28
dicembre

MANUELA ARCURI E LO STRATEGISMO SENTIMENTALE…(VIDEO)

Manuela Arcuri

Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare. Ho visto Manuela Arcuri declamare parole come epistolario d’amore e strategismo sentimentale. E no, non era un sogno o, come lo chiamerebbe qualcuno, un incubo. Per la serie ‘al peggio non c’è mai fine’, Manuelona in versione testimonial ci ha regalato l’ennesima indimenticabile performance. Se averla vista, perizoma al chiodo, con la divisa di operatrice ecologica per una campagna del comune di Roma, ha già rappresentato uno shock, preparatevi perchè quello era solo un piccolo preludio. Ora la diva di Latina ha smesso di spazzare per le strade della Capitale e si è messa a leggere.

Colei che alla domanda “a quale facoltà sei iscritta?” risponde “un attimo, eee non mi viene” è la testimonial di un libro, Il Labirinto Femminile. E che libro. Siccome le disgrazie non vengono mai sole, la Arcuri recita (per mancanza di prove) in uno spot che definire apologia del kistch sarebbe un complimento. Una musica da film horror dà il la alla performance della Arcuri che, dopo aver letto un sms, comincia, con la consueta espressione da monoscopio, a pronunciare parole del tipo “un’opera per liberare la coppia e la società dallo strategismo sentimentale che li tormenta e ha enormemente rallentato il cammino della civiltà. E’ bellissimo..”

Un capolavoro assoluto e impossibile di bellezza e inespressività, come lo ha definito Aldo Grasso, che ha suscitato le ironie dei più. Su You Tube impazzano le visualizzazioni e le parodie (da Il Labirinto Femminile di Berlusconi ad una versione remix). Una sentenza senza appello, quella degli internauti, che ha portato l’autore dell’”opera”, Alfonso Luigi Marra, ex parlamentare europeo di Forza Italia, a replicare alle “infamie”.

Lo scrittore, rivolgendosi a coloro che, in questa cultura degli orifizi e delle strullate, si sperticano a definire lo spot il più brutto possibile, dichiara che la gelosia è il più umano dei sentimenti. Insomma, qualcuno che si stava arroventando su chi avesse messo in bocca l’ardito testo all’Arcuri è stato accontentato.

Di seguito il video dello spot:



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18 Commenti dei lettori »

1. mats ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 13:28

Secondo me è ancora più brutto quello (identico) dove a pubblcizzare un altro libro c’è la figlia di Marra. Una dizione veramente allucinante!

Beh abbiamo trovato l’erede di “Prex – Rosario elettronico” nella categoria “Spot più brutto dell’anno”. Anzi, quasi quasi Prex è un’opera d’arte :D



2. Phaeton ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 13:35

Oh Santo Dio! Ma… lei veramente ha risposto di non sapere in che facoltà fosse iscritta.



3. Luke ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 13:37

no ma credici.
Il libro può anche essere interessante ma presentato così no. Dove hai imparato a recitare?
Un libro di una bellezza struggggente. Perchè cambiare è difficile perfino quando conviene. Ipse Dixit.



4. Mattia Buonocore ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 13:43

@Mats be diciamo che Prex era il prodotto, qua è tutto :D



5. Gianni ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 13:57

chi l’ha girato Dario Argento? Sembra un film horror…secondo me l’inquadratura è così in primo piano per non far vedere la pistola puntata alla sua tempia mentre faceva lo spot…ha un’espressione talmente inquietante che sembra un ostaggio durante una rapina in casa, infatti poi alla fine fa un sorriso liberatorio come per dire ” ah menomale, non ho capito un ca**o di quello che ho detto, ma almeno ho finito”



6. annie ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 15:55

Non siete arrivati un po’ in ritardo sulla notizia?
Lei non è una cima,ma lo spot è brutto per conto suo,lei ha solo avuto la “disgrazia” di metterci la faccia .Musica,direzione inesistente,fotografia inquietante..nessuno avrebbe potuto dare dignità a una trama incomprensibile e a una pubblicità così casereccia.Se ci hanno impiegato quei due minuti scarsi per farlo,è già tanto.
La pubblicità per l’AMA era comunque una campagna di sensibilizzazione civica,io non ci trovo nulla di ridicolo.Potevano usare i soldi per quelle affissioni in altro modo,ma lei ha almeno devoluto il suo cachet in beneficenza.Così ricordo di aver letto.



