Quella di Amici è come una torta a tre piani con la panna. Il colpo di teatro del secolo per lanciare la costola dissacrante (ma in fondo ancora più consacrante) del talent ci voleva proprio e la Castigatrice, da buona stratega del marketing dei suoi prodotti, l’ha organizzato per bene. Trovato un appiglio nel prossimo compleanno del sempre più amico Zerbi, la De Filippi dedica infatti tutta l’introduzione alla sfida della puntata ad una riedizione dell’Happy Birthday di Marylin interpretato da Diana Del Bufalo, ovvero la ventata d’aria più fresca di quest’edizione, che, come annunciato qualche giorno fa, farà compagnia alla Gialappa’s nella difficile sfida di un Mai dire Amici.
I duetti deludono, e anche tanto. La sensazione è che non solo Antonella, a causa dei suoi problemi di salute, avesse provato pochissimo. Convincente solo il duetto che ha avuto come protagonista Loredana Bertè, mina vagante degli studi televisivi a cui la De Filippi ha guardato con inquietudine fino a quando ha lasciato il palco. In tutte le altre esibizioni a due l’amalgama è stato scarso, le armonizzazioni poche e al limite del pericolo. Francesca, a parte il tentativo di essere rock replicando vuote stereotipie come quella dell’asta abbattuta, riesce a cavarsela meglio solo perché in linea con la bizzarria estemporanea della sua compagna di esibizione. Altrove non bastano l’estasiante soul di Mario Biondi, né la firma di garanzia di Ornella Vanoni, né il grandissimo potenziale di Francesco Renga. E’ forse un problema di vestitini e cappottini vari che moltiplica le prove e riduce la qualità? Tenuto conto dell’evoluzione del programma non sarebbe preferibile vedere meno ma più a lungo? Meno tutine da scuola e più esibizioni-evento in stile Tommassini? Chissà che quell’asso pigliatutto di Maria non si stia già muovendo anche su questo mercato…
Una sfida più incerta che mai però, ma con il trend di sempre. Quando all’improvviso dalla regia viene detto di chiudere il televoto il fato tragico coglie un lieve superamento dei Blu rispetto ai Bianchi, risultato che ad un novello spettatore potrebbe apparire sorprendente nella dinamica della visualizzazione delle carte, ma che gli italiani, amanti della democrazia dell’alternanza, ormai accettano come dato immutabile. Dopo una buona ventina di minuti passata a martoriare i giudici esterni che in tutte le lingue della torre di Babele hanno fatto capire di non voler condannare né Gesù né Barabba si arriva finalmente al nocciolo della questione. A fare le spese del calcolo ergonomico della trasmissione è Antonella Lafortezza, il talento strenuamente difeso da Luca Jurman che istantaneamente annuncia le ‘dimissioni’. Nell’amarezza con cui declina l’invito di Maria a continuare la sua avventura nel programma si legge ancora una volta il suo garbato sospetto sull’involuzione del talent a succursale delle major. Ogni riferimento a Zerbi è puramente casuale.
Il ping-pong Celentano-Cannito non può non tenere banco anche stavolta. Per dare nuova linfa al confronto scende in campo persino Elisabetta Terabust, ballerina leggendaria che fa molto presto a sciogliere le sue riserve verso le telecamere. Dopo due minuti è già con le mani ai fianchi a difendere a spada tratta la sua pupilla Celentano e il suo metodo, confinando in un angolo il maestro baffetto che è costretto a subire i fendenti della signora, il cui prestigio la rende indiscutibile tra i giudici. Quando si accende la luce rossa della telecamera però non c’è elitarismo che tiene, il narcisismo comanda e il potere della popolarità televisiva imperversa. Maria dopo pochi minuti deve aggiungere un posto a tavola, salvo poi lamentarsi che i microfoni sono troppo pochi (non è forse che sono troppi i banchettanti, qualcuno praticamente muto come Villanova?).
L’angolo bollino rosso stasera abbonda come mai, tanto che ormai persino il malizioso Garofalo risponde da moderato al desiderio di Giulia di avere una coreografia esagerata. A questa sorta di famolo strano di verdoniana memoria il maestro risponde quasi pudicamente limitandosi a un bunga bunga molto più raffinato del solito, quasi simbolista. Ci pensa Cannito a passare alla cronaca con il suo baffetto sapiente. Prima con un’affermazione molto ’sadomaso’ come Adoro essere bacchettato dalla Terabust, poi con il prestito dal repertorio di Stravinskij dell’opera più onomasticamente audace, quell’uccello di fuoco, che ballato da José ha attirato notevolmente l’attenzione sul facile doppio senso.
Rimane comunque pura accademia quest’erotismo velato se confrontato alle frequenti capatine di Platinette, che sul ruolo della babbiona senza peli sulla lingua ha costruito la sua fortuna nel programma. Da buona zoccola quale si definisce, con la scusa dell’apprendimento della terminologia francese della danza classica, l’opinionista si è lanciata più volte in pruriginose provocazioni da club per donne sull’orlo di una crisi di nervi. L’invito ad Annalisa ad aprirsi e darsi di più (cercando di snaturare una ragazza che trova la sua originalità artistica proprio nel suo intelligente pudore), il pepe buttato sul pesantissimo rvm monotematicamente basato sull’oggetto-palle come emblema del coraggio artistico, la trasformazione dei giri alla seconda o del volteggio in scurrilità assonanti e consonanti.
Per sfamare i troppi invitati che tirano la giacchetta degli sposi Maria sta facendo montare troppo la panna, innalzando fino all’intollerabile i piani di una torta il cui modello è già abusato. Basterà la ciliegina dei Gialappi a salvare il rinfresco?
Amici, Annalisa Scarrone, Antonella Lafortezza, Debora Di Giovanni, Denny Lodi, Diana Del Bufalo, Elisabetta Terabust, Emma Marrone, Francesca Nicolì, Francesco Renga, Giulia Pauselli, Loredana Bertè, Luca Jurman, Maria De Filippi, Mario Biondi, Ornella Vanoni, Platinette (Mauro Coruzzi), Quarta Puntata, Rudy Zerbi, Squadra Bianca, Squadra Blu, Virginio Simonelli, Vito Conversano
1. Schattol89 ha scritto:
31 gennaio 2011 alle 11:17