“Questa serie Tv è la nostra fortuna. Così facciamo lavorare gli amici degli amici…“. Presto, avvisate il vice questore Claudia Mares (interpretato da Simona Cavallari) o chiamate l’ispettore belloccio, Domenico Calcaterra (Marco Bocci). Amunì! I mafiosi pare si siano infiltrati pure nel business della fiction, hanno fiutato l’affare. Ma il paradosso, che ha veramente dell’incredibile, è che lo sceneggiato sul quale i picciotti avrebbero allungato le mani è proprio Squadra Antimafia – Palermo Oggi, la serie tv targata Mediaset che ha registrato il pieno di ascolti in virtù della sua trama avvincente incentrata sulla lotta contro il crimine organizzato. Come è potuto succedere?
Probabilmente è quello che si stanno domandando i responsabili di Taodue, la società di produzione della serie, da quando hanno scoperto che tale Gaetano Lo Presti, al quale hanno affidato un service per il reclutamento comparse, fornutura dei pasti e transfert, è il nipote diretto dell’omonimo capomafia arrestato nel dicembre 2008, e di suo fratello Calogero, beccato dagli “sbirri” a progettare affari poco trasparenti. E non è finita. Come riporta Felice Cavallaro sul Corriere di oggi, i Carabinieri sospettano che il giovane Gaetano sia l’erede diretto dei due boss, assieme ad suo amico incensurato. Circostanze che, fino a prova contraria, i produttori della fiction ignoravano del tutto, e proprio per questo la coincidenza risulta ancor più amara e spiazzante. I picciotti si infiltrano nella fiction antimafia: da non crederci.
Il tutto assume sfumature quasi caricaturali quando si scopre che l’intraprendente Lo Presti appartiene ad una famiglia che controllerebbe l’intero mandamento di “Porta Nuova”, lo stesso che nella serie tv viene nominato dal vice Questore Mares durante il tentativo di cattura della mafiosa Rosy Abate (l’attrice Giulia Michelini). Nello sventurato parallelismo tra finzione e realtà, i poliziotti veri hanno intercettato il picciotto Calogero Lo Presti mentre spiegava il business che il nipote avrebbe garantito: “Questa serie Tv è la nostra fortuna. Così facciamo lavorare gli amici degli amici almeno per altri cinque anni, che alla gente ci piace e noi gliela dobbiamo fare qua a Palermo… Senza domandare denari. A loro servizi ci dobbiamo fornire. E loro ci ripagano con piccioli e assunzioni. Pensiamo all’indotto, noi. Le comparse, i pullmini, i pasti… Ci siamo sistemati“.
I mafiosi hanno pensato a tutto: “abbiamo sistemato pure le salumerie e le nostre macellerie. Che lavorano tutti, accussì” commentano nelle intercettazioni ambientali. Le forze dell’ordine ora proseguono le indagini per scoprire fino a che punto la malavita sia riuscita ad affondare i tentacoli alle spalle di chi, attori e produttori, lavora onestamente.
Insomma, dentro e fuori dalla fiction lo scontro tra il Bene e il Male prosegue. E, come ha spiegato la protagonista Simona Cavallari nell’intervista a DM, il tema della mafia trattato dalla serie tv interessa soprattutto i giovani, che sono i primi a voler combattere l’idea di una criminalità invincibile.
Contro la malavita che cerca affari (nella fiction), la Squadra Antimafia ha ancora possibilità di vincere. Non solo in tv.
1. gabri90 ha scritto:
19 giugno 2011 alle 18:41