18
settembre

ANTONIO MARANO, VICE DG RAI: NOSTRO MODELLO EDITORIALE IMPROPONIBILE. SI ALLA RIDUZIONE DEI TG, MA NON LA FAREMO

Antonio Marano

Antonio Marano

Zitti tutti, parla Antonio Marano. Il Vice Direttore Generale della Rai era da diverso tempo che effettivamente non diceva la sua in pubblico: quale migliore occasione del Prix Italia, storico concorso internazionale organizzato dall’azienda pubblica? Al Prix, a dire il vero, ogni anno i vertici di viale Mazzini partecipano a conferenze ed espongono le proprie riflessioni sull’azienda e sul futuro della stessa.

Al centro della chiacchierata con Marano il modello editoriale della Rai, un modello da lui stesso definito politico, che come ben noto prevede quattro telegiornali nazionali (con relative redazioni e inviati), un telegiornale regionale (con 20 redazioni locali), una redazione sportiva e una parlamentare. Un modello fortemente criticato da Luisa Todini, neoconsigliera di amministrazione, ma anche dall’esterno da Michele Santoro, che ha ribadito l’idea di ridurre il numero dei telegiornali per abbattere i costi.

Marano, incalzato, ha colto la palla al balzo per annunciare la presentazione di un’apposita analisi alla nuova governance della Rai, in cui è emerso che “il modello europeo prevede una struttura più snella e si propone come modello industriale, al di là della libertà di espressione”. Il modello politico della Rai è invece, come facilmente ipotizzabile, improponibile a livello europeo perché non è competitivo”.

Pensate che la BBC, modello di riferimento per tutte le tv pubbliche europee, ha una sola struttura – BBC News – che fornisce servizi e reportage alla all news e a tutti i canali del gruppo.

Per la cronaca, al Prix Italia il ViceDG ha voluto placare gli animi dichiarando che “in questo momento l’Azienda non è pronta a ritoccare il proprio modello editoriale”. E se non lo è ora, con una governance “tecnica”, quando mai lo sarà?

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13 Commenti dei lettori »

1. teoz ha scritto:

18 settembre 2012 alle 11:11

beh non ha detto nulla di nuovo…ovvio che 4 TG (compresa rai news) non sono gestibili in un unica azienda…è uno sperpero di denaro pubblico… secondo me RAI NEWS deve assumere il controllo delle redazioni e passare i servizi alle reti… ovvio ci saranno tagli però la situazione non è più gestibile… tutti i tg potrebbero usufruire di 2 studi solamente,magari per il TG1 e TG2 il più grande con i megaschermi nuova frontiera del telegiornalismo e uno più piccolo ma più tecnologico (in stile tgcom24) per rai news…
i tg regionali si devono accontentare di poco cm adesso…



2. Luna ha scritto:

18 settembre 2012 alle 13:14

1) “Pensate che la BBC, modello di riferimento per tutte le tv pubbliche europee, ha una sola struttura – BBC News – che fornisce servizi e reportage alla all news e a tutti i canali del gruppo.”

Reportages interessanti, fatti molto bene, veri e che rispettano il pro e contro dell’inchiesta.

2) “Al centro della chiacchierata con Marano il modello editoriale della Rai, un modello da lui stesso definito politico”

Si proprio politico, per la la serie : poi dove li sistemiamo i figli dei politici e dei direttori vari che popolano il pianeta “sistemare mio figlio o mia moglie” ? Le redazioni dei tg della Rai sono piene di questa gente !!! Ecco perché il livello qualitativo dei giornalisti televisivi é cosi’ basso. Sono ridotti a tradurre dei servizi di CNN o di CBS aggiungendo musichette di sottofondo mentre leggono il temino di seconda elementa : “Chili di troppo ? Niente paura arriva dal Giappone il metodo per dimagrire…” oppure : “Mangiate frutta e verdura e bevete acqua” BASTAAAAAAAAAA pure i muli ormai mangiano frutta e verdura e bevono acqua.

