Questi due euro glieli dai o glieli tiri? E’ la domanda che Geppi Cucciari rivolge a Giuseppe Battiston nel corso della puntata odierna di G Day, dedicata allo sfottò della proposta del ministro Maroni: due euro per scendere in piazza e manifestare, una sorta di cauzione per cautelare le amministrazioni e i cittadini coinvolti nelle proteste pubbliche. Scendo in piazza con la carta di credito- risponde il paffuto attore. L’obiettivo di stasera è chiaro, e del resto si presta magnificamente alla parodia.
Il balletto della presa in giro porta a un menu di proposte bislacche da suggerire alla politica: obbligare i manifestanti a protestare uno alla volta, mettere in giro estintori di peluche, dotare le forze dell’ordine di altoparlante e dell’ultimo cd di Fossati per disperdere la folla, creare estrazioni vincenti di Super Enalotto con la scadenza di cinque minuti, convincere Lapo Elkann a parcheggiare in testa al corteo della protesta.
Il programma spara velocemente le sue cartucce e cerca di trovare la nuova via della satira serale (dalla quale e’ comunque molto distante), quel sentiero che la televisione batte poco ultimamente per paura di non resistere al confronto con i due archetipi del genere, Blob e Striscia la Notizia, con le loro diverse ricette e target.
Nel filetto al pepe verde che la trasmissione serve ai telespettatori prima di cena non può mancare una stoccatina al Trota, sempre più bersaglio prediletto della rabbia italica che monta quotidianamente come fosse panna a neve. C’è pure Mannheimer che recupera addirittura la sociologia per capire perché Bossi junior risulti indigesto all’opinione pubblica.
Si passa con nonchalance da una messinscena che denuncia la crisi economica che imperversa sui bilanci a tal punto da costringere carabinieri e poliziotti alla colletta per fare il pieno alle auto fino ad un irriverente quiz di antipolitica che punta il dito contro i finanziamenti, ad occhio abbastanza generosi, che la Regione Lombardia ha votato poche ore or sono scatenando girandole di polemiche.
Vagamente grillina l’impostazione dell’antipolitica sfottereccia, ma per come si sta muovendo la comunicazione e per come sta maturando l’anomalia democratica sembra quasi impossibile immaginare una via diversa per la satira.
1. ANTONIO1972 ha scritto:
20 ottobre 2011 alle 05:38