7. Mattia Buonocore ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 16:05

@ annie Non siete arrivati un po’ in ritardo sulla notizia? E quindi?
Per leggere con espressione non c’è bisogno mica dell’Amleto.



8. annie ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 16:25

Facevo solo notare che questo video è balzato agli onori delle cronache un mesetto fa.
Per leggere con espressione,o meglio espressività,non serve l’Amleto,ma girare una pubblicità con due fari piazzati in faccia che sono notoriamente l’ideale per far emergere tutta la propria mimica facciale,e leggere una trama senza molto senso in un clima da buona la prima, non renderebbe giustizia neanche alla migliore Streep..
Che lei non sia un granché come attrice si sa,anche se dopo aver visto ragazze sbarcate nella fiction direttamente dalle passerelle,e altre attrici dotate del sacro fuoco dell’arte,si rivaluta benissimo anche lei,Garko e tutte le fiction che hanno girato,ma quella pubblicità così surreale sarebbe troppo per tutti.



9. aladino ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 16:41

Io l’ho visto in tv domenica pomeriggio e … mamma mia che orrore!!!



10. Mattia Buonocore ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 16:47

@annie hai ragione due fari non solo l’ideale ma di certo si poteva fare di meglio… E poi una della notorietà della Arcuri secondo me non avrebbe dovuto enanche accettare



11. marcello walker ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 17:01

E’ bellissimo (cit.)



12. Gianni ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 17:44

ma povera…forse avrà pensato se pubblicizzo un libro forse apparirò intelligente…invece era meglio se faceva la pubblicità del bifidus tanto fa cagare uguale ah ah ah



13. nadiap ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 19:19

Sarà incapace e miracolata, però comunque per qualche oscuro motivo notorietà e lavoro non le mancano, era proprio necessario fare questa porcheria? Possibile che si attacchi pure all’ultimo centesimo? Ma chi è il suo agente il cane pluto?



14. MariaRoma ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 21:39

è assolutamente sublime, ipnotico direi. E poi ogni volta scopro dettagli inediti, ad esempio per me il peggio non è neanche la Arcuri, ma il fondotinta e il phard sul faccione dell’autore e anche l’espressione dell’autore, orrore allo stato puro…



15. Miry51 ha scritto:

28 dicembre 2010 alle 22:05

ma lui chi è? E’ per caso parente di Dario Argento?



16. iTruth ha scritto:

29 dicembre 2010 alle 07:45

(E, comunque, si dice dare il LA, non il LÀ. Italiano sempre più optional, ovunque. È bellissimo.)



17. camilla ha scritto:

11 gennaio 2011 alle 15:51

Rispetto al tanto discusso spot di Marra e all’intervento della Littizzetto sullo “strategismo sentimentale”, (Lucianina ti consiglio di leggerlo ’sto libro eh..) leggete un pò quanto l’autore de “Il labirinto femmminile” scrive in un comunicato stampa con data 10 gennaio 2011

COMUNICATO STAMPA
MARRA, circa Fazio, Littizzetto, Pietrangelo Buttafuoco, Lele Mora, Pasqualino Lombardi, e Berlusconi.

Cari Littizzetto e Fazio – senza avercela con nessuno e complimentandomi anzi con Littizzetto per la capacità di essere simpaticamente comica persino quando gli argomenti non siano adatti (ho riso di gusto io stesso, per tutto il tempo) – siamo, credo, di fronte ad una disattivazione (collettiva, ma per fortuna ormai in scadenza e con molte eccezioni) della capacità critica: una sapiente disattivazione realizzata dai poteri che controllano i media per fini di dominio della società.

Littizzetto si chiede «che cacchio significa: “strategismo sentimentale che ha rallentato il cammino della civiltà”», e tu Fazio trovi così irresistibile l’asserzione da essere travolto dal riso… Cosa che, del resto, ho ammesso or ora essere capitata anche a me, che evidentemente, pur nel mentre resto così lucido, sono per altri versi diventato (potenza dei poteri) scemo anch’io.

