L’attesa è finita. Dopo un pomeriggio di peripezie con convocazioni in extremis e una scaletta mai così provvisoria il Festival di Sanremo può avere inizio. Rocco Papaleo e Gianni Morandi potranno contare sul quartetto dell’anno scorso per dare subito il graffio vincente a questa edizione del bis. Prima puntata anomala ma con molti assi nella manica.
Se in più aggiungiamo il super intervento di Adriano Celentano gli spunti della serata sono infiniti. La gara, la squadra un anno dopo (con tutte le incognite del caso), i numeri di Papaleo, le eliminazioni. Non scordiamoci infatti che tra i 14 big in concorso 2 lasceranno già la competizione, per sperare poi nel ripescaggio pre-finale.
Inizio alle 20,40. Un’altra novità rispetto al canone. Con la speranza che non si sfori oltre il limite della durata tollerabile. Ecco la scaletta della prima puntata. Fine prevista per le 00,45.
- Dolcenera
- Bersani
- Noemi
- Renga
- Civello
- Fornaciari
- Marlene Kuntz
- Ore 22.15 Intervento di Adriano Celentano
- Emma
- Finardi
- D’Alessio- Berté
- Zilli
- Carone- Dalla
- Arisa
- Matia Bazar
SI COMINCIA ALLE 20,30
PRONTI CON LE PALETTE IN MANO
ore 20,37: Gianni Morandi tra la gente. Anteprima del Festival che riecheggia un po’ quella di Fiorello e del suo grande spettacolo dopo il week end. Dopo la rituale balconata con Mollica il conduttore regala ai telespettatori una piccola chicca di backstage.
ore 20,45: Luca e Paolo ricominciano da Ti sputtanero, il cult sulla querelle Fini- Berlusconi. Ottima apertura ad anello. Nuova canzone parodia. Il post Berlusconi tiene banco. L’austerity e il governo tecnico e il guaio per la satira e i comici. Le note riviste sono quelle di Uomini soli dei Pooh
ore 20,54: si passa al monologo civile spigolando tra le parole di Roberto Benigni cogliendo dalla verve del comico toscano i lati più alti e quelli più bassi, dalla prosopopea dell’Unità d’Italia al catalogo della pornolalia. La gag continua sul canone, sulle tasse, sulla presunta serietà degli italiani sotto il governo Monti.
ore 21,00: sfida a distanza tra Luca e Paolo e Celentano. Dopo averla cantata a Berlusconi tramite una riedizione del Va pensiero la coppia di comici pungola il Molleggiato con i silenzi e i ‘pistolotti’ ambientalisti. Due lunghi minuti di pausa, nel classico stile sospeso dell’Adriano nazionale. Entra pure una lavagna: si scrive e non si parla: Caro Adriano avevi ragione la foca ha rovinato il paese. si gira la lavagna: si presenta Morandi che entra dal corridoio centrale, ancora tra la gente.
ore 21,10: il vero inizio. Luca e Paolo tagliano la corda (e non nascondono la voglia di fuggire da quel palco così importante). La parola passa alla danza. Mentre cala sul palco l’arca di Castelli una coreografia molto kubrickiana dà inizio allo show. Forse un pelino troppo sofisticata e poco colorata questa primissima cartolina. Anche se è innegabile che Ezralow ha un talento immenso. Lo stesso Daniel entra in scena e veste i panni dell’astronauta.
ore 21,25: si comincia, finalmente, con la gara. Entra Dolcenera. Prova buona per la cantante salentina. Precisione apprezzabilissima, considerato anche che è proprio lei a rompere il ghiaccio. Bell’arrangiamento, esecuzione convincente, motivo accattivante. Testo in linea con lo stile cool della cantante.
ore 21,34: Samuele Bersani. Più sofisticato del previsto l’effetto. La prima impressione lascia qualche dubbio. Testo brillante, originale e coraggioso. Forse ci vuole più d’un ascolto per apprezzarla al meglio. Sicuramente da riascoltare. A livello melodico qualche perplessità. Si blocca il sistema: problema con le votazioni delle demoscopiche.
ore 21,40: Papaleo rompe il ghiaccio. Il comico tecnico, salvatore della patria. Non male l’esordio del duetto. Visibilmente emozionato il caro Rocco. Ma la si butta sull’ironia e va bene così. Stiamo uniti diventa stiamo tecnici. Un imbarazzo carino. Ironia semplice. Rottura del ghiaccio con promozione.
