di Massimo Dorati – Sembra il titolo di una canzone di Jannacci, Quelli che… stanno dietro. Non mi fraintendete, nulla di volgare, banale, scontato; vorrei trasmettervi passione, amore per il proprio lavoro, notti insonni, adrenalina pura, spirito di corpo e di squadra, sentimenti veri come amicizia, rispetto, cameratismo.
L’idea nasce da un’inquadratura, una veloce furtiva inquadratura della durata di 10 secondi, si solo 1o secondi, che però sono bastati per accendere in me un travolgente tsunami di ricordi, attimi, frammenti di vita vissuta e condivisa per più di 20 anni con centinaia e centinaia di persone.
Questa sequenza di 10 secondi l’ho rivissuta al termine della semifinale dell’Isola dei Famosi quando dall’Honduras le telecamere hanno mostrato le 200 persone che per 65 giorni dichiarati (ma in effetti da 3 o più mesi) stanno alacremente lavorando per mettere in piedi, in condizioni non proprio da Grand Hotel, quello che poi voi avete potuto “gustare” in onda durante le puntate di uno dei vostri show preferiti.
200 volti, 200 nomi, 200 professionalità, 200 famiglie che all’apparire del loro caro, inquadrato furtivamente, si sono sentite pure loro partecipi ed importanti e, quasi sicuramente, alla fine della puntata, hanno condiviso con altri parenti quell’attimo di notorietà vissuta dal loro caro appena inquadrato.
E se pensate che solo in Honduras c’erano 200 persone, provate a pensare quante ce n’erano a Milano. Per lo meno altre 200!
Ne ho vissuti tanti di quei “10 secondi”, ma dovete sapere che c’è una ritualità precisa: viene redatto un foglio da dare alla conduttrice/ore ove ci sono scritti tutti i reparti che hanno lavorato al programma: trucco, parrucco, regia, autori, cameramen, sarte, macchinisti, audio, tecnica, redazione, produzione. Durante tutta la puntata ognuno, come un soldatino, svolge il proprio lavoro come se nulla fosse, ma poi quando la puntata sta per volgere al termine, arriva di solito la delegata di produzione con un foglietto nelle mani e riunisce per gruppi i vari settori. Li briffa dando indicazioni secche ma veloci, ognuno si dispone riconoscendosi per reparto e quando scatta il fatidico momento, in quei 10 secondi 10, davanti agli occhi di ognuna di quelle 200 persone passano mesi di sofferenze, di impegno, di cestini mangiati velocemente, di risate, di notti insonni, di amicizie rafforzate, brevi flash pieni di intensità.
Ne ho vissuti tanti di quei 10 secondi nella mia vita e vi assicuro che sono davvero emozionanti. Un breve ricordo personale mi associa a Franco Bianca, regista dall’Honduras dell’Isola, ma anche regista del Karaoke di Fiorello: era l’ultima puntata da San Severino Marche dopo più di 650 puntate e tutti noi nella sigla di coda schierati intorno a Fiore; durante quei minuti dovetti mettere gli occhiali scuri perche non riuscivo a smettere di piangere. 650 puntate di ricordi, emozioni, alcune tragedie, viaggi, nebbie, pioggia tutti concentrati in pochi momenti.
Anche questo è amore, passione. La parte buona e bella di un lavoro meraviglioso.
1. Il Giomba ha scritto:
4 aprile 2012 alle 12:26