti di dare al pubblico per sfuggire alle ripercussioni della crisi sul nostro portafoglio?

Partiamo dall’idea di consumare meglio. Poi ogni problema ha il suo piccolo vademecum: nel rapporto con Equitalia, ad esempio, ci sono della cose da sapere e dei diritti da far valere. Certa gente ha avuto l’auto pignorata per debiti inferiori ai 2000 euro e questa cosa è illegale. Bisogna saper trattare anche con le banche, stando attenti alle promozioni che nascondono dei costi occulti. In realtà gli italiani si stanno informando sempre più per capire quali sono le azioni da fare e devo dire che certi esodati stanno diventano i più grandi esperti di welfare che io abbia conosciuto. I cittadini sono molto più avanti di quanto si creda, l’importante è dare loro un luogo in cui discutere dei loro problemi. Noi proviamo a farlo.

Dicevi che la situazione italiana si è fatta pesante, eppure il premier Monti ha assicurato che vede la luce, che siamo alla fine del tunnel: una profezia azzardata o è davvero così?

Monti ne ha dette tante, pure che siamo dentro ad una guerra… Nessuno sa bene come andrà, ma il 2013 sarà un anno durissimo e ce lo dicono gli indicatori. Le buone prospettive però ci sono, perché l’Italia riesce a dare dei segnali di vitalità anche quando nessuno se lo aspetta. Sostenere che la crisi sia terminata mi sembra troppo ottimistico, ma sarebbe pure ingeneroso dire che non c’è la luce. Abbiamo delle grandi risorse: in questo Paese tartassato e malversato io ci vedo anche delle belle cose.

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12 Commenti dei lettori »

1. Valerio ha scritto:

23 settembre 2012 alle 20:20

Anche nei programmi di Santoro c’è “gente normale”.



2. Pier ha scritto:

23 settembre 2012 alle 20:47

QUESTA TIPA SI AGGIUNGE NEL SECCHIO CHE CONTIENE :
- BIANCHETTI LORENA
- MAYA VERONIQUE
- LORELLA LANDI



3. Tripolina ha scritto:

23 settembre 2012 alle 21:38

A me lei piace molto e pure il programma.



4. Pier ha scritto:

23 settembre 2012 alle 21:56

Io di LA7 salvo solamente GEPPY CUCCIARI



5. Rock ha scritto:

23 settembre 2012 alle 22:07

unica e brava, bel programma!!!! =)))



6. Marco Leardi ha scritto:

24 settembre 2012 alle 03:30

@Valerio. Da Santoro (come da tanti altri) ci sono folle urlanti che poco rappresentano la complessa situazione italiana. Il rischio è quello di falsare le varie sfaccettature del reale.
Myrta Merlino, invece, ospita le storie di singole persone che si raccontano senza slogan o tessere di sindacato, e cercano una risposta che possa aiutare i telespettatori nella quotidianità. Forse anche in questo senso – mi permetto di interpretare – la giornalista parlava di “gente normale”.



7. star ha scritto:

24 settembre 2012 alle 03:32

bel programma, Myrta è brava! ma nel mattino di la7 cè troppa informazione!



8. Valerio ha scritto:

24 settembre 2012 alle 23:13

@ Marco Leardi: cosa??? Non sarebbero il “Paese reale” le decine di migliaia di persone in cassa integrazione? O i movimenti che nascono dalla codiddetta società civile? Vallo a dire ai diretti interessati….
Non è che se intervisti un singolo che parla dei suoi problemi economici e familiari allora è il “Paese reale”, mentre se dai sfogo alla rabbia collettiva di interi gruppi e pezzi interi di società che condividono lo stesso destino, allora stai falsando la verità. Sono due tipi di racconto diversi, entrambi validi e complementari l’uno dell’altro in un discorso di informazione.



9. Valerio ha scritto:

24 settembre 2012 alle 23:25

E poi dare voce ai gruppi di lavoratori aiuta a formare una coscienza collettiva sui propri diritti e mette in comunicazione persone che vivono le stesse problematiche. Santoro è un genio perché dà una valenza di “piazza televisiva”, una polis tra persone che hanno bisogno di creare una rete sociale di aiuto e prendere anche iniziative collettive coi sindacati e rivolgersi alla giustizia quando questo è necessario. Santoro è un precursore comico Grillo che si è autocelebrato come colui che vuole dar voce ai cittadini che non ce l’hanno ma in realtà non ha inventato nulla di nuovo se non aver trasposizionato in politica ciò che alcuni hanno cercato di fare in tv. Santoro è in parte l’evoluzione del compianto modello tv di lFunari. È un tipo di tv che aiuta a mandare messaggi di coraggio a chi ha difficoltà, pensa che in molte zone d’Italia rivolgersi ad un sindacato per un lavoratore è ancora visto come qualcosa di ignobile. Il Paese è ancora molto indietro e va aiutato.



10. Valerio ha scritto:

24 settembre 2012 alle 23:27

… precursore del comico Grillo…



11. Marco Leardi ha scritto:

24 settembre 2012 alle 23:38

@Valerio. Dar voce alla piazza è meritorio ma pericoloso, perché spesso dalla “gente” provengono anche slogan e reazioni con la bava alla bocca che poco rappresentano la complessa realtà italiana.
Da Santoro ho visto persone in difficoltà, ma ho anche sentito tanti vaffanculo indirizzati ai politici solo per il gusto di insultarli.. Perché si sa “rubano tutti, quindi vanno mandati tutti a casa”. Ecco a me quel tipo di ragionamento non piace per niente, e chi fa informazione non gli deve dare spazio.
Per quelle che sono le mie esigenze preferisco l’approccio di Myrta Merlino, che – se posso permettermi – mi sembra intellettualmente più onesto.



12. antonio lioce ha scritto:

16 marzo 2015 alle 12:21

non sono d’accordo che l’ITALIA si assume tutte le responsabilità nel gestire nel gestire i clandestini unione EUROPEO deve assumersi le responsabilità e l’onere paritario nel gestire il tutto perciò i clandestini vanno presi quando sbarcano e in parte uguali vanno distribuiti con i propri mezzi in tutta l’ EUROPA



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