Dov’è finita la sacra e inviolabile idea dell’isolamento alla base del format del buon De Mol? Il dentro e il fuori, poli un tempo necessariamente inconciliabili nella dinamica del gioco del Grande Fratello, rette parallele per postulato, sono diventate così inestricabilmente dimensioni parallele da aver raggiunto l’estremo della contraddizione in termini.
Non c’è bisogno di scomodare la filosofia delle origini per capire che trattasi di paradosso. Non disturbiamo Parmenide per comprendere il discorso di Alessia Marcuzzi, costretta addirittura a portare la giustificazione a Rudolf per il mancato contatto con la fidanzata Francesca, che nel frattempo ha pensato persino di respingere le mire invasive e invadenti del Gf cautelandosi con un avvocato e una diffida a utilizzare il suo nome in maniera indesiderata.
Non temiamo di essere anacronisti quando pensiamo a come sarebbe stato impossibile arrivare a un estremo così spinto nella casa di Cristina Plevani e company ma anche fino alle edizioni condotte dalla D’Urso. Una progressiva alienazione dell’essenza delle dinamiche, è quello che subito dopo ha snaturato il concept del reality. La conduttrice, timidamente, ci prova pure a spiegarlo ma quando la frittata è fatta e cotta risulta difficile recriminare sulla rottura delle uova.
Ai cultori delle grandi letture può venire in mente tutta la filosofia di fine Ottocento, tutta concorde nel dire che quante più cose si trasferiscono in dimensioni esterne al raggio di azione più puro, tanto più si diventa deboli. La metafora è volutamente ardita ma sembra smascherare perfettamente la crisi di questo Grande Fratello.
Nell’attuale condizione diventa tutto un gioco di specchi: concorrenti che da settimane ormai non vogliono più stare in casa ma che pur di non perdere il treno per non si sa quale ambizione di popolarità non rinunciano al posto al sole manco a morire. Sembra quasi più facile realizzare l’autoriduzione dello stipendio dei politici da parte dei parlamentari stessi (perdonate la digressione demagogica ma la similitudine a distanza rende l’idea).
Rudolf, lo stesso che aveva parlato del gioco come di “una grande stronzata”, prima smania con angosce esistenziali per sapere notizie di Francesca ma poi quando lo avvisano che non potrà scucire informazioni forse per mesi gli basta un minuto per rassegnarsi. Idem, con patate, per Amedeo che cambia opinione ad ogni esigenza di sceneggiatura.
Così è (se vi pare).
1. emy ha scritto:
17 gennaio 2012 alle 11:36