16
giugno

CIRO DI MAIO A DM: ‘SONO IL VOLTO DI MARCOPOLO. SKY E’ UN’OTTIMA ALTERNATIVA A UNA TV CHE NON MI PIACE. PER LAVORARE HAI BISOGNO DEGLI AGGANCI, IO PER ORA NON CE LI HO’

Ciro Di Maio- Diario di Viaggio a Cook Islands

All’inizio della sua carriera è stato uno dei ragazzi di Raffaella Carrà, poi con il passare degli anni è riuscito a trovare la sua strada nel mondo televisivo tra la recitazione in una soap come Un posto al sole, la conduzione di vari format satellitari e la regia. Oggi volto di Marcopolo, Ciro Di Maio gira il mondo per i reportage di Diario di Viaggio, di cui cura ideazione, conduzione, regia e montaggio. Nonostante il suo aspetto fisico di grande impatto, Ciro dice di non essere narcisista, né di aver mai sgomitato per essere in prima fila. Lasciamo alle sue risposte il racconto della sua esperienza televisiva…

Raccontaci che tipo di lavoro fate prima e durante le riprese dei reportage di Diario di Viaggio…

Siamo un bel gruppo. Io mi occupo sia della regia che della conduzione del programma, provvedendo poi anche alla parte editoriale e al montaggio. Sono coinvolte comunque anche le persone della segreteria di rete e di produzione. Con me alla fine partono di solito due operatori e il fonico, a volte il fotografo. In più ci attendono guide del posto e i responsabili dell’Ufficio del Turismo che ci permettono di visitare al meglio i paesi. Non è sicuramente un programma ad alto budget ma richiede comunque il lavoro di un gruppo di più dieci persone.

Fare tutti questi reportage quanto tempo ti porta via…

Ogni quattro settimane c’è una messa in onda nuova, quindi ogni mese devo affrontare un viaggio, spesso intercontinentale, e poi montare il girato. E’ un lavoro sicuramente piacevole, da una parte, ma anche molto stressante, dall’altra. Adesso sono appena tornato dalla Polinesia, ventotto ore di volo e il fuso orario, e tra non molto dovrò già ripartire per la Francia…

Tra tutti i posti che hai visto c’è qualche itinerario che non si conosce molto e che consiglieresti?

Forse le Cook Islands, non so quanto siano conosciute in Italia però. Io prima di andare non pensavo che fossero così belle. Conoscevo la Polinesia, la Nuova Zelanda ma non sapevo che in queste isole ci fosse questo paradiso.  E’ un piccolo arcipelago che ho scoperto solo quando abbiamo deciso di andare. Quindi devo dire grazie a Diario di Viaggio, è sicuramente il posto più bello tra quelli che ho visto.

Hai pubblicato una serie di foto bellissime sui posti che hai girato. Che rapporto hai con la tua immagine?

Di fatto poi non hai tanto tempo di pensare a come appari. Mi interessa più che altro portare a casa un lavoro fatto bene e non ho il tempo di pensare più di tanto al capello o se sono sudato.

Com’è nata quest’idea del programma di viaggio?

L’idea non è stata mia, sono stato contattato da Marcopolo, inizialmente per girare l’Italia. Poi è andato molto bene il racconto estivo e ne abbiamo girato anche uno invernale. Il programma si chiamava Non solo weekend e si è sviluppato man mano fino a diventare uno dei programmi di punta, legato anche al giornale Diari di Viaggio. I viaggi intercontinentali vanno veramente a interessare mete da sogno, che tutti vorrebbero vedere. Sono stato molto fortunato.

Come hai imparato il mestiere del dietro la telecamera? Hai fatto studi di regia o di cinema?

No. Sono arrivato in televisione nel 1996. Ho sempre ‘rubato’ con gli occhi  il mestiere sul campo, anche quando ho fatto Un Posto al sole da attore, dato che non mi consideravo tale. Ho fatto teatro, il musical Grease e non ho mai fatto una lezione di danza o di canto in vita mia. Alla fine se hai passione e un po’ di talento sono i fattori che contano di più. Ho sempre pensato che studiare la teoria lascia il tempo che trova, se poi non riesci ad avere un approccio pratico.