Sennonché, come spiego in un altro spot, «Lo strategismo è una delle fondamentali cause e chiavi di lettura del comportamento, e le sue degenerazioni sono la ragione della sofferenza dell’individuo e della società», nonché, ribadisco, della scarsa evoluzione della civiltà.

Al punto, scrivo ne Il labirinto femminile, che «se il tempo degli egiziani non fu un tempo in cui gli uomini volavano già sulle astronavi da centinaia di migliaia di anni, è appunto dipeso dalla visione strategica e non dialogica delle relazioni umane».

Una cosa che però – ve ne do atto – è difficile da capire, ove non si sappia (e la cultura sia antica che moderna non lo sa) cos’è l’intelligenza, che non è, secondo quanto scrivo dal 1985, una più o meno evoluta capacità di esercitare il pensiero, cosa che sanno fare anche gli animali, bensì una categoria morale, perché consiste nella capacità di svilupparsi passando attraverso lo sviluppo degli altri.

Certe scimmie, cioè, scoprono ad un certo punto – diciamo due milioni di anni fa – i primordi della partecipatività, generosità, altruismo eccetera e, individuati così i primi nuclei di ciò che si configurerà poi come vera e propria intelligenza, iniziano il cammino per diventare genere umano.

Un cammino che sarà però rallentato dalla parallela scoperta della tendenziosità, che è la capacità di sfruttare l’intelligenza ai fini della furberia\prevaricatorietà.

Complesse intuizioni che, insieme ad altre, una notte della tarda primavera del 1984, mi portarono alla scoperta del modo di formazione del pensiero, ovvero del modo in cui l’individuo, sotto la pressione delle pulsioni fondamentali, elabora il suo sapere e giunge alla comprensione delle cose, che è poi il vero oggetto di fondo di tutti i miei libri e documenti.

Ebbene, sinceramente senza alcuna doglianza, perché non vi posso certo imputare di essere caduti preda di forme emotive e intellettuali di cui è preda, da quando esiste, l’intera umanità, quello che – non appena i contenuti del libro saranno divenuti più noti – è destinato a divenire un ‘monumento’ sono proprio quei pochi minuti di genuina comicità su quei temi, sia pure, ve ne do atto, in relazione al solo argomento della recitazione di Arcuri, perché quanto al libro, Littizzetto è stata invero più che riguardosa, giungendo anche a dire di averlo comprato e che «magari è bellissimo..».

Fermo restando che mi stupisce che – pur potendosi ovviamente quelle affermazioni condividere o no – non vi abbiano indotto ad un momento di maggiore riflessione gli argomenti di cui all’articolo di due intere pagine di Panorama di venerdì 7.1.2011, di uno che, come Pietrangelo Buttafuoco, asserendo di aver letto il libro e pronunziandosi proprio perché lo ha letto, scrive un articolo interamente positivo, punteggiato da affermazione come:
«..Sottoscrivo il giudizio del Foglio, rilanciato nel web: “Il labirinto di Marra è più affascinante del nuovo romanzo di Umberto Eco”».
Oppure:
«Altro che Umberto Galimberti. Questo è Alfonso Luigi Marra, il più grande. E senza bisogno di copiare nessuno.»
Colgo anzi l’occasione, visto che parla anche di Berlusconi, Eco e Arcuri, per dire precisamente cosa penso rispetto a ciascuno di loro.

Cominciando da Berlusconi, pur non essendo io un berlusconiano, ho intenzione di difenderlo con quanta forza ho, per il semplice fatto che voglio evitare che la società segua di nuovo la logica di scannare platealmente un certo numero di capri espiatori, come nel 94, per poter così continuare a rimanere quella che è, laddove qui si deve aprire un processo culturale, non solo alle banche, ma all’intera avvocatura, magistratura, politica e informazione, oltre che all’intera società.

