Sembrava dovesse vivere da recluso, nascosto e segregato per motivi di sicurezza, blindato da cordoni di polizia lunghi come un’autostrada. Eppure di recente Roberto Saviano sta spesso in pubblico, così a suo agio sotto la luce del sole e pure sotto quella dei riflettori televisivi. Da una parte la notizia fa tirare un sospiro di sollievo rispetto alla sua incolumità di minacciato dalla Camorra, dall’altra suscita giudizi severi, talvolta fin troppo. A rimproverare allo scrittore antimafia un rapporto particolare con il piccolo schermo è stato soprattutto il giornalista Aldo Grasso. ”Con quella faccia da Cristo pasoliniano, Saviano si sta innamorando dei brividi che il successo tv sa procurare” aveva scritto il critico tv del Corriere della Sera. Forte delle sue ragioni, ieri sera lo scrittore ha però replicato a quel genere di critiche durante il Tg La7 di Enrico Mentana.
“Le critiche sono utilissime, e fa parte del saper fare il proprio mestiere sapersi anche disciplinare. Io cerco di non espormi ma non intendo neanche strisciare lungo i muri” ha spiegato lo scrittore durante l’intervista rilasciata a Mitraglietta. Dopo l’ospitata a Che tempo che fa di domenica scorsa, ora Saviano ha iniziato un viaggio nella Penisola per presentare il suo libro composto dai monologhi pronunciati nella trasmissione Vieni via con me. “So cosa significa la solitudine e non voglio rinunciare a incontrare le persone” ha poi affermato.
Durante la chiacchierata con Mentana, Saviano ha parlato anche della gag che Luca e Paolo gli avevano riservato nello scorso Festival di Sanremo. I due comici ironizzarono sulle lunghe pause con le quali lo scrittore intercala spesso i suoi interventi televisivi. “L’imitazione a Sanremo mi ha fatto ridere. I miei familiari mi hanno anche mandato i messaggi per dirmi che ero arrivato anche lì, ma la battuta ’si sa che a Napoli c’è la camorra’ non mi è piaciuta. Banalizzare un messaggio di questo genere significa quasi invitare all’omertà” ha commentato, facendosi tutto serio.
Come se, sotto sotto, anche Luca e Paolo avessero strizzato l’occhio a chi vuole sminuire il pericolo della criminalità organizzata o l’importanza dell’azione di contrasto alle sue nefaste diramazioni. Improbabile, no?! Incalzato da Enrico Mentana, lo scrittore ha poi nuovamente smentito le voci che interpretano certe sue dichiarazioni (severe sopratutto su Silvio Berlusconi e la figlia Marina) come anticipo di un’eventuale ingresso in politica. “Quando arrivi a tante persone, il tuo ‘plusvalore politico’ inquieta, ma io faccio lo scrittore, lo dico a chiunque sia preoccupato” ha concluso Saviano.
Quindi niente politica nè appoggi esterni ad un partito. Giustissimo: uno scrittore si dedica solo ai suoi libri, alle sue inchieste. E alla tv, se proprio un giorno dovesse capitare…
1. Daniele Martinelli ha scritto:
14 marzo 2011 alle 01:39