Seconda puntata del Grande Fratello. Impressioni? Non buone, ma a differenza dell’esordio non c’è il riscontro del pubblico a salvare le scelte degli autori. E’ certamente prematuro parlare di programma in picchiata e guardare con sospetto ai lunghi mesi di programmazione. Sarebbe sciocco e fuori luogo, anche perché per una rete che ha toccato spesso il baratro dei numeri immediatamente vicini al 10%, il verdetto di lunedì non è un completo disastro. La sensazione però è comunque di essere ad un bivio.
Svanita la comprensibile curiosità per vedere i nuovi protagonisti di stagione, per la puntata di lunedì sera il feedback del pubblico è stato tiepidino. Non sfugge probabilmente al pubblico una situazione arrivata all’estremo: il doppio binario su cui corrono le dinamiche del programma. Si fa veramente fatica a vedere una stranamente vereconda Alessia Marcuzzi coinvolta in gag prevedibili e di bassa comicità, addirittura arrossire davanti a qualche impennata di tono portata in casa dal siparietto de I soliti idioti, mentre in realtà la diabolica fucina del Gf macina a pieno ritmo nella scelta di simpatiche canaglie da buttar dentro.
Per non parlare di quell’erotismo anacronistico: non è un po’ ingenua la scelta di creare attorno a Danilo (da noi mostrato in atteggiamenti intimi con Manila Gorio) il personaggio del popolano sprovveduto e infoiato, come i personaggi da film degli anni 80 che per vedere una donna dovevano spiarla dal buco della serratura? E’ solo un caso di rappresentazione aberrata. Eppure ormai dovremmo esserci rassegnati: da anni vediamo due case del Gf, quella di prima serata della Marcuzzi, e quella vera dei live e della Gialappa’s.
Se poi l’intenzione è quella di fornire uno spettacolo per famiglie con dinamiche rassicuranti si sappia che è un vicolo cieco. O si normalizza il cast riducendo l’arrivismo famelico dei concorrenti, per nulla smaliziati e perfettamente consapevoli del significato di ogni loro mossa, o si rende la scaletta più credibile.
Fiorello, come Saviano e Fazio, nell’annata precedente costringeranno le menti di Cinecittà a trovare qualche leva forte per riprendersi dopo gli smottamenti che il nuovo show provocherà sul pubblico del reality. Già prima dello scontro frontale in contrapposizione però qualcosa dovrà riempire i vuoti: se è pienamente apprezzabile la sensibile velocizzazione dei montaggi e delle narrazioni video, sul resto c’è da lavorare.
Si vuole fare sociologia e pettegolezzo, base di molti format inossidabili, come tentato con l’incontro tra la Mussolini e la mamma burlesque? Ok, lo si faccia evitando il buco nell’acqua, il molto rumore per nulla. Il conservatorismo che i concorrenti hanno rilevato a proposito del binomio madre di famiglia-spogliarello è assolutamente veritiero, reale, palpabile ma la conduttrice non è stata capace di renderlo denso, televisivamente interessante.
Uno spunto che Tamarreide aveva ben calibrato era la scelta di inserire le pillole di antropologia e sociologia tra le vicende. Perché non dare contenuto alle tre ore sgradevolmente vuote della prima serata? E’ solo un’idea chiaramente, il rischio di sfornare un’altra generazione di palloncini in serie, gonfiati di nulla, è dietro l’angolo.
1. MisterGrr ha scritto:
2 novembre 2011 alle 18:48