Alla vigilia del suo ritorno in tv il conduttore è gasatissimo. Più o meno. Infatti, non passa giorno che egli non pensi alla Rai, dove faceva il diavolo a quattro con ascolti da record. Stamane ha addirittura definito una “una maledizione” l’ipotesi di non tornare più in Viale Mazzini, spiegando:
“L’ho detto e lo confermo, io sono della Rai ma non potevo continuare a lavorare contro la volontà del mio editore. Io non solo dovevo lavorare e fare profitti ma poi dovevo difendermi coi miei soldi dalle aggressioni che l’azienda mi faceva, usando i soldi che noi stessi avevamo portato nelle loro casse. Un paradosso insopportabile. Era uno stress psicologico enorme“.
In qualità di maître à penser del giornalismo duro e puro, Santoro ha poi denunciato come “solo in Italia si consideri la politica arbitro dell’informazione” e ha spiegato che l’unico modo per svincolarsi da questo legame a doppio filo è quello di allontanare i politici dall’informazione. “Finché noi giornalisti non ci indigneremo per questo vuol dire che saremo in una condizione di semilibertà” ha dichiarato.
Nel suo intervento a Radio24, Michele ha pure accennato alla mancata trattativa con La7, che fino a pochi mesi fa sembrava dovesse diventare la nuova tana dei giornalisti anti-sistema. L’evolversi delle circostanze ha voluto diversamente.
“Con La7 al momento dell’accordo è venuta fuori una richiesta di poter sottoporre ogni nostra azione della trasmissione a verifiche del loro ufficio legale. Questo in violazione dei contratti che tutelano l’autonomia dei giornalisti” ha accusato Santoro.
A quel punto il conduttore radiofonico gli ha fatto notare che molti altri giornalisti accettano le regole del gioco pur continuando a svolgere un lavoro egregio. E lui, con l’orgoglio del ‘diversamente libero’:
“Io posso permettermi di ribellarmi a condizionamenti che tutti i giornalisti subiscono in Italia, sanno benissimo di subirli ma non hanno la forza di portare in piazza questi elementi universalmente noti. Ma il problema esiste, io mi posso permettere grazie alla mia popolarità e alla mia età di affrontare un’avventura diversa. Io ci provo a forzare una situazione che tutti conoscono, che non ci lascia esprimere liberamente. Io lo faccio anche per gli altri, anche coloro che accettano questa situazione“.
Infine, una replica a Silvio Berlusconi, che ieri aveva definito ‘porno cronisti’ coloro che hanno hanno raccontato le sue “cene eleganti” a Palazzo Grazioli, deformandole.
“Le intercettazioni sono sputtanamento? Dopo aver visto la Merkel e Sarkozy che sghignazzavano stiamo ancora a parlare di sputtanamenti?” ha concluso il giornalista, a bruciapelo.
1. MisterGrr ha scritto:
24 ottobre 2011 alle 16:19