Il tuo inizio è legato al nome di Raffaella Carrà e dei Carramba Boys.  Senti ancora qualcuno dei tuoi colleghi di allora?

Di loro non so quanti abbiano continuato effettivamente in questo lavoro. Ci sono persone come Massimiliano Varrese e Danilo Brugia che fanno gli attori. Gli altri non so.

Cosa hai fatto per rimanere in televisione dopo quel periodo fortunato?

La televisione è stata sempre una mia passione. E’ stato un evolversi, da cosa nasce cosa, conosci gente. Non ho fatto nulla di che, più che altro, a dire il vero, sono stato fortunato, oltre ad essermi impegnato in ogni progetto.

Non ci sono stati mai momenti di vuoto in cui hai temuto che tutto fosse finito?

Ho deciso di lasciare il teatro ad esempio: dopo due anni di tournee con Grease, che mi portava lontano dalla mia città e dagli affetti, e non come adesso solo a singhiozzo. Partivo a settembre e tornavo a maggio, dopo un anno e mezzo di questa vita ho deciso di non farla più. Là mi sono detto: e ora che faccio? Alla fine ho deciso di rimanere a Roma e trovare un lavoro in tv, dato che lì di televisione ce n’è tanta. Ho deciso di chiudere questa porta che poi mi ha aperto il portone, dal momento in cui sono entrato in tv con Sky. Non me ne sono mai pentito. Adesso lontano da casa ci vivo parecchio, ma non c’è paragone con il periodo del teatro. Vado e vengo.

Che aria si respira nel gruppo Sitcom?

Io, come la maggior parte degli altri conduttori, sono cresciuto all’interno di Sitcom. Ci siamo conosciuti nello stesso periodo ad esempio con Giorgio Tartaro, che è il volto di Leonardo. Io sarei il volto di Marcopolo, se mi posso permettere. Mi trovo molto bene. Prima facevo Alice con la cucina, poi Leonardo con la moda (e Tartaro era un mio ‘ospite’ all’inizio, mentre adesso è proprio un volto del canale). Non siamo amici e non usciamo insieme ma i rapporti professionali sono ottimi.

Ti senti pronto per una grande occasione nelle grandi tv?

Da mo’ che mi sento pronto, ma non dipende da me. La tv generalista funziona con dei meccanismi abbastanza conosciuti. La bravura e il merito lasciano spesso il tempo che trovano. C’è bisogno di agganci e non mi vergogno a dirlo, dato che è la verità. Io non ce li ho. Se un futuro mi vedrai lì vuol dire che li ho trovati. Per ora comunque sto bene a Marcopolo.

Perché secondo te, soprattutto per gli uomini, c’è poco ricambio generazionale in tv?

E’ anche un po’ il pubblico italiano. Abbiamo molte casalinghe davanti alla tv che vogliono più il personaggio che conoscono da anni, magari proprio perché gli dà più sicurezza. Io sono ancora più un ‘ragazzetto’, non ho molta presa su questo pubblico. Crescendo con gli anni potrei avercela, com’è capitato a molti: di fatto escono tutti molto grandi. Sono tutti dai quaranta in su. L’uomo della tv in Italia è di mezza età. Anche perché il pubblico che lo guarda ha quell’età.

Perché reti in crisi come Italia 1 e Raidue non importano qualche magazine veloce come quelli che hai condotto tu?

Di fatto credo che non ci siano proprio i giovani davanti alla tv. Un po’ per Internet, un po’ per i canali tematici giovanili. Non vanno a guardare le generaliste che ormai hanno un’immagine più per persone adulte. I ragazzi si annoiano, cercano cose più divertenti.

In Rai non hai avuto fortuna, hai preso parte all’unica puntata di un format come Incredibile di Veronica Maya. Come sei arrivato a quell’esperienza?

Grande esperienza ma che è durata solo una puntata (ride, ndDM). Non mi ricordo nemmeno come sono arrivato lì: cercavano delle persone che avessero lavorato in tv né troppo né poco, ero sicuramente uno al loro caso, anche se era riduttivo, per quello che avevo fatto in precedenza, il ruolo che mi davano in Rai. Da conduttore passavo quasi a fare l’inviato valletto. Però era un’esperienza per farsi notare in Rai, per farsi vedere. Una vetrina, peccato che è stata chiusa dopo una puntata.

