L’Italia è un paese strano. Il popolo italico (quanto meno una gran parte) anzichè dispiacersi per qualcosa che va male, prova una sorta di sadica soddisfazione per gli insuccessi incassati da qualcosa o qualcuno con cui, bene o male, interagisce quotidianamente.
E molto spesso non ci si limita ad apprezzare dall’esterno una situazione di per sè non positiva ma si “spinge” affinchè possa accadere l’irreparabile.
Tra questi “qualcosa e qualcuno” ci sono la televisione e i Suoi patinati protagonisti.
La considerazione nasce spontanea leggendo una serie di recensioni sull’ultimo reality show prodotto da Endemol per Canale5 “Uno, due, tre stalla“.
Che sia un clone de La Pupa e il Secchione e conseguentemente poco originale, ci sta.
Che sia l’ennesimo reality della stagione e non se ne possa più, ci sta.
Che la D’Urso forse è il caso che torni a fare la Dottoressa Giò, ci sta.
Che il programma in sè per sè non sia particolarmente stimolante, anche.
Ma affermare in maniera perentoria che il programma del prime time del mercoledi dell’ammiraglia del Biscione sia un flop, lo trovo davvero eccessivo.
Prendiamo i dati auditel della scorsa puntata del reality (quella di mercoledi 11 u.s.).
Uno, Due, Tre Stalla ha totalizzato 4.029.000 ascoltatori con uno share del 18,35%.
Risultati che di per sè non sono esaltanti, non ci piove. Ma contestualizzandoli e considerando la concorrenza che prevedeva nientepopodimenoche la partita di Champions League Bayern Monaco - Milan (che ha realizzato il 29.92% di share con 8.155.000 ascoltatori) io oserei parlare di risultati più che sufficienti.
Per amore di onestà , va detto che, dopo gli esordi deludenti, sono state adottate alcune misure per evitare il rischio flop, come la sostituzione del capo progetto Simona Ercolani col gruppo creativo di Maria De Filippi in veste di “amichevole” consulente.
Maria La Sanguinaria, non se l’è fatto dire due volte e ha trasformato il reality in un programma a sfide che vede schierati, gli uni contro gli altri, i protagonisti del programma, contadini e vallette. Una sorta di Amici in versione bucolica, insomma.
Ciliegina sulla torta: l’ingresso di Filippo Bisciglia, ex inquilino della casa del Grande Fratello (sesta edizione), entrato nel reality al solo scopo di dare man forte alla vallette.
I contorti e diabolici meccanismi defilippici ha sortito l’effetto desiderato e si è giunti a quei risultati più che sufficienti dei quali parlavo qualche riga più su.Â
Risultati più che sufficienti anche e soprattutto in considerazione di quella che tutti definiscono “crisi dei reality” ma che per me è, più semplicemente, una acquisita capacità del pubblico italiano a saper prendere le distanze dal reality a tutti i costi.
1. TETE ha scritto:
13 aprile 2007 alle 09:28