Chapeau. Anche i detrattori facciano un passo indietro e lo ammettano: ieri sera Bruno Vespa ha superato se stesso. Il Mandrake dell’informazione televisiva ne ha inventata un’altra delle sue, si è spinto laddove nessuno avrebbe mai osato. Ha regalato al pubblico attimi di pura di magia. Nello studio di Porta a Porta è apparso infatti un cartonato dell’Evasore fiscale, cioè una versione antropomorfa del tanto vituperato plastico.
Così, il laboratorio di Vexper ha creato un altro piccolo mostro (dal latino monstrum: prodigio) lasciando a bocca aperta il telespettatore. Nel programma di Rai1 si parlava di frodi fiscali ed il giornalista ha così introdotto il modellino del perfetto parassita italico. Il soggetto era riprodotto a grandezza naturale e presentava alcuni tratti squisitamente allegorici: mai sottovalutare la semiotica del plastico.
Durante il dibattito in studio, Vespa si è accostato più volte alla sagoma di colore scuro (forse un’allusione ai redditi in nero dei furbetti) e vi ha ronzato attorno tutto orgoglioso. Il cartonato del parassita italico, del resto, riportava alcune finezze degne di nota, come le immagini di un Suv e di uno Yacht - due beni di lusso – applicate alla sua giacchetta.
L’apparizione del ‘plastico’ antropomorfo è un ulteriore e significativo passo in avanti nella narrazione televisiva del Paese. Un fenomeno da decifrare, più che da offendere. Un tempo c’era la scrivania per il contratto con gli italiani, poi sono arrivate le riproduzioni della villetta di Cogne, e di quella di Avetrana, la bicicletta di Alberto Stasi.
Ora siamo al modellino della Costa Concordia e al cartonato dell’evasore fiscale, simbolo dell’era Monti. Non è un reato accompagnare il racconto dell’attualità con degli oggetti che la spieghino e la identifichino meglio. Vespa non sbaglia: finchè il pubblico lo bramerà, il plastico continuerà ad esistere.
1. wilma n. ha scritto:
9 febbraio 2012 alle 11:13