E vissero tutti felici e contenti. Anche questa edizione del Grande Fratello si chiude con una vittoria positiva: dopo mesi e mesi di eccessi e strepiti, a trionfare è colui che ha da sempre saputo mantenere al meglio la misura. In una volata finale che comunque avrebbe permesso al reality di smacchiarsi dalla fama prevalente, tra il vincitore sociale e il vincitore morale la spunta proprio Andrea Cocco che meglio ha racchiuso il catalogo delle virtù umane. Quando si dice che un paio di corna possono cambiare la vita.
Nello studio che pullula di balli e colori l’ultimo exploit di grandi contrapposizioni dirette, anche se il vivamus et amemus di ogni finale affiora dominando gli scambi verbali. Rancori sepolti o quasi: Alessia Marcuzzi dice persino di aver tifato per Guendalina Tavassi tacendo stasera il suo scarso gradimento verso la mamma accalappia-media, accusata dalla stessa presentatrice di sputare nel ricco piatto in cui stava mangiando. Nel clima di bontà fa eccezione solo il fatidico incontro fuori dalla mura della casa tra Margherita Zanatta e Nando, con il ragazzotto maturato ancora ad un’altra evoluzione: anziché tenere la coda tra le gambe si presenta al cospetto della Zanatta ringalluzzito come non mai (“aho, mica so un cagnolino!”) ma subisce l’ennesima mazzata.
Chi invece è cornuto senza mazziato è Andrea Cocco: la maledizione che vuole il trionfo sempre da Roma in su non si sfata nemmeno quest’anno volgendosi addirittura verso l’estremo Oriente. Se già con Ferdi e Jonathan i buoni giudici italiani del televoto si erano affacciati a Levante con il modello cosmopolita, il fascino esotico è davvero ancora più forte. Dato ancora più particolare se consideriamo che lo zoccolo duro delle audience risieda proprio nella parte d’Italia che non annovera nemmeno un vincitore nell’albo d’oro.
E’ sicuramente una sorpresa rispetto al pronostico che dava come vincitore quasi scontato (addirittura certo secondo molti) Ferdinando Giordano, al quale non mancava nulla per essere l’idealtipo di vincitore da reality, specie dopo la narrazione del numeretto per il provino preso dalla mamma (momento che rimane forse lo spaccato più reale dell’Italia contemporanea). Lui che in maniera molto pulita ha veramente centellinato i riferimenti drammatici alla sua vita e alla sua storia molto televisiva, su cui ha deciso di speculare pochissimo proponendosi per lo più come ragazzo tranquillo e innamorato, devoto praticamente alla sua Angelica dall’inizio alla fine del gioco.
Le pene d’amore appassionano il pubblico, e questo gli autori lo hanno capito proprio bene ormai. Nel segno della vittoria dell’allora respinta Cristina Plevani anche stavolta è il senso di risarcimento ad operare, lo stesso che ha fatto la fortuna di Rosa, fino a quando non è cominciata a risultare indigesta per il proverbio che su di lei calzava a pennello: errare è umano, perseverare è diabolico. E i diavoli, come ci insegna la storia prevalente del Gf, non trionfano, meglio gli angeli dalla faccia pulita che archiviano in maniera positiva il fascicolo, sopportando pazientemente anche di sorbirsi il cantante per cui la propria donna giura di fare follie (Alex Britti, entrato in casa questa notte a pochi minuti dalla proclamazione).
Nonostante nei cuori di tutti alberghi una sensazione di serenità dovuta alla necessità fisiologica di relax dopo sei mesi ininterrotti di programmazione, la suggestione finale delle luci che si spengono è sempre forte. Stavolta a portare il brividino sulla pelle dei telespettatori è la bella metafora conclusiva: i riflettori di Cinecittà smettono di palpitare ma l’immagine forte del Guerriero resiste alle tenebre. Tutto scorre ma le emozioni rimangono e proprio dalla forza dello sguardo di Pietro Taricone rinasce l’entusiasmo per una nuova avventura che tra poco ripartirà nel cantiere delle idee di Endemol.
1. Norat ha scritto:
19 aprile 2011 alle 08:41