Sembrava impossibile, e invece ce l’abbiamo fatta. Da oggi possiamo dire definitivamente addio al vecchio analogico: l’Italia è infatti totalmente digitale. Con lo switch off della Sicilia, ultima regione calendarizzata, che si conclude proprio oggi, il Belpaese saluta il vecchio e si affaccia al nuovo (si fa per dire…) sistema di trasmissione, concludendo il processo di conversione iniziato nel lontano 2008 con la Sardegna entro i tempi previsti dall’Unione Europea.
Certo, i problemi non sono mancati e continuano a manifestarsi, anche a causa della particolare orografia del Paese, che costringe i cittadini delle zone collinari e montuose ad adottare la poco pubblicizzata TivuSat, la piattaforma satellitare nata proprio per rimediare agli inevitabili problemi di ricezione. Anche le polemiche non sono mancate, tra mux regalati, bracci di ferro con le tv locali, aste, beauty contest, numerazioni automatiche e sentenze varie.
Nonostante il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera si sia affrettato a sottolineare quanto sia vantaggioso il nuovo sistema, va detto che il DVB-T è una tecnologia di fatto nata vecchia e adottata con troppo ritardo che – qualità a parte – non porta alcuna grande novità, se non il maggior numero di canali. Ecco, almeno la scelta è diventata più ampia, se non fosse che gran parte dell’offerta è targata Rai e Mediaset che, con i canali in chiaro, campano in gran parte di magazzino. Le new entry comunque non sono mancate ma gli investimenti, a parte qualche rara eccezione, sono stati fino ad oggi piuttosto cauti.
Canali in alta definizione? Pochi. Interattività via antenna? Abbandonata. Spazio a disposizione? Insufficiente. Il digitale terrestre sta già “stretto” ai network e non a caso è in fase di testing il DVB-T2, in Italia adottato solo da Europa 7 HD (se qualcuno sappia cosa trasmette batta un colpo!). E per incrementare i servizi interattivi e garantire un maggior numero di canali, importante sviluppo su internet da parte dei broadcaster, con la diffusione sempre più capillare di decoder multimediali in grado di connettersi alla linea ADSL e sfruttare appieno le potenzialità offerta dalla rete.
Chiuso un importante capitolo se ne aprirà a breve un altro: in ballo ci sono infatti la bellezza di 5 mux che il Governo dovrà assegnare – tramite asta – a nuovi broadcaster.
1. Pino ha scritto:
4 luglio 2012 alle 11:06