Non si vede infatti cos’altro si possa fare:

–quando i giudici, e non solo i giudici, si vendono, e sono moltissimi quelli che, in un modo o nell’altro, lo fanno (la burocrazia è una tendenza a rendersi temibili o inaccessibili nei propri ruoli allo scopo di poterseli vendere), per cui, che tu abbia torto o ragione, se vuoi vincere, non puoi fare altro che cercare di comprarli prima che li compri il tuo avversario (conosco bene Pasqualino Lombari, che ha collaborato con me fino a una quindicina di anni fa, e posso testimoniare che era già all’epoca (e come vedo ancora di recente) in regime di affettuosissima amicizia con la stragrande maggioranza dei giudici che contavano, e che da tutti era ricevuto con grande familiarità nonché utilizzato, ma quale strumento di volontà altrui, in tutto quanto accadeva in ambito giudiziario nazionale, e non nei traffici di alcune ‘mele marce’, e che se infine si decidesse a parlare – io non so nulla in dettaglio perché non ho mai avuto propensione ai traffici – dovrebbero mandarlo a casa con le scuse, perché non è certo lui il responsabile del regime di beghe, mene, traffici, brogli, scorrettezze, violazioni, illiceità, lotte intestine, accordi trasversali, congiure, schieramenti, appartenenze, e chi più ne ha più ne metta, che coinvolgono da sempre l’intera magistratura.).

–quando il sistema fiscale è illecito, ed è conseguentemente illecita l’opera della guardia di finanza e dell’intero apparato fiscale (perché frutto del crimine del signoraggio bancario delle banche centrali, nonché del crimine del signoraggio secondario delle banche di credito, peraltro proprietarie delle banche centrali), per cui se non ti sottrai in tutto o in parte non puoi esistere; tant’è che le aziende stanno chiudendo a milioni anche così, figuriamoci se dovessero pagare le tasse per intero;

–quando non c’è altro modo di esercitare l’imprenditoria che quello di violare le leggi, perché il regime è marcio in ogni suo dettaglio ed è una tecnicamente impossibile fola che possano esistere gli imprenditori ‘onesti’; e basti considerare che – non semplicemente il Parlamento italiano – bensì il massimo organo di potere planetario, la Commissione Europea, è così sfacciatamente venduta a chiunque la voglia comprare da avere incredibilmente vietato che si possa sapere se nella cioccolata c’è o no il cacao: cosa che costituisce solo un esempio suggestivo, perché ben altri crimini commettono questi miserabili travestiti da politici al soldo e al servizio del gruppo Bilderberg: emanazione del sistema bancario mondiale;

–quando l’imprenditoria di tutto il pianeta, mentre appunto il pianeta sta schiantando per via dell’involuzione climatica, si applica dalla mattina alla sera, con il concorso di tutti, al rilancio del bene più atrocemente dannoso in quanto inutile e inquinante che vi sia: l’automobile, facendo così dell’attività più perniciosa quella più appetita, laddove – risparmiando moltissimo denaro e risorse, perché gli stipendi non sono nemmeno il 10% dei costi di produzione – bisognerebbe mandare a casa gli operai con dei sussidi pari alle retribuzioni, perché si era detto che le macchine avrebbero liberato l’uomo dalla schiavitù del lavoro, e ora che l’hanno liberato non si può definire questa liberazione ‘disoccupazione’ e trasformarla nel massimo dramma dell’umanità. Cosa che sarebbe facilissima da realizzare se si nazionalizzassero le banche centrali, e cessasse quindi l’obbrobrio dell’acquisto con i buoni del tesoro del denaro prodotto a costo zero dalla banca d’Italia\BCE, eliminando così, oltre alle tasse, ogni problema economico e finanziario (vedi meglio da http://www.marra.it).

Quanto a Eco, è proprio vero che non l’ho letto e che sono fermo a Omero, Eschilo, Virgilio e Dante, perché le loro opere (incredibile che né la scuola né la società se ne siano rese conto) sono i codici morali che vigono nella società occidentale, nel senso che in esse sono codificate le concezioni di onore, amore, valore, onestà, disonestà eccetera vigenti in tutto l’Occidente.

E non l’ho letto perché ho il pregiudizio che quando un autore è molto noto, e sono quindi anche molto noti i suoi scritti, è segno che o, pur avendone l’intenzione, non e riuscito a migliorare il mondo, o è funzionale al regime.

