12
febbraio

TESTI FESTIVAL DI SANREMO 2012: EUGENIO FINARDI (E TU LO CHIAMI DIO)

Eugenio Finardi - E tu lo chiami Dio

Doveva essere l’autrice del testo, la molisana Roberta Di Lorenzo, a cantarla al Festival di Sanremo ma, come racconta Eugenio Finardi a Sorrisi, Gianni Morandi ha chiesto che fosse il noto cantautore ad eseguirla all’Ariston. Del resto nel cd di presentazione della canzone inviato alla direzione artistica era stato proprio Finardi a metterci la voce, e così per la terza volta è lui in prima persona a prendere parte alla gara.

Manca dal 1999 e per il ritorno sceglie un testo importante, sicuramente il più dotto, quello che alimenterà più dibattito a livello di opinione pubblica. Una canzone che affronta il tema della spiritualità come necessità, come bisogno per l’uomo. Non importa che la sua interpretazione venga poi affidata a un non credente come Finardi, lo scopo è riflettere sul principio unico delle religioni, sul rapporto dell’uomo con l’invisibile.

Si abbatterà su di lui la scure dell’Avvenire, della politica più a braccetto con l’altare? Forse sì, forse no. L’intento profondo non è sicuramente dissacrante ma i dibattiti italiani s’infiammano spesso sulla questione religiosa. Si concederà a Finardi di nominare il nome di Dio all’Ariston? Staremo a vedere. Forte la curiosità di vederlo duettare con Noa nella riedizione di Torna a Surriento (serata del giovedi) e con Peppe Servillo nella serata di venerdì.

Il testo della canzone:

E Tu lo chiami Dio

Vorrei volare ma non posso,
E resto fermo qua
Su questo piano che si chiama terra
Ma la terra si ferma…
Appena mi rendo conto
Di avere perso la metà del tempo
E quello che mi resta è di trovare un senso
Ma tu, sembri ridere di me,
Sembri ridere di me…
E tu lo chiami Dio
Io non dò mai nomi
A cose più grandi di me
Perché io non sono come te…
Ma conosco l’amore
Io, io che ho visto come te
Dritto in faccia il dolore..
Vorrei volare ma non posso
e spingermi più in là
Adesso che si fa silenzio attorno
Ma il silenzio mi parla…
Devo combattere con le mie lacrime,
mica con una poesia
E non c’è ordine nei letti d’ospedale
Come in una fotografia rivedo
dritta sulle spalle la mia figura..
E tu lo chiami Dio
Io non dò mai nomi
A cose più grandi di me
Perché io non sono come te…
E tu lo chiami Dio
Io non dò mai nomi
A cose più grandi di me
Perché io non sono come te…
Ma conosco l’amore
Io, che ho visto come te
Dritto in faccia il dolore..
E tu lo chiami Dio
Io non dò mai nomi
A cose più grandi di me
Perché io, io sono come te

Qui tutti i testi dei big in gara al Festival di Sanremo 2012



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1 Commento dei lettori »

1. antonio ha scritto:

12 febbraio 2012 alle 21:54

In bocca al lupo caro Eugenio e c.

Visto il tuo talento sarai il vincitore o al max fra i primi..—



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