Mai un servizio investigativo, mai qualcosa di interessante.
Dunque, perché impiegare tanta gente quando nessun giornalista produce un reportage, i soli collegamenti sono quelli davanti agli ospedali o davanti alle procure (e mi chiedo cosa ci vanno a fare) quando c’é qualche misfatto ?
I Tg sono fatti a Ginevra dove c’é il centro di smistamento news di tutte le agenzie internazionali con relative immagini. Quindi se fosse per me toglierei tutti i giornalisti e terrei solo qualche speakers che sappia leggere bene, che conosca qualche lingua e che non abbia accenti dialettali che si tagliano con il coltello. Lo so, é pura utopia. Non paghero’ più il canone.



3. Andrea ha scritto:

18 settembre 2012 alle 13:44

Sono d’accordo con voi.

Teoz, perché oltre agli studi non ridurre anche i TG? E’ davvero necessario che ogni canale abbia il suo TG?
Fare un TG nazionale su Rai1, anche più lungo, lasciare Rai2 priva di TG (o con qualche flash news sparso nell’arco della giornata) e a Rai3 solo i TGR? La Rai2 senza TG2 la si potrebbe anche dedicare all’approfondimento…
Sono tutte utopie, certo, ma la personalizzazione del canale anche dal punto di vista informativo secondo me potrebbe essere vincente.



4. teoz ha scritto:

18 settembre 2012 alle 14:12

@Andrea Beh hai perfettamente ragione… non ci pensavo nemmeno…è difficile smarcare le proprie idee da alcune convinzioni come “una canale serio deve avere il TG” però hai ragione…Non sempre un canale deve informare o almeno non sempre nella formula telegiornalistica … penso ad occhio a DMAX o REALTIME che hanno solo piccole finestre da pochi minuti realizzate da CLASSTV… certo poi si può pensare ad approfondimenti politici o perchè no regionali



5. Giuseppe ha scritto:

18 settembre 2012 alle 16:29

A volte certi cambiamenti in nome del risparmio e dell’efficienza possono riservare amare sorprese. Quando poi si parla di tagliare e di ridurre il settore informativo sento già puzza di bruciato. Se, infine, vengono presentati la BBC e l’andazzo europeo teleinformativo come il non plus ultra allora diffido altamente perchè a me il pensiero unico (in tutti i settori) non mi va proprio a genio.

Sono ben altri gli sprechi e i tagli da effettuare.



6. Andrea ha scritto:

19 settembre 2012 alle 00:44

Giusto Giuseppe, meglio un TG per partito, speriamo che non resti tagliato fuori nessuno! Grillo cosa potrebbe prendersi? RaiNews?
L’andazzo europeo è: giornalismo indipendente.
E ti dirò di più: da sempre. Solo in Italia (e in Russia) non s’è mai sviluppato, ma è sempre andato a braccetto coi poteri forti (vedi la quasi totale assenza di gruppi editoriali puri)…



7. Valerio ha scritto:

19 settembre 2012 alle 03:25

Ancora con la proposta piduista di fare un solo telegiornale in Rai, così sarà più facile per il governo in carica (quale che sia) controllare il flusso di notizie. Inaccettabile anche il modello – ancora più piduista – di un’unica redazione che fa i servizi per tutti i tg (un po’ quello che ha già attivato Mediaset con la nascita del TgCom24) perché così danno l’impressione che ciascuna rete abbia la propria striscia informativa ma poi i servizi sono centralizzati da un un unico montatore e da un unico cronista per notizia. Roba che porterebbe la Rai indietro anni luce. Si potrebbe fare se l’Italia fosse un paese pienamente democratico in cui non ci sono i conflitti d’interesse o gli editti bulgari dei politici pendenti sui giornalisti con la schiena dritta, ma siccome così non è e forse così mai sarà, sono meglio i tg lottizzati. Costano di più ma la democrazia ha il suo costo. La malafede di questi personaggi nominati da certa politica in Rai che vogliono insistentemente controllare maggiormente le notizie con la scusa della crisi quando avrebbero potuto avendone il tempo cambiare la governance della Rai rendendola libera da ogni partito e dal governo (è questa la posizione di Santoro sul tema) fa davvero pensare a male. Avranno paura di Grillo, oppure di cosa? Tanto al momento nessun tg Rai gli sta dando spazio se non per criticare il M5S. Dormano sogni tranquilli, i partiti possono fidarsi dell’informazione Rai. Per questo la proposta vuole sembrare furbescamente arginare il potere dei partiti ma secondo me è proprio ciò che i partiti vorrebbero perché più passa il tempo e più li spaventa vedere vari canali per veicolare l’informazione.