ore 21,46: Noemi. Presentazione roboante per la rossa fuoco. Non può passare inosservato sicuramente il look della xfactorina. Riesce a dare al testo quel calore che le parole troppo ermetiche non hanno in sé. Timbro caldo, interpretazione molto bella. peccato per qualche passaggio vocale non troppo convincente. Buona scelta anche questa.
ore 21,53: Francesco Renga. Si conferma uno degli artisti più eclettici del nostro panorama. Bella sensibilità di scrittura e di interpretazione. Voce potente. Il pezzo non è orecchiabilissimo. La competizione è durissima fino a questo momento. Ci sono dei pezzi nel complesso più forti. Non si può però ignorare il talento immenso di Renga.
ore 22,00: Chiara Civello. La più sanremese finora. Non graffia ma non si può dire che non ci sia alle spalle un background artistico sicuramente degno di nota. Qualche bel passaggio musicale ma sembra già condannata ad un destino da meteora. Nessuna nota di spessore. La meno convincente sin qui. Qualcosa col voto continua a non andare ma si cerca di insabbiare la prima rogna.
ore 22,06: Irene Fornaciari. Sicuramente degno di nota il testo di Van Der Sfroos, anche se abbastanza complesso per essere facilmente orecchiabile. Irene conferma la sua verve e la sua grandissima energia. Un’interpretazione forse non molto in linea con il sottile lirismo del testo. Con un’altra interprete una composizione così particolare poteva rendere molto di più. Dubbi della vigilia confermati. Ma non ci sarà un po’ troppa pubblicità? Celentano ha costretto a una ridistribuzione intensiva della frequenza degli spot prima del suo intervento?
ore 22,18: si vota all’antica, a mano. La scenografia tecnologica ha esaurito la dose di high tech possibile al Festival. Ma ecco che arriva il momentone del Festival. Con un coro degno del pomeridiano di Amici il Molleggiato fa il suo ingresso in scena. Come anticipato è uno scenario apocalittico. Celentanypse now. Prima strigliata: alla Chiesa indifferente che non sa parlare agli ultimi, che non si preoccupa del fatto che il proprio pensiero non arrivi.
ore 22,28: attacco frontale alla Chiesa. Prepariamoci alla guerra. Adriano non usa mezzi termini e definisce giornali privi di senso tutte le testate a marchio cattolico. Poi si prosegue sull’attacco alla velocità della modernità. L’elogio della lentezza trova un destinatario in Montezemolo. Elisabetta Canalis interpreta l’Italia e la crisi, la speranza di tornare in un futuro migliore per il paese.
ore 22,38: Celentano canta. Ritorna alla politica e i toni non sono più dolci. Il popolo sovrano, ecco il nuovo tema. Ovvero una sferzatina alla vicenda della nascita del governo Monti e alla Consulta che ha bocciato i quesiti referendari. Va in scena una discussione molto accesa, a tre, tra Celentano, Pupo e Morandi. Toni politici duri. Anche Morandi sposa la polemica e attacca la Lei e la decisione sul referendum.
ore 22,49: non si capiscono molto bene i confini di questo numero. Nel bene e nel male spiazza e alzerà un polverone di proporzioni storiche. Adriano canta e ballicchia. Celentano ha scelto uno stile molto meno in sottrazione del solito. Pochissimi silenzi e pause. Il livello d’intensità politica è alle stelle. La provocazione istituzionale idem. C’è spazio anche per una rivendicazione per il compagno Santoro, una frecciatina bella appuntita verso Lorenza Lei.
ore 23,00: nuovi focus. La pena di morte, la guerra, la morte, il messaggio evangelico di Gesù Cristo. L’esegesi dei Testi affidati al Molleggiato fa un po’ effetto. Il messaggio di pace si spezza subito dopo quando si accende l’acredine con Aldo Grasso. Ricorderete la polemica con il giornalista per un suo pezzo in cui alludeva al marketing sanremese di Celentano. Aveva promesso di servire fredda la vendetta alla penna del Corriere. Sull’analisi della figura di Cristo il Molleggiato ricama una bella parentesi.
ore 23,08: stilettata anche all’Europa dei paesi che hanno chiesto come garanzia alla Grecia l’acquisto di armamenti. In mezzo al flusso di coscienza del Molleggiato c’è anche modo di ascoltare un duetto a distanza con Franco Battiato. La diplomazia, questa sconosciuta, stasera non ha mai sfiorato il palco. Discorso ‘epico’. Nel bene e nel male, comunque la si pensi, se ne parlerà per un bel po’.