Quanto infine ad Arcuri, la verità è che – e la mia non è affatto una battuta – le parole che dice, e che ovviamente sono mie, sembrano assurde perché è invece assurdo il conteso in cui sono state dette, perché qui i seri vengono trattati da pazzi, e i pazzi sono assisi sugli scranni dei seri.

Arcuri che è stata estremamente cauta nell’accettare di fare lo spot, e non ha accettato se non dopo aver ottenuto il parere favorevole di persone alle quali ha fatto leggere il libro, oltre, a mio avviso, ad averlo letto lei stessa.

Sempre a mio avviso, la sua affermazione di non averlo letto è stata infatti in realtà dettata dall’intento di prendere le distanze da me e dal libro perché si è spaventata, dal momento che è evidente che dietro a tanta veemenza ci sono forze con le quali non ha ritenuto di poter competere.

Ed è stato vano che io abbia cercato di lanciarle messaggi rassicuratorii ricordandole che «..Sono gli eserciti che si misurano dal numero dei soldati e dal calibro dei cannoni, perché invece i filosofi sono sempre soli, ma non hanno ugualmente mai paura di nessuno perché sanno trovare i loro amici nel cuore stesso dei loro nemici..», perché non ci ha creduto, e ha cercato pertanto di simbolizzare al sistema la sua dissociazione da me dicendo che non ha letto il libro.

Una paura infondata, perché io stesso, che ovviamente capisco che la mia omologazione politica e culturale significa l’omologazione politica e culturale delle mie tesi e una catena infinita di conseguenti cambiamenti, ho dubitato che la società fosse pronta, fin quando, d’un tratto, ho capito che il motivo per il quale in un modo o nell’altro si è rotto il silenzio su di me è che così non vuole più starci nessuno: nemmeno i Rockefeller e i Rothschild, che sono coloro che – attraverso innumerevoli strumenti, tra cui il Bilderberg (dove sono di casa, oltre a moltissimi altri, Prodi, Monti, gli Agnelli e, così si legge in internet, persino Bonino, che proprio per questo sarebbe stata eletta Commissario Europeo) – comandano questa folle tragicommedia planetaria. Perché nemmeno l’immenso potere economico che hanno accumulato riscuotendo, contro l’intera umanità, i proventi del crimine del signoraggio, potrà garantire alle loro vaste dinastie un pianeta di riserva, ora che l’abitabilità del nostro sta divenendo sempre più ardua.

Che c’entra con tutto questo, Lele Mora? C’entra perché è lui che ha fatto il nuovo spot.

Uno spot in cui i libri appaiono questa volta posizionati su un suo antico, bellissimo specchio veneziano con la solita musica di fondo per due o tre secondi. Quindi si spostano entrambi sul lato destro del video e appare, nella metà di sinistra, Lele, che, con tono un po’ enfatico\teatrale dice:

«Specchio specchio delle loro brame di’ pure a costoro che tutto ciò che riguarda Marra è sempre la cosa più brutta del reame..»

Dopodiché, cambiando tono, con tono discorsivo, rivolto a pubblico, continua dicendo:

«.. Non sono un critico, ma poiché Il labirinto femminile è il libro più straordinario che ho mai letto, mi sono offerto, per un euro, di rompere io il silenzio assordante di quelli che dovrebbero parlare, ma forse temono causi gli attesi cambiamenti. Leggilo, è davvero bellissimo..».

Ecco, vedete, amici miei, ribadito che davvero non ce l’ho con voi, e che mi avete veramente fatto molto ridere, e di cuore e con simpatia, secondo me è meglio se lo leggete anche voi.

Cordialmente – perché sono ben conscio del fatto che avete arrecato vantaggio alla diffusione del libro, e che lo sapevate – vi invio i più affettuosi saluti.