8. Valerio ha scritto:

19 settembre 2012 alle 03:34

@ Andrea: è vero, in Italia manca un numero sufficiente di editori puri (ma ci sono giornali e siti indipendenti dai poteri forti poiché non posseduti da partiti, banche o imprenditori) ma qualcosa c’è anche se hanno una collocazione culturale e/o ideologica come è ovvio che sia perché le notizie le dai ma poi al momento in cui.esprimi la tua opinione devi pur schierarti.



9. Valerio ha scritto:

19 settembre 2012 alle 03:56

E fu così che in nome del risparmio gli improvvisati del “è giusto” proposero la chiusura dei telegiornali sgraditi. Ma se in Rai i direttori dei tg già non bastano per rappresentare le opinioni presenti nel paese (non siamo un paese anglosassone dove tutto viene raggruppato in due grandi partiti) e visto che sono nominati dal Tesoro (min. Economia), come fate a fidarvi che le informazioni vi arrivino meglio e in maggior quantità? Già si fatica in 30 minuti a fare un notiziario perché bisogna fare una selezione delle notizie per target di pubblico, priorità, scelte politiche, come riuscireste a racchiudere tutto sotto un’unica testata? Vi fidereste se la Rai facesse una cosa del genere senza aver prima sottratto l’azienda dal controllo del governo e dei partiti con una riforma della governance che ad esempio abbia come editore unico gli abbonati attraverso quote con tanto di rappresentanti nel Cda?
E poi perché proporre “lasciamo questo tg” anziché quell’altro. Sulla base di cosa? Allora io pregerisco il Tg3 al Tg2 e potrei proporre di chiudere il Tg2 e non il Tg3, ma che discorso è. Per me dovrebbero rimanere tutti. Sono altri i capitoli di spreco in Rai. Bisogna rivedere i supercontratti ed eliminare gli sperperi delle produzioni esterne (non vorranno mica dalla Rai far consolidare nella gente il pensiero che avendo chiuso la porta in faccia solo alla Fandango, era solo una mossa per chiudere Parla con me e mandare via la Dandini? Cosa vera per altro, raccontata da L’Espresso). E la Rai cominci innanzitutto a smetterla di fare da ammortizzatore sociale per tutti quei presentatori privilegiati che Berlusconi licenzia da Mediaset perché non vuole più tenerseli lui. Quelli poi li paghiamo noi cittadini col canone.



10. Giuseppe ha scritto:

19 settembre 2012 alle 04:50

Andrea #6, mi pare che i commenti di Valerio possano essere una risposta più che esauriente anche al tuo.



11. Andrea ha scritto:

19 settembre 2012 alle 12:19

Il punto è: da dove cominciamo? Che l’Italia non sia pienamente democratica mi pare assodato.
Togliere un TG piuttosto che un altro in base a cosa? Toglierli tutti e metterne uno, su una rete a caso, senza i retaggi politici del passato. Valerio, sono d’accordo quando parli di una riforma. La si faccia!
Ma da qualche parte bisogna iniziare.
A me pare che i vostri commenti siano ben ricchi di benaltrismo.

Aggiungo: voglio la notizia, non le opinioni di chi me la dà.



12. Giuseppe ha scritto:

19 settembre 2012 alle 16:36

Benaltrismo? Piuttosto non penso che il cambiare per cambiare di per sé sia un valore. A volte preferisco rimanere sul sicuro, anche usato.



13. Andrea ha scritto:

20 settembre 2012 alle 09:18

Sì, è benaltrismo.
Oltretutto ci sono anche partiti non rappresentati dai vari TG Rai, o sbaglio? Quindi questo sistema è altrettanto fallace.

Aggiungo una provocazione: meglio che i TG politicizzati siano 4 o solo 1? Fanno danni entrambe le soluzioni, ma una costa meno.



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