3
febbraio

IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE: IL DRAMMA DELL’OLOCAUSTO QUESTA SERA SU CANALE 5.

Il Bambino con il pigiama a righe

Affrontare la tragedia dell’Olocausto, confrontandosi con un evento collettivo così doloroso e carico di orrore non è facile per nessuno. Da sempre, scrittori e registi di fronte alla doverosa necessità di testimoniare e raccontare la verità sullo sterminio ebraico, hanno più volte preferito percorrere strade parallele. Percorsi che potessero rievocare e denunciare il trauma del genocidio in maniera meno diretta. Per mitigare la tragedia e la bestialità nazista, si è spesso ricorso a un punto d’osservazione privilegiato, come ad esempio quello dei bambini. Da Anne Frank, il cui diario, considerato una delle opere più rappresentative legate alla Shoah, ha ispirato numerosi film, sino a Jona che visse nella balena o La vita è Bella.

E’ in questo filone che si inserisce Il bambino con il pigiama a righe, un film del 2008 diretto e sceneggiato da Mark Herman, adattamento del romanzo omonimo dello scrittore John Boyne. La pellicola in onda questa sera su Canale 5, a meno di una settimana dalla Giornata della Memoria, racconta la forte amicizia tra due bambini: Bruno e Shmuel, il primo figlio di un comandante nazista, nuovo direttore di un campo di sterminio, il secondo un bimbo ebreo, rinchiuso assieme al padre nello stesso campo. Il piccolo Bruno, trasferitosi con la sua famiglia, in una casa vicina al campo di concentramento, spinto dalla sua sete d’avventura, si avvicina a quella che ai suoi occhi di bambino, sembra una strana fattoria.

Attraverso il filo spinato, conosce e stringe amicizia con un ragazzino vestito con una curioso pigiama a righe. Bruno non riesce neppure a immaginare la triste realtà, ma sarà Shmuel col passare dei giorni, a fargli capire che ciò che indossa non è un pigiama e quella che vede non è una fattoria. Un giorno, Bruno scopre di poter oltrepassare il filo spinato, e si offre così di aiutare Shmuel a trovare il suo papà, che non vede da alcuni giorni. Procuratosi un altro “pigiama”, entra nel lager.

Un film malinconico, che emoziona senza mai abbandonarsi alla lacrima facile, ma al contrario, scorre diretto, mantenendo uno stile rigoroso e distaccato, con un’accelerazione di ritmo e una precipitazione degli eventi nel finale.



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12 Commenti dei lettori »

1. mister ha scritto:

3 febbraio 2011 alle 13:50

lo vedrò.



2. mister ha scritto:

3 febbraio 2011 alle 13:56

da vedere!



3. Schattol89 ha scritto:

3 febbraio 2011 alle 14:07

io l’ho già visto…lascia qualcosa dentro!



4. busb ha scritto:

3 febbraio 2011 alle 14:40

è un film che merita di essere visto..il finale ti sconvolge.
Ma credo che saranno in pochi a seguirlo.



5. Markos ha scritto:

3 febbraio 2011 alle 15:19

Lo vidi al cineforum 3 anni fa con la mia classe…un film stupendo..tutti commossi…da vedere!



6. beppe ha scritto:

3 febbraio 2011 alle 15:44

da vedere assolutamente!



7. Gianluca Camilleri ha scritto:

3 febbraio 2011 alle 17:12

Per me fa il 14% con meno di 4mln di spettatori.



8. Andre ha scritto:

3 febbraio 2011 alle 17:15

L’ho visto l’anno scorso a scuola. E’ veramente toccante.
Io non lo guardo più, è davvero forte e una volta mi è bastata.
Ma per chi non l’ha visto GUARDATELO GUARDATELO GUARDATELO!



9. Mattia Buonocore ha scritto:

3 febbraio 2011 alle 18:42

Ma possibile che io non lo conoscessi?



10. *Elena* ha scritto:

3 febbraio 2011 alle 20:20

Ho letto il libro, davvero commuovente. Penso che sia uno di quei libri da far leggere a scuola, da introdurlo proprio come lettura fissa (esempio I promessi sposi).



11. Principessa_Vespa ha scritto:

3 febbraio 2011 alle 23:08

Film davvero toccante.



12. Volpe ha scritto:

3 febbraio 2011 alle 23:55

È da quando ne sono venuta a conoscenza che lo volevo vedere e ho colto l’occasione proprio questa sera. Grazie alla pubblicità, tutta la tensione formatasi nel corso del film, si affievoliva un po’ lasciandomi respirare. Giuro che certe scene mi hanno letteralmente fatto rifletteree anche commuovere dentro. Avrei immaginato un finale diverso e magari meno improvviso e magari”frettoloso”, ma penso che sia stato così semplicemente per non mostrare altre crudeltà. È un film che sicuramente ricorderò. E, per chi non lo avesse visto, giardatelo e non dimenticate, ma ponete fine.



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