10.1.2011

Alfonso Luigi Marra



18. camilla ha scritto:

11 gennaio 2011 alle 15:56

Leggete anche quanto Marra scrive sul signoraggio, in un comunicato indirizzato a Malcom Pagani, giornalista de Il fatto quotidiano, che lo aveva intervistato alcuni giorni prima:

ALFONSO LUIGI MARRA: A MALCOM PAGANI E A IL FATTO QUOTIDIANO CIRCA IL SIGNORAGGIO

Hai visto che tergiversi? Io ti contesto di aver cambiato, in quell’intervista, prima ancora che le mie risposte, le tue domande (allo scopo di far apparire strane le mie risposte), e tu, dopo aver detto che, per dimostrare che ho torto, mi invierai la registrazione dell’intervista, poi non me la mandi? Perché non lo fai? Dovresti: tu sei un democratico, un trasparente, un esponete della civiltà degli ‘onesti’ (scusa le virgolette, ma così è il titolo del mio libro). O c’è qualcuno nel giornale che non te lo consente?
Tuttavia può bastare, non ti voglio ‘stringere’ più di tanto, e questo – bada – non perché se fosse il caso non lo farei, ma perché se lo facessi sarei iniquo.
Iniquo perché – quanto al tuo giornale e agli altri giornali della sinistra – ti sei tutto sommato comportato meglio tu degli altri, anche se poi ti sei fatto prendere la mano dal ‘gioco al peggio’ al quale si è perlopiù ridotto oggi il giornalismo.
Hai fatto più degli altri perché ci sono casi in cui persino parlar male è meglio che tacere, e il mio è uno di questi.
Sai infatti (guarda ora cosa svelo a te e tutta la sinistra) qual è uno dei motivi per cui – magari vi sono simpatico e molti dei miei antichi compagni mi vogliono persino un gran bene – ma tuttavia mi considerate oggettivamente un nemico e un nemico dei vostri interessi di fondo?
Ebbene uno dei motivi – il principale – è in un equivoco.
Un equivoco che, giacché ci siamo, e neanch’io ritengo sia il caso di star qui a litigare, ti sarei grato se mi dessi una mano a chiarire, magari dalle pagine del tuo giornale.
Vedi, la sinistra – a partire da quella nella quale, non militavo, ma vivevo io quand’ero ragazzo – coltiva da sempre una visione nobilmente ‘robinhoodiana’ dell’economia.
Una visione in cui le tasse sono il modo per togliere ai ricchi e dare ai poveri o, più scientificamente, per ridistribuire il vecchio ‘plusvalore’ di cui certi ristretti ambiti sociali si appropriano in misura eccessiva in virtù di meriti ai quali io stesso credo poco (vedi meglio in: Causa della fondazione e ideologia del Partito di Azione per lo Sviluppo).
Sapessi – quando la CGIL era ancora un potere vero e io ne ero avvocato, a Napoli, per la componente comunista – che giornate intere di discussioni fino all’ultimo filo di voce con i miei compagni (alcuni di loro di pesca prima ancora che di partito o di sindacato) Bruno Maddaloni, Silvano Ridi, Nando Morra, Peppe Vanacore, Mario Sorrentino, Ernesto Mellone, Giorgio Piccolo, e tanti altri.
Già da allora l’ideologo ero io, e già da allora, dicevo cose che preludevano a quanto avrei poi detto nel 1985 in la Lettera di dimissioni di un avvocato della CGIL dal sindacato e dal PCI, in cui scrivevo: «..Nell’andarmene, vi muovo due accuse: la prima è di non contare nulla e di non avere alcun potere, e la seconda è di celebrare da almeno quindici anni la finzione di credere in un mondo di valori che non esiste più».
Più tardi però dovetti approfondire l’analisi perché in realtà le mie parole erano, sia pur ferocemente, amorose, e non riuscivo a farmi una ragione dell’incomprensibile perfidia della sinistra verso di me.
Perfidia (come spiego, dopo le 278 pagine di epistolario in sms, nel capitolo Le chiavi di lettura di cui a Il labirinto femminile) che:
..è una forma emotiva rivolta a coloro che si amano e dai quali si vorrebbe essere amati diversamente o di più: sicché, se ci dominano o hanno su noi un qualche potere, usano il loro predominio per perseguitarci con una ferocia tanto maggiore quanto più ci amano e ci vogliono. Perfidia che alla fine può essere perniciosa, e spesso lo è, ma che, non avendo i moventi dell’odio, visto che il suo movente è l’amore, può diventare terribile solo perché chi la esercita si sente coperto dall’alibi affettivo e giustificato dall’amore negato o tradito.
