Ad ogni avventura televisiva che riprende o comincia da zero l’emozione è sempre tanta. Non c’è personaggio del mondo dello spettacolo che non accenni al batticuore della ribalta quando si parte o si ricomincia. Per artisti come Paolo Bonolis l’inizio di stagione significa più che mai ennesima avventura e ripartenza. Delicata, forse più che mai. Pochi come lui hanno sperimentato tante strade e in canali così diversi tra loro, pochi possono vantare successi televisivi arrembanti, anche se a fasi.
Avanti un altro ha tutto il sapore di un test importantissimo. Anche per un conduttore dalla grande caparbietà mediatica gli esami non finiscono mai. L’ultima volta che ci ha provato con il genere del game è andata maluccio. Fattore C sembrò scimmiottare i pacchi in maniera poco spontanea e a nulla valse il potenziale Bonolis, ottimo invece, anche in replica, con Ciao Darwin e sempre accattivante in mezzo ai bambini di Peter Pan.
Il mago dell’eloquio si appresta a questo debutto dinanzi al giudizio del pubblico con alle spalle un Senso della Vita prezioso ma impopolare e con tante belle storiche pagine scritte a Cologno Monzese difficili da ripetere per la concorrenza della consolidata proposta di Raiuno e per la solita incertezza del nuovo in questo momento televisivo molto massimalista in cui o vai benissimo o sei fuori dai giri. Non si può tirare a campare (lo si è fatto fin troppo con il logoro milionario del limone spremuto Gerry mandato allo sbaraglio fino all’esasperazione con un effetto di forte difficoltà indotta che chiunque andrà ad occupare quello slot deve recuperare).
Ci si può aspettare solo tanto da un fuoriclasse come Bonolis, eccellenza dell’intrattenimento televisivo con la sua capacità di coniugare alto e basso, zoom espliciti darwiniani, preziosismi aulici e squarci esistenzialisti. Il navigatore della commedia umana italiana cosa avrà messo in cantiere insieme ai suoi fedelissimi autori? Ma soprattutto quale sarà la reazione del pubblico che in alcuni fasi storiche lo ama profondamente e in altre rimane tiepidino dinanzi alle sue proposte, in base ovviamente anche alla bontà dei prodotti in sé?
Vedremo una sagace riproposizione delle chicche cult di Tira e molla o il rischio anacronistico avrà convinto a virare altrove?
C’è un discorso di target evidentemente da comprendere. Conti ha dalla sua il pubblico più over dell’ammiraglia che magari non cambia canale dalla mattina alla sera semplicemente per la legge dell’abitudine. Bonolis deve raccogliere da un lato il testimone di un Gerry Scotti che arruolava un pubblico più vispo e più impegnato ma per sbancare deve provare a fare breccia nell’italiano medio, se ancora può ritenersi valida quella idea di società, che sia per la politica che per la tv sposta i baricentri di approvazione culturale.
Una missione mica da ridere. Per il bene della vitalità televisiva e della concorrenza di idee non possiamo che augurare il meglio a questa nuova idea, consapevoli che una serie di risultati di non grande brillantezza potrebbe essere un segno abbastanza preoccupante per il dinamismo delle produzioni creative.
1. Phaeton ha scritto:
5 settembre 2011 alle 16:33