ore 23,19: Finita la lunga, troppo lunga, parentesi di Celentano. Si torna alla gara con Emma. Indossa i panni del discorso civile con ammirabile verve la Marrone, sicuramente l’amica di Maria più matura. Il problema del testo, oltre ai limiti della trama di scrittura, è proprio il capire dove vuole arrivare esattemente. Né orecchiabile né cantautoriale.
ore 23,26: ecco i Marlene Kuntz, ottava canzone in gara. I meno sanremesi si palesano sul palco della discordia. Grandi riferimenti ai massimi sistemi, toni sicuramente poco ammiccanti, tipica atmosfera del gruppo. Il rock che sfiora un tema così delicato come il rapporto padre- figlio. Giusto avere il range più largo possibile di generi e stili, ma già l’applauso tiepido fa capire che c’è una grandissima probabilità di vederli tra gli esclusi.
ore 23,34: Belen Rodriguez ed Elisabetta Canalis. Chiamate all’improvviso arrivano a sostegno della squadra. Sulle note de La Bella e La Bestia celebrano il passaggio di testimone, in fondo mai avvenuto. La povera Ivana intanto pare che sia rientrata in albergo dopo gli accertamenti medici. Complimenti all’intonazione delle due ex vallette. Si sono guadagnate anche stavolta la pagnotta. Morandi risponde con una riedizione di Non son degno di te, dedicata alla ragazza.
ore 23,40: ancora nicchia sul palco. E’ la volta di Eugenio Finardi. Il testo più impegnato dell’anno. Bella interpretazione. Atmosfera elitaria e sofisticata, quasi da anacoresi. L’eleganza di Finardi non di discute ma difficile che Vecchioni possa essere bissato. Doveroso rappresentare le nicchie. Buona scelta.
ore 23,49: altro momentone. La coppia più mediatica del Festival va in scena. Loredana Berté e Gigi D’Alessio. Come prevedibile l’effetto accozzaglia si palesa tutto. Gigi con la solita tirata melodica e il look alla Nino D’Angelo, Lory con la sua meravigliosa aura ‘maledetta’. Canzone orecchiabile, duetto ammiccante. Ma per onestà musicale non si può anteporre la mediaticità alla qualità.
ore 23,53: Nina Zilli. Il suo vintage è affascinante. Il testo è debole. Ragazza di grandissime potenzialità e talento. Ricalca un po’ le orme di Mengoni, sembra esserne la versione femminile. Graffio vocale bello e potente ma non arriva mai il testo giusto. Al primo ascolto non travolge. Reazione del pubblico fa presagire un buonissimo gradimento.
ore 00,03: cantuccio lirico tutto per Rocco Papaleo. A tratti molto scanzonato, a tratti con ambizioni molto alte. Il regista lucano non se la sta cavando male. Accompagnato al pianoforte intrattiene il pubblico con un monologo sospeso tra l’ironia e il lirismo. Il pubblico sta reagendo bene ai numeri di Rocco. Percezione iniziale positiva.
ore 00,09: Lucio Dalla e Pierdavide Carone. Un altro grande numero di questo Festival. Un onore per Morandi avere l’amico bulgnais Dalla. Accoppiata perfetta: talent più cantautore. Testo semplice ma penetrante, Pierdavide perfettamente calato nell’atmosfera della canzone. Preziosi gli interventi di Dalla. In punta di piedi ma per adesso la sintesi migliore: affascinante sapore di romanza.
ore 00,17: Arisa. Dimentichiamoci la Rosalba fase uno. Tutt’altra storia. Più intimistica nella nuova maturazione. Bel testo, buon arrangiamento, bella atmosfera. Nella nuova versione vocale forse il giudice di X Factor non è ancora riconoscibile ma il giudizio è molto positivo.
ore 00,24: ultima canzone in concorso. I Matia Bazar sul palco. Se fosse ancora il Festival di Baudo potrebbe essere una canzone da prendere in considerazione. Per fortuna abbiamo svoltato e queste sinuosità alla Lola Ponce sono troppo barocche. Canzone per nulla coraggiosa, melassa senza fine, si gioca troppo sulle solite combinazioni di immagini.
ore 00,29: Gara annullata. Per i problemi al voto, per il guasto tecnico la competizione per stasera è sospesa. Domani sera quattro eliminazioni anziché due. Soluzione di buon senso, furba calamita anche di mediaticità. Considerata anche la lunghissima parentesi di Adriano Celentano che ha un po’ sviato dalla gara può essere una via d’uscita eccellente. Fine.
Appuntamento a domani sera. Stesso posto, stessa ora. Da Sanremo DM non vi abbandona.
1. lu85 ha scritto:
14 febbraio 2012 alle 20:26