Gianfranco Vissani riparte dalle origini. Cioè dal territorio, quel fitto mosaico di tradizioni e sapori che impreziosisce la nostra Italia. Stamane lo chef televisivo esordirà su La7 con Ti ci porto io, un viaggio alla scoperta di luoghi, abitudini ed eccellenze gastronomiche. Al suo fianco ci sarà Michela Rocco in Mentana, compagna d’avventure in un itinerario che durerà ben venti punate, una per ogni regione. La ’strana coppia’ attraverserà l’Italia lasciandosi guidare dalla curiosità tipica dell’esploratore. Per assaggiare in anteprima il gusto di questa avventura (in onda ogni domenica alle 11.30) abbiamo portato su DavideMaggio.it proprio il suo conduttore, Vissani.
Chef, come sarà questo suo nuovo viaggio televisivo?
Partiremo con una 500 gialla, attraverseremo tutta l’Italia e visiteremo delle zone dove andremo a pescare la tradizione, la cultura, e i problemi reali del territorio. Troveremo anche persone in difficoltà, andremo nelle scuole a tenere delle piccole lezioncine su come si riconosce un prodotto di qualità. Ma si parlerà anche di storia, di monumenti, di musica. Ci sarà tutto un mix di quello che può offrire il territorio: la tracciabilità, le filiere, le quote latte…
Quale sarà l’ingrediente segreto che darà sapore al programma?
Mah, ogni tanto mi divertirò a coinvolgere e stuzzicare una signora del luogo, magari rifacendo anche una sua ricetta tipica. Ovviamente bisogna trovare un personaggio che gradisca il momento simpatico e non si innervosisca, perché siamo un po’ tutti gelosi della nostra cucina. Sono due ore di trasmissione, dalle 11.30 alle 13.30, e speriamo che non siano troppo lunghe.
E’ un format televisivo che lei aveva già sperimentato…
No, perché stavolta è completamente diverso. Innanzitutto noi non guardiamo mai nelle telecamere. Viaggiamo su questa macchina e poi magari succede che io mi fermi in mezzo a un campo di broccoletti, oppure posso fare una pagella sull’albergo dove abbiamo dormito.
Quindi non sarà una risposta di La7 a Linea verde?
No, ma neanche per sogno. Loro vanno sul territorio e affrontano varie tematiche, da noi ci saranno anche personaggi che daranno lustro alla trasmissione. Ci saranno Adriano Panatta, Casadei e tanti altri che hanno fatto la storia italiana. I nostri saranno ospiti giovani e non giovani, perché sa che per acquistare i personaggi ci vogliono denari, vero? In tanti accettano sulla base del promo, che serve solo a lanciare il programma…
Lei è stato un pioniere del genere: uno dei primi chef ad uscire dalle cucine per andare in tv. Cosa è cambiato da quando ha iniziato?
Oggi ci sono tanti cuochi e di diverse categorie, ognuno poi ha il suo guscio e lì si esprime. Ci hanno provato in tanti ma non è questo il problema. Io volevo spiegare che la questione fondamentale è che la buona cucina è come le nostre favole, che si tramandano dai padri ai figli. E i figli le fanno proprie, le personalizzano e se le ricordano per tutta la vita. Così è con la televisione: possiamo cambiare qualcosina, magari le sfumature, ma per quanto ci riguarda c’è tutto un discorso che ci porta fuori da certe logiche.
Ma oggi in televisione prevale di più la cucina o la dimensione dello spettacolo?
Più spettacolo. Sì, c’è più spettacolo e poca cucina…
A proposito di tv ai fornelli, cosa pensa de I menù di Benedetta?
Benedetta Parodi fa la sua cucina, che è da casalinga ed è ovviamente diversa da quella che può fare un cuoco professionista. E’ un altro tipo di cucina, ma lo dico senza voler offendere nessuno, sia chiaro.
Il professionismo in tv l’ha portato Masterchef. Ha seguito il programma?
Sì… A Masterchef ci sono dei professionisti, quindi non c’è nemmeno bisogno di presentarli, mentre sul percorso dei concorrenti, detto tra me e lei, quelli sono dei tempi televisivi, senza ombra di dubbio. Ma la cucina in tv riscuote un grande successo e questo dipende anche dalle persone che seguono i programmi. Ormai ci rimane solo questo valore aggiunto che è la cucina, cioè il divertimento di stare in casa e di mangiare quattro cose assieme agli amici.
Oggi cosa può offrire alla tv uno chef di lungo corso come lei?
No, io non offro niente… (ride)
Ma come niente?
(silenzio, ci pensa) diciamo l’esperienza. Ecco, l’esperienza…
1. ANTONIO1972 ha scritto:
22 gennaio 2012 alle 11:15