Se Luciana Littizzetto qualche anno fa, a margine della stima improvvisata da Cassano sul numero delle sue donne, commentava: ne ha viste più lui che un bagno dell’Autogrill non osiamo immaginare come commenterà l’ultima idea di Rocco Siffredi, il macho italiano che tiene da anni alta la bandiera tricolore nel mondo dell’hard ma che non trova sostituti alla sua altezza (o lunghezza, se preferite).
Rocco adesso fa sul serio e sfida i benpensanti attraverso un’ennesima fantasia particolare: bandire un concorso per nominare un suo erede servendosi del genere più discusso del nuovo millennio, il reality (e per di più hard?). Proposta succulenta per carità, bisogna trovare però solo l’anima pia del broadcasting disposta a investire nel progetto. Attualmente il panorama televisivo italiano non sembra così propenso a sfatare tabù.
Sia il satellite che il digitale arriva infatti ad abbracciare come massimo confine dell’osè qualche piccola produzione americana con un eros molto patinato e artificiale, robetta che trascolora dinanzi alla tradizione erotica italica del maestro Brass. E’ più probabile e percorribile forse un circuito pay on line che andrebbe a inserisi nella folta platea del genere hard a pagamento acquistabile su internet, ma che si configurerebbe come ennesimo sorpasso dei new media sulla ‘vecchia’ televisione.
Potrebbe però rimanere l’ennesima provocazione senza seguito concreto, anche se di gente disposta a metterci la faccia (diciamo così) il caro Siffredi potrebbe trovarne parecchia. C’è quel serbatoio di meteore da primo reality a cui Rocco potrebbe attingere per trovare un erede dotato di talento, ad esempio. In una versione molto ma molto soft, e in una congettura molto ma molto ipotetica, potrebbe essere un buon investimento per la rete giovane di Mediaset che dopo Tamarreide potrebbe pure sperimentare questo format. Vista l’aria di austerity e sobrietà in quel di Cologno sembra fantascienza.
Immaginate già le battute e i doppi sensi che scatenerebbe questa simpatica diavoleria. Si potrebbe già ipotizzare il solito fantamercato per formare, come in ogni reality che si rispetti, la giuria, il pubblico parlante. Su una cosa forse potremmo essere sicuri: non ci sarebbe bisogno delle nominations. Probabilmente non occorrerebbero voti in segreto per scremare i concorrenti, falcidiati già dalla fatidica prova della resistenza all’emozione nel momento clou.
In attesa che Rocco ad un reality partecipi in prima persona gettando scompiglio nella casa, nell’isola o in qualsivoglia location si cercano volontari armati di buona volontà e di lungimiranza per assecondare l’ultima voglia di Siffredi, prima che appenda i guanti al chiodo.
1. ANTONIO1972 ha scritto:
23 dicembre 2011 alle 13:46