Alfonso Signorini è indignato e conferma in puntata (finalmente) quello che sussurra durante la settimana: questi ragazzi fomentati all’inverosimile di cattivi pensieri e ansia di emergere in maniera brutale non rappresentano l’Italia, sono una parte marginale e autoreferenziale di una riserva di egocentrici montati a neve dalla degenerazione del Grande Fratello.
Alessia Marcuzzi non nasconde anche lei un certo fastidio verso i concorrenti, ma precisa che non è un mal comune. Diciamo la verità: questo lavarsene le mani come se loro due passassero di lì per caso ci ha un po’ stancato. Per metter fine a questo catechismo alternato, questa manfrina del predicozzo solo da prima serata resta solo una via al Gf: fare la voce forte e sventare ogni nuova fenomenologia della violenza. Come? Rendendo nominabili d’ufficio i bellicosi, se è vero che non sono una bella immagine per il marchio del programma.
Per gente come Filippo forse ci sarebbe anche l’estremo per riflettere seriamente sulla negatività generale del personaggio. Trattandosi delle battute iniziali è opportuno optare per una nomination coatta, ‘pilotata’ per una volta a fin di ‘bene’, se la giustizia è quello che cercano. Non vi piace la guerra? Bloccatela! Vi fa comodo? Prendetevi le vostre responsabilità senza cospargervi il capo di cenere.
In tutti gli sport per le aggressioni, anche solo per l’intenzione di aggressione, si viene espulsi e allontanati dal gioco. Al Grande Fratello questo non avviene. Se bestemmi puniscono tutti i concorrenti con una decurtazione del budget di 50 mila euro, per atteggiamenti così pesanti non accade nulla, anzi forse ci si guadagna qualche credito nella logica autoriale. Si diventa personaggi forti da mettere nella riserva degli untouchables.
Il sospetto è che nella lista degli eliminabili non ci andranno a finire né Luca, né Filippo e nemmeno Mirko. Probabilmente i candidati saranno ancora pescati tra i profili che ragionano di più e minacciano di meno, quelli che, come dice mirabilmente Sofia, scontano il fatto di essere educati, come se avere personalità significasse sbraitare, mostrare i muscoli, promettere zuffe là dove non sono proibite per regolamento.
Non siamo nemmeno quegli ingenuotti che credono che si possa fare un programma con solo gente che parla di terza pagina dei quotidiani. L’importante è la coerenza, l’essere onesti col pubblico, non scegliere ancora una volta la via dell’ipocrisia gonfiando e sgonfiando l’ira dei ragazzi telecomandandola in base alle esigenze del momento.
1. lu85 ha scritto:
7 novembre 2011 alle 23:11