Fermo restando, scrivo ancora, che:
..il labirinto femminile (ma – aggiungo qui – anche quello maschile o di partito) resta di grande tortuosità, perché le sue motivazioni iniziali si caricano di una crescente ridondanza nell’esercizio delle vite, per cui la ricerca della garanzia, immersa nel quotidiano e contaminata dalle mille altre esigenze, pressioni e inevitabili contraddizioni, dà luogo a fioriture comportamentali com’è noto indicibili, generando reazioni a catena di gesti, stati d’animo, situazioni, che finiscono sovente o per prescindere dai moventi o per essere poco funzionali al loro perseguimento. Specie in un momento di confusione come questo.
Ed è stato cosi che, pensa è ripensa, ho capito in cosa consiste l’equivoco che ci separa.
Ho capito cioè che quell’incomprensibile amore\odio era dovuto al fatto che la sinistra è filo-apparato, l’apparato e filo-bancario, e quindi, per proprietà transitiva, la sinistra è anch’essa filo-bancaria, per cui, nel mentre mi vorrebbe amare, mi odia perché scambia la mia lotta contro il signoraggio bancario – e il sistema fiscale che da esso signoraggio deriva – per una mera posizione di favor verso l’evasione fiscale.
Evasione fiscale che l’apparato e la sinistra odiano perché le tasse sono il fondamentale mezzo di sostegno sia dell’apparato che delle fasce sociali che votano per la sinistra e sono parte integrante di essa.
Un odio che non è poi nemmeno così ingenuo perché non è solo fondato su quell’equivoco (perché a questo punto la sinistra cosa sia il signoraggio l’ha capito), ma è anche fondato sul solito conservatorismo e sulla solita paura di cambiare, perché il ragionamento che fanno le fasce che godono delle sia pur illecite tasse, e i partiti che le rappresentano e che – criminale o no che sia il ‘padrone’ – finché paga va bene.
Tant’è che – se oggi inizia a venir fuori qualcuno che comincia improvvisamente a capire e condividere quel che dico – è appunto perché, avendo il ‘padrone’ smesso di pagare, la società è divenuta finalmente disponibile ad ascoltare delle proposte alternative.
Di tal che, caro Malcom, lasciamo stare le polemiche, e cerchiamo di cogliere l’occasione di questa imprevista lite per capirci.
Fermo restando che io, dall’estrema destra all’estrema sinistra, vado a casa di tutti, ma senza mai indossare la casacca di nessuno, perché di casacca ne ho una sola ed è quella del PAS, mentre, per il resto, dall’estrema destra all’estrema sinistra, credo che l’orchestra sia sempre la stessa.
Un’orchestra in cui ciascuno suona il suo pezzo – e questo una differenza la fa – ma la musica la scrivono per tutti le banche.
Insomma a me lo scontro politico sulle altre cose interessa poco, se prima non si sconfigge il signoraggio.
Questa è quindi la richiesta che ti chiedo di portare al tuo giornale: che aprano il discorso sul signoraggio primario e secondario.
Ma digli anche che se non l’accoglieranno gli faccio una ‘minaccia’: la ‘minaccia’ che se non mi aiuteranno mi prenderò tutta io la gloria di vincere – causando la nazionalizzazione delle banche centrali – la guerra contro gli apparati criminali che controllano le banche nel mondo (altro che mafia, camorra e ‘ndrangheta) e gestiscono il signoraggio primario, nonché tutta la gloria di vincere la guerra per sconfiggere il signoraggio secondario causando la parificazione dei tassi attivi a quelli passivi in modo che gli interessi vadano ai proprietari dei soldi e non alle banche, che hanno diritto solo alle commissioni.
Lo vuoi sapere però alla fine cosa francamente penso: ebbene, purtroppo, penso che almeno per il momento non mi aiuterete (ma ad accorrere a soccorrermi quando non mi servirà più saranno in tanti).
Secondo me prenderete le cose alla larga, ..inizierete a fare i prudenti, i ragionevoli, i posapiano..
Mi sbaglio? Non puoi immaginare quanto lo speri.
Comunque sia ciao, a te e a tutti, lì, a Il fatto quotidiano.
4.1.11
Alfonso Luigi Marra



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