Riflettevo… ma se qualcuno chiedesse a Pasquale Laricchia, piuttosto che a Melita Toniolo o Karina Cascella (giusto per citarne alcuni) quale sia la loro professione, cosa dovrebbero/potrebbero mai rispondere costoro? I concorrenti dei reality show?!?
E l’elenco di questi nuovi “professionisti” del piccolo schermo, a guardar bene, è tutt’altro che trascurabile. In Italia, a farsi spazio nel marasma catodico, c’è, da tempo, una nuova categoria di personaggi chiamata a far spettacolo ma che di spettacolo ne sa poco o nulla.
Personaggi che, svestiti i panni del concorrente tradizionale di un reality show, fondano la propria attività professionale su folcloristiche ospitate nei più variegati show della nostra televisione in attesa che un nuovo impegno televisivo (in un reality di casa nostra, s’intende) sia pronto ad offrire loro “ospitalità”. Impegni televisivi che offrono brevi ma intensissime esposizioni mediatiche consentendo ai “grandi fratelli” di usurpare il trono (anche se forse sarebbe meglio non parlare di troni) a chi potrebbe, a dovere, rivestire un agognato ”posto” in prima fila tra i lavoratori dello spettacolo.
E’ proprio il concorrente medio del reality show ad aver cambiato la propria natura. Perchè se sino a qualche anno fa la partecipazione ad un programma come la prima, indimenticabile, edizione del GF poteva fungere da privilegiata vetrina atta a far venire a galla alcuni talenti che potevano dar sfogo alla propria indole arstistica sino ad allora recondita, la popolarità raggiunta, o meglio regalata, ai reality-concorrenti, negli ultimi tempi, ha fatto sì che la vetrina si sia trasformata nell’unica via d’accesso al mondo dello spettacolo. Un accesso veloce, estemporaneo e nella stragrande maggioranza dei casi ingiustificato. Ingiustificato perchè ad affollare il piccolo schermo trovano spazio anche quei casi umani che se riescono a creare il “fenomeno” all’interno dei programmi nei quali sono chiamati a partecipare, abbassano inevitabilmente e forse inconsapevolmente la qualità dell’offerta televisiva che punta allo sfruttamento del “fenomeno” per poi abbandonarlo ad altro destino, un po’ come si fa con le arance dopo la spremitura per intenderci.
Ma c’è poco da prendersela con chi viene catapultato nello showbiz. Chi di noi non sarebbe attratto da quel guadagno facile che sino a pochi mesi prima guardava con un pizzico d’invidia? La colpa è attruibuibile a chi permette che ad animare i palinsesti della televisione italiana siano questi volti nuovi che non consentono al piccolo schermo italiano di potersi fregiare di veri professionisti come quelli che hanno fatto grande la nostra televisione.
Ecco, se a Capodanno c’è chi usa buttare – poco elegantemente – gli oggetti vecchi dal balcone in vista di un anno tutto nuovo, beh, io butterei metaforicamente dal balcone tutti i “riciclati da reality” con l’augurio di un nuovo e più dignitoso anno catodico.
1. marcoz ha scritto:
2 gennaio 2009 alle 14:20