Ti è stato mai proposto un reality?

No. Lo avrei fatto volentieri, perché no. Penso però che debba essere proposto più che proporti. Non ho mai avuto la giusta combinazione di fattori per arrivare a fare un reality. Diciamo anche però che non l’ho mai cercata.

Mi sembri uno che sgomita poco…

Io non sgomito per nulla, questo lo possiamo mettere proprio a caratteri cubitali. Dai tempi di Carramba sono stato notato, in quel caso da Raffaella, e messo davanti, ma io non ho fatto nulla per farmi notare. A differenza di altri rimango più nell’angolo a guardare per imparare e poi piano piano arrivo a conquistare le mie cose. Alla fine chi ha sgomitato fa tutt’altro nella vita. Si è impegnato meno a capire come funzionava che a sgomitare per poi cadere nell’oblio.

Qualcuno con molta meno esperienza rispetto a te con qualche piccolo scandalo ha cavalcato le cronache diventando popolare…

Non ho mai pensato di farlo, non mi è mai interessato stare al centro dell’attenzione in quel senso. Non faccio la tv per quello. Faccio volentieri Diario di Viaggio perché mi piace, ma in realtà non impazzisco per stare davanti alla telecamera o fare il conduttore. Non ho né la velleità né il narcisismo di stare in tv. Questo è stato il fattore che ha determinato il non sgomitare per diventare ‘famoso’.

Dopo Un Posto al Sole hai provato altre avventure per la soap?

E’ stata una bella esperienza che avrei anche continuato, se fosse stato possibile. Non ho fatto più nulla in quel percorso perché comunque non era nelle mie aspettative fare l’attore. Non lo sono. Non avevo né voglia di studiare per fare l’attore, né voglia di sgomitare per cercare dei ruoli, né fare la vita di quelli che recitano.

Senza un’apparenza così d’impatto pensi che avresti lavorato comunque in tv?

Ci sono persone che lavorano in tv anche senza un’immagine così d’impatto. Eppure lavorano tanto e anche di più me. Non è determinante. All’inizio sono stato notato sicuramente perché ero una ragazzo caruccio di Napoli di vent’anni. Adesso ne ho trentasette, sono un uomo e la mia immagine è diversa. Non so se questo determini una fetta di gradimento del pubblico. Ho tanti uomini però che guardano il programma e sono disinteressati al lato estetico.

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2 Commenti dei lettori »

1. FDiv88 ha scritto:

16 giugno 2012 alle 20:27

Per il discorso dei giovani dipende dai programmi, Non è vero che non ci sono più davanti alla TV: Ci sono le tv del digitale terrestre abbastanza seguite ma già su Italia1, programmi quali “I Simpson” ed altri, sono ampliamente visti. Internet non ha tolto i giovani dalla TV (includendo nel discorso, anche le tematiche e semi generalista). Se così fosse, come mai ci sono così tanti canali per ragazzi e ragazzini? Alla fin fine, quali sono i cantanti italiani più in voga tra i giovani (non di tutti ma di tantissimi)? I cantanti che escono dai talent quali “Amici”, che è un programma di successo, trasmesso da un emittente televisiva generalista! Alla luce di questo, come si fa a dire che i giovani non sono più davanti alla TV?



2. Fede87 ha scritto:

18 giugno 2012 alle 14:04

Sono d’accordo nel dire che i giovani nn sono più davanti alla tv. gli stessi simpson (e tutti i cartoni che prima tiravano) ormai sono crollati nell’audience.. e le varie serie televisive ora si guardano in contemporanea all’america.. senza emettere giudizi d’opinione sui format della De Filippi, io preferirei di gran lunga vedere marco polo sulle reti mediaset o rai, e un ragazzo come ciro di maio io lo vedrei benissimo per rivoluzionare e “svecchiare” un pò i programmi italiani, come la “vita in diretta”, “buonadomenica” e così via… i tempi sono cambiati ma la televisione italiana di innovativo ha poco o nulla.. complimenti a sky e a marcopolo e soprattutto a Ciro. Di persone talentuose e umili come lui ce ne sono